Alcuni lo chiamano "il fuochista", proprio in virtù dei suoi precedenti penali per alcuni piccoli attentati incendiari nella zona. Abita proprio al confine tra Fulgatore ed Ummari. Secondo quanto riferiscono fonti investigative si è arrivato a lui perchè avrebbe utilizzato il bancomat di Don Michele, che evidentemente gli prestava soldi o lo sosteneva economicamente (era noto che lo sfortunato sacerdote lo facesse con tantissime persone) nel tentativo di fargli cambiare vita.
12,45 - Incandela ha confessato, pare si sia addossato tutte le colpe.
"Un tipo strano, lo avevamo capito che non ci stava con la testa" dicono i vicini di casa di Fulgatore, sbigottiti dopo aver appreso la notizia. Incandela conosceva, ovviamente, come tutti a Fulgatore, Don Michele, che aveva tentato di "farlo rigare dritto", dicono alcune testimonianze. Ma il giovane, invece di cambiare vita, avrebbe scagliato tutta la sua violenza assassina contro l'anziano sacerdote, soprendendolo nella notte nella canonica indifesa di Ummari e massacrandolo a colpi di bastone, per non sentirlo più.
12,25 - Secondo quanto si apprende da ambienti investigativi Antonio Incandela, originario di Fulgatore, 33 anni, con piccoli precedenti di polizia, era "irritato dalle omelie del sacerdote".
Sarebbe questo il movente alla base del terribile omicidio. Padre Di Stefano fu parroco della frazione di Fulgatore per 41 anni prima di essere trasferito a Ummari.
12,00 - E' stato arrestato un uomo, un giovane, di nazionalità italiana per l'omicidio di don Michele Di Stefano, il parroco di Ummari (frazione rurale di Trapani) ucciso con colpi di bastone nella canonica della chiesa il 26 febbraio scorso.
L'arrestato si chiama Antonio Candela. I particolari verranno illustrati in una conferenza stampa nel comando provinciale. Secondo Le prime informazioni, l'omicidio sarebbe avvenuto per futili motivi.