Una struttura finanziata con soldi pubblici, da sempre accompagnata da polemiche circa la sua “destinazione d’uso”. “Che cos’è? Un centro di turismo religioso?” aveva ironizzato tempo l’attuale Sindaco di Marsala, Giulia Adamo. “E’ un centro per le attività della Fondazione, per fare incontri, meeting, e ha anche una piccola foresteria” aveva replicato Massimo Grillo. “E’ la cellula di una città ideale” aveva aggiunto Grillo. Ma oggi abbiamo scoperto che il Borgo della Pace, quella che dovrebbe essere l’Utopia ideale di Grillo, era, è e rimane semplicemente un albergo. Le trattative per dare in gestione l’albergo sono andate avanti per mesi. Le hanno condotte personalmente Massimo Grillo con sua moglie.
La storia del Borgo della Pace inizia nel 2005 quando la Fondazione Francesco D’Assisi, vicina a Massimo Grillo, si mette alla ricerca di un appezzamento di terreno in cui dar vita ad un “centro polifunzionale destinato sia alla formazione che alla ricettività: un luogo di incontro tra cittadini, per la formazione di una cultura più responsabile, volta a favorire la promozione di una “cittadinanza etica” e la salvaguardia dell’ambiente”, come era stato descritto dai suoi ideatori.
Guarda caso c’è già il terreno ed il progetto. La fortuna aiuta gli audaci, i credenti e i politici: il 30 dicembre 2004, grazie anche al voto di Grillo (all'epoca deputato dell'Udc) era stata approvata la manovra finanziaria 2005, con tanto di super contributo di 548.500.000 euro (da diluire in tre anni) per il "finanziamento di interventi diretti a tutelare l’ambiente e i beni culturali, e comunque a promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio". Il Borgo della Pace di Grillo viene ritenuto meritevole di contributo e si aggiudica pacificamente 800 mila euro di soldi pubblici.
I soldi li abbiamo recuperati, ora serve la struttura. La Fondazione scopre miracolosamente che c'è un bel terreno in vendita in contrada Ettore Infersa, a 20 metri dalle saline dello Stagnone e con pacchetto all inclusive: c'è anche un progetto presentato dalla ditta Badalucco Giovanni per la realizzazione di un'attività ricettiva. Un progetto del genere però, per essere realizzato, ha bisogno di alcuni passaggi, che a Marsala sono pure formalità. Come l’approvazione in Consiglio comunale. L'istanza viene presentata il 4 Luglio 2005 e viene approvata con rara puntualità appena due mesi dopo. Il 29 settembre i consiglieri comunali, quasi all’unanimità, si esprimono con parere favorevole. Un paio di giorni prima anche la Soprintendenza per i Beni culturali e Ambientali di Trapani dà l’ok. Si può costruire all’interno dello Stagnone, sono tutti d’accordo.
Passano 3 anni. Nel 2008 la Fondazione acquista l’intera area per circa 350 mila euro. L’edificio si estende per 350 mq, su un terreno che ha un indice di edificabilità pari al 0,4 mc/mq. Cominciano i lavori di costruzione (nel progetto originario era prevista anche una piscina, poi cancellata) accompagnati, come dicevamo da molte polemiche. Il più duro è l’ex consigliere comunale, Lillo Gesone, che prende il borgo come esempio della cementificazione in corso allo Stagnone.
L’ultima pietra Massimo Grillo e la Fondazione la posano nel Marzo del 2011. L’inaugurazione è solenne. Ci sono anche Andrea Goller e Donatella Donato del Movimento dei Focolari a ricordare Chiara Lubitch, ideatrice delle “cittadelle della pace”. Ovviamente c’è Massimo Grillo e la moglie Mariella. Il tutto viene officiato dal Vescovo di Mazara Domenico Mogavero. Una cerimonia in pompa magna per Villa Grillo.
Fin qui, fatti noti. Andiamo alle novità.
Qualche mese fa dalle parti della Fondazione si rendono conto che il Borgo della Pace è un investimento poco fruttifero, bisogna darsi una mossa prima che inizi la stagione estiva. L’ideale sarebbe darlo in gestione a qualcuno del mestiere, così si inizia a spargere la voce tra i fedeli e i fedelissimi: cercasi albergatore della Pace. Siamo a Marzo e c’è anche un problema importante, la campagna elettorale per le amministrative. Grillo è impegnato in prima persona con la sua lista a supporto di Salvatore Ombra e non può permettersi il lusso di scomparire politicamente, anche in vista delle elezioni regionali di Ottobre. Le prime trattative, quindi, le gestisce sua moglie, Mariella Basiricò. Gli incontri – secondo quanto raccontano alcuni testimoni oculari, che hanno partecipato alla trattativa con la famiglia Grillo - hanno quasi sempre lo stesso leit - motiv: “A noi piange il cuore ma purtroppo dobbiamo estinguere il mutuo. Noi non ci vogliamo guadagnare, dobbiamo solo pagare le rate”. Non è chiaro chi sia il “noi”. Chi è che ha contratto un mutuo per la realizzazione del Borgo? E perchè?
La signora Grillo non stabilisce un prezzo ma chiede a tutti gli interessati di inviare un’offerta economica. I patti sono chiari: una stanza del piano superiore (quella con il balcone sullo Stagnone) sarà utilizzata come ufficio della Fondazione, una stanza del piano terra verrà adibita a cappella mentre la “hall” sarà utilizzata due volte al mese per gli incontri spirituali. Il resto può essere dato ai turisti. Dopo il primo incontro, e qualche perplessità, gli aspiranti albergatori chiedono contezza dei documenti necessari per iniziare l’attività ma le carte non vengono mai esibite, “colpa delle lungaggini burocratiche”. Tutte le trattative si concludono sempre con una visita guidata all’interno del Borgo della Pace.
Al di là della logistica e del tramonto sullo Stagnone tutti i potenziali gestori rimangono impressionati da due elementi: l’assenza di un sistema anti incendio e della cucina, magari di un angolo con un piccolo lavabo per preparare la colazione. Niente. Tanta pace, pochi servizi. La signora Grillo dal canto suo assicura gli interlocutori che a breve avrebbero ricevuto “tre stelle” e che si sarebbe completato l’iter burocratico. Tra un appuntamento e l’altro arriva Aprile ma le trattative sono tutte in alto mare, le offerte sono troppo basse, ma non c’è da biasimare. Una nuova struttura alberghiera non può affrontare la stagione estiva senza un’adeguata programmazione, senza una presenza sui principali circuiti di prenotazione online, un pezzo di piano cottura per riscaldare magari la colazione e, soprattutto, senza una chiara destinazione d’uso che rispetti i termini di legge.
Come fare? Ve lo raccontiamo domani.