La quantità di carburante da portare in volo è fissata dalla normative, ma è il pilota a decidere le riserve di cui ha bisogno a seconda della destinazione e delle previsioni di volo. In effetti, il carburante è un fattore di costo importante per tutte le compagnie aeree low cost e tutti i vettori istruiscono i piloti su come consumarne il meno possibile. Il sindacato ha però sottolineato che in questo modo «vengono violati i diritti dei piloti». Secondo Jörg Handwerg, portavoce di Vereinigung Cockpit, la compagnia low cost eserciterebbe su questo tema «una forte pressione» e ci sarebbero addirittura delle liste di piloti stilate in base non alle capacità professionali o di produttività, ma semplicemente ai consumi di carburante che si registrano nei loro voli.
Le autorità aeree spagnole hanno aperto in proposito un’inchiesta mentre la compagnia irlandese ha replicato sottolineando che tutti i suoi aerei volano col livello di carburante previsto dalla legge.
C’è da dire, infine, che Ryanair non gode in Francia dei vantaggi fiscali per i vettori low cost: oltralpe, infatti, il vettore irlandese è stato obbligato a pagare le tasse su quel territorio nazionale