Una relazione che, come abbiamo anticipato in precedenza, prova a fare chiarezza sui conti del Comune e che fornisce alcuni suggerimenti per dare respiro alle casse comunali.
La notizia è che il patto di stabilità è stato sforato, e non poteva che essere così. Lo sforamento però, sottolinea Luppino, è stato notevolmente ridotto rispetto alla somma comunicata a fine novembre scorso. Uno sforamento che in sede previsionale era stato calcolato, ed approvato dal consiglio comunale a novembre, in 11.407.204 euro. La relazione di Luppino esamina i conti dell’ente fino a febbraio, e in quella data lo sforamento del patto di stabilità veniva ipotizzato, non avendo ancora strumenti certi, in 2-3 milioni di euro. Adesso, lo sforamento, comunica sempre il consulente in materia contabile, si è ulteriormente ridimensionato arrivando a 1.365.000 euro. Cifra che è già stata certificata e trasmessa al Ministero dell’Economia.
Come tutti i comuni, anche Marsala ha sofferto i minori trasferimenti di fondi da parte di Regione e Governo.
“Tutti gli sforzi messi in atto dall’Amministrazione ed i suggerimenti forniti dall’ufficio finanziario - si legge nella relazione - hanno ridotto di molto il paventato sforamento di € 11.407.204,35 che avrebbe avuto effetti devastanti sugli equilibri di parte corrente del redigendo bilancio di previsione 2013/2015 ed in particolare sull’annualità 2013”. L’effetto che questo sforamento del patto di stabilità porta con sè è ovviamente la riduzione delle spese che il comune vorrebbe affrontare. Il tetto delle spese è stato quantificato in 67 milioni di euro, in via previsionale, per il 2013. In tal senso, comunica Luppino, è stata prevista una bozza di bilancio già mandata ai dirigenti in materia finanziaria dall’Assessore al bilancio Antonio Vinci.
Luppino fornisce anche alcuni suggerimenti per il bilancio di previsione 2013/2015 “in modo da tentare di rispettare il difficile saldo obiettivo sperando che lo Stato Italiano insieme alla Comunità Europea possano rivedere le regole del patto di stabilità per come più volte suggerito dai Sindaci Italiani e peraltro tentato da alcuni capi di governo europei”.
“In particolare - si legge nella relazione - si fa sempre più insistente la teoria della distinzione sulla qualità della spesa e sulla differenziazione degli investimenti che possono avere una ripercussione sulle entrate correnti anche in considerazione di una politica economica di sviluppo necessaria per uscire dalla fase di recessione economica”.
La richiesta che di recente hanno fatto i comuni italiani ai leader politici è quella di applicare il modello tedesco, spiega Luppino, che escluderebbe dal metodo di calcolo del patto di stabilità le spese per investimenti.
In attesa che questo si realizzi il consulente suggerisce di “continuare con la politica di revisione della spesa corrente e di equità delle entrate anche mediante un più approfondito sistema di controlli interni per come suggerito dal legislatore con la legge 213 del 7/12/2013 che peraltro affida al Sindaco ed al Segretario generale l’obbligo di un referto semestrale alla Corte dei Conti”.
Per quanto riguarda la gestione del saldo di cassa (Entrate patrimoniali e pagamenti sugli investimenti) per Luppino si deve attuare “un migliore coinvolgimento di tutti i Dirigenti comunali affidando loro obiettivi raggiungibili, condivisi e monitorati periodicamente dal sistema dei controlli interni”.
Nella relazione il consulente esterno sottolinea inoltre che occorre evitare azioni esecutive (come gli atti extragiudiziali per il recupero dei crediti) da parte delle imprese che hanno realizzato opere pubbliche, “concordando prima dell’impegno della spesa i termini del pagamento in relazione alla più attenta programmazione dei flussi finanziari”.
“La pratica della cessione pro-solvendo dei crediti da parte delle imprese dovrà certamente essere attuata - scrive Luppino - ma deve essere un rimedio estremo da utilizzare dopo l’utilizzo dei saldi prefissati e comunque deve essere concordata con le imprese ed in ogni caso con l’aggravio dei costi di gestione a carico delle stesse onde evitare responsabilità patrimoniali a carico degli Amministratori”.
La relazione suggerisce un migliore utilizzo delle risorse umane. E Luppino accenna anche all’importanza della dismissione dei beni immobiliari del Comune tra le ricette per rientrare nel patto di stabilità 2013. La previsione per evitare lo sforamento anche il prossimo anno potrà essere rispettata, scrive Luppino, solo se il piano di dismissioni concordato con il Dirigente Palmeri verrà concretamente realizzato entro dicembre (si prevedono vendite immobiliari per circa 5 milioni di euro). Ma anche se le norme sul patto verranno cambiate dal legislatore escludendo i pagamenti dei lavori pubblici.