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24/12/2012 05:31:53

Primarie, Sel spaccata: "Deriva antidemocratica". Nel Pd di Marsala la carica di Angileri

Abbiamo detto no!
No a una deriva antidemocratica sempre più vistosa in SEL, che la scelta fatta per la gestione delle primarie evidenzia in tutta la sua drammaticità.
No, alla scelta auto-conservatrice dei gruppi dirigenti di Sel nazionale e periferico.
No, a una pratica politica centrata sull’obbedienza al Capo, sul culto della personalità, sulla mancanza di elaborazione politica e fatta di tattica e di giravolte.
No alla mancanza di volontà, di lottare efficacemente contro i privilegi e i costi della politica, a cominciare dal finanziamento pubblico esagerato e senza regole ai partiti e alle indennità parlamentari.
Sono queste le ragioni, che ci hanno portato a rifiutare di partecipare alle primarie di SEL.
Siamo stati indicati dalle assemblee provinciali e da quella regionale su nostra richiesta. Per noi si trattava del tentativo di imprimere una svolta politica a SEL.
Si trattava di usare lo strumento delle primarie per sottolineare la necessità di una democratizzazione di un partito che vive troppo della sovrapposizione con il suo Presidente.
Siamo stati d’accordo, che una quota di posti sicuri fosse riservata a personalità esterne al partito, perché ciò può dare alla nostra rappresentanza parlamentare, supporto di competenze e rappresentanza e anche che questa quota comprendesse un piccolo numero di dirigenti del partito, che non potendo contare sul consenso interno (SIC), fossero messi al riparo da bocciature.
Tutto questo doveva lasciare al contempo la possibilità, nei territori di quella cessione di sovranità, che fanno delle primarie lo strumento di correzione della porcata Porcellum.
Abbiamo chiesto e ottenuto che fosse la lista del senato a ospitare la o il prescelta/o, e uno di noi ha chiesto di essere inserito nella lista delle primarie al senato, rilevando così il nostro interesse al processo politico e non alla poltrona.
La scelta fatta dal gruppo dirigente nazionale è invece un’accentuazione dell’autoreferenzialità.
E’ un patto scellerato tra centro e periferia e soprattutto tra lo stretto cerchio nazionale e i fedeli in periferia. In Sicilia, soprattutto, rappresenta un colpo mortale ad un partito che alle ultime elezioni amministrative e regionali ha pagato errori e pesanti sconfitte
Le primarie non sceglieranno nessuno. Il centro non solo si riserva di nominare 23 prescelti ma di più, sceglierà le circoscrizioni dove piazzarli, solo dopo le primarie. Sceglierà quindi chi fare diventare, tra i partecipanti alle primarie, assegnatario effettivo della posizione di capolista, chi fare diventare secondo o addirittura terzo, con la combinazione delle candidature di genere.
Cosi non solo il cerchio stretto, ma si premieranno i fedeli che hanno vinto e si puniranno i sospetti di autonomia di pensiero.
Questa scelta ci mette nelle condizioni di non accettare di essere utili idioti che certificano, con la loro presenza la democrazia, anche se non c’è.
I maggiorenti del nostro partito hanno dimostrato anche mancanza di coraggio, perché alle proteste di tutta l’Italia sui prescelti, hanno scelto di rimandare la decisione e così tranquillizzare i fedeli sulla possibilità di essere ripescati.
Infine, al dì là della qualità e dei meriti indubbi dei singoli esterni al partito, la scelta è stata fatta senza nessuna partecipazione, come se fosse un diritto regio e che ha consentito il recupero di nomi di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Continueremo la nostra battaglia per cambiare SEL e per fare vincere il centro sinistra e per fare aprire le porte del centro sinistra a tutte le forze progressiste e riformatrici.
Gaspare Giacalone, Trapani
Maria Guagliardito, Palermo
Franco Cantafia, Palermo
Vincenzo Cilia, Ragusa

09,00 - Cominciamo dalla brutta notizia. Ha ritirato la sua candidatura dalle primarie di domenica prossima per la scelta dei candidati al Parlamento il Sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone.

 Per impedire la sua candidatura hanno fatto di tutto, e Giacalone sembra intenzionato a superare tutti gli ostacoli pur di assecondare il movimento d'opinione che nella sinistra marsalese, lo voleva candidato. Alla fine l'ostacolo più duro: le primarie di Sel saranno un po' una farsa. Il partito di Fava e Vendola ha deciso infatti di bloccare alcuni posti sicuri per dei parlamentari che devono essere eletti a tutti i costi. E fin qui nulla di nuovo. Il problema è che le eminenze grige di Sel comunicheranno solo dopo le elezioni su quale seggio opteranno i "protetti". In questo modo chi vince le primarie potrebbe avere un posto al sole, si, ma non l'elezione garantita. "A me non interessa partecipare a delle primarie fatte al buio - dichiara Giacalone - ,non mi convincono. Mi lascia molto perplesso sapere che da Roma siano stati decisi ed imposti ben 23 nomi che saranno “piazzati” in quelle circoscrizioni dove si ha la “certezza” di un seggio sicuro. Peggio, verranno “piazzati” solo DOPO il risultato delle primarie. Questa non e’ piu’ quella sana competizione democratica che avrei voluto. Quel confronto leale fatto con regole chiare, limpide e capace di creare entusiamo in tutti noi. Mi dispiace per coloro che hanno sperato in una mia candidatura e vi ringrazio per il vostro affetto e sostegno. Ma sinceramente non me ne frega nulla di ritagliarmi un’opportunita’ a qualunque condizione. Per la mia storia personale e per il mio carattere, non ho bisogno di abbassare la testa e “provarci” comunque. Non ci riesco a fare sconti su quelle cose a cui credo profondamente. Cosi’ come non mi piace una linea politica fatta di appiattimenti e troppi compromessi pur di “vincere a tutti i costi”. SEL di oggi non e’ piu’ - ne a livello locale ne a livello nazionale - quel partito nuovo che con tanta speranza ho contribuito a costruire e farlo crescere con tutte le mie forze. Iniziando da Londra e fino in Sicilia. Preferisco continuare ad essere in prima linea come uno dei pochissimi sindaci di sinistra in una terra che ha terribilmente bisogno della bella politica e di cambiamenti veri. Da oggi mi sento un po’ di piu’ un uomo libero..."

Il centrosinistra perde dunque un possibile candidato su cui puntare, ed adesso il testimone di una politica "laica", non asservita alle ragioni dell'Udc, è nelle mani di Annamaria Angileri, che affronterà le primarie del Pd il 30 Dicembre. Anche in questo caso si tratta di una candidatura che è stata boicottata in tutti i modi (uno fra i tutti: il mancato rispetto della parità di genere tra i candidati, per cui ci sono solo  tre uomini a contendersi un posto, e ben sei donne a contendersi l'altro...), ma la forza del lavoro fatto da Angileri in questi mesi - in ultimo il risultato straordinario ottenuto da Renzi alle primarie del 25 Novembre - ha prevalso su tutto. "E' l'ennesima tappa di un percorso cominciato da molto lontano - dicono i sostenitori di Angileri - da quanto abbiamo chiesto al Pd le primarie per la scelta del candidato Sindaco di Marsala...". Primarie che furono negate, perchè il Pd aveva già un accordo sottobanco con l'allora capogruppo dell'Udc all'Ars, Giulia Adamo. Come è andata a finire è storia nota. Ma da allora è cominicato un percorso ormai più arrestabile, che dà agli elettori marsalesi (e non) di centrosinistra la possibilità di dare a Marsala un deputato riformista.