"Pur non volendo entrare nel merito delle indagini che la magistratura sta svolgendo, auspichiamo che l’importanza che l’area in questione riveste per l’intera provincia di Trapani, per la ricchezza del suo patrimonio naturalistico, sia al centro dell’attenzione da parte di tutti organismi e le amministrazioni competenti e che ogni tentativo di speculazione sull’area venga definitivamente spazzato via".
11.30 - Hanno contestualizzato le cose, gli inquirenti. Hanno guardato tutti i progetti presentati da Licata, e hanno capito quello che per loro è il trucco. Tre progetti differenti, ma tre parti di un tutto unitario.
Piano piano, la Roof Garden, senza passare da altri enti, si stava realizzando il suo piano di lottizzazione, secondo la Procura. I tre progetti erano "parti di un unico progettio urbanistico-edilizio, volto a trasformare l'area dei Margi Nespolilla" per realizzare, su pressocchè tutta la sua superficie, un grande centro turistico-ricettivo attrezzato". Ossia: "stabilimento balneare, centro golfistico con Club House, due strutture ricettive oggi realizzate sotto le spoglie (fittizie) di 'opifici'". Questo il trucco svelato dalla Procura, che nel disporre il sequestro dell'intera area di proprietà della Roof Garden sottolinea l'interesse paesaggistico della zona protetta dei dei Margi. E oltre alle violazioni alla legge che sarebbero state individuate nell'attività della Roof Garden, il sequestro preventivo scatta con l'intenzione di bloccare subito i lavori che stanno proseguendo sugli opifici e sull'intera area per non intaccare ulteriormente l'habitat naturale in cui sono stati realizzati.
11.15 - C'è anche il progetto del campo da golf indiziato nel sequestro dell'area dei Margi. Un campo da golf da pratica, uno da sei buche, clun house da 430 mq, e un sistema viario interno.
La Procura, ha notato che i tre progetti (campo da golf, lido, e opifici) erano stranamente conviventi. Tre progetti differenti, ricadenti in uno stesso vasto territorio, con confini ben definiti. Ogni singolo progetto era indipendente dagli altri, ma con delle caratteristiche complementari agli altri. Una lottizzazione di un'area di 18 ettari, fatta a regola d'arte: "le tre planimetrie elaborate dalla Roof Garden e depositate ai fini della valutazione incidenza ambientale sono state concepite in modo tale da non far risultare, a chi esaminasse, il singolo progetto, la contemporanea presenza di altri".
10.55 - Gli illeciti contestati a Michele Licata della Roof Garden sono quelli di lottizzazione abusiva dell'area dei Margi Nespolilla di sua proprietà "consistita nella realizzazione di uno stabilimento balneare, due opifici, un sistema di viabilità interna all'area in questione, oltre che nella progettazione di un centro golfistico con club house". Nonchè l'illecito di abusivismo edilizio per le opere costruite nell'area protetta dei margi in assenza e in variazione delle autorizzazioni ottenute negli anni.
Le costruzioni abusive contestate alla Roof Garden sono quindi i due edifici da 1500 mq destinati ad opifici secondo il progetto presentato all'Assessorato regionale territorio e ambiente, lo stabilimento balneare ricadente sulla spiaggia di Torrazza e la strada carrabile.
Il sequestro dello stabilimento viene quindi "rinnovato", dopo quello scattato a novembre, perchè di fatto non si trattava di una costruzione staginale e smontabile, ma ancora presente dopo la scadenza del periodo di concessione estiva.
La procura si è concentrata soprattutto sull'area interna della proprietà della Roof Garden, ossia sulla zona protetta dei Margi. Qui insistono due corpi di fabbrica che secondo un primo progetto sarebbero stati destinati a opifici per prodotti caseari e zootecnici. E' risultato infatti che il primo progetto sottoposto a Valutazione di impatto ambientale e quello successivamente approvato dal comune non sono uguali. Il primo rispettava i requisiti "agricoli", il secondo no. Viene evidenziato infatti che "i due fabbricati non abbiano reale funzione produttiva (lavorazione prodotti caseari e zootecnici) come dichiarato in progetto, ma nascondano strutture con funzione turistico ricettiva, facenti parte di un progetto teso alla trasformazione del terreno di La Torrazza in un vasto centro balneare/tuyristico/ricettivo, che siano ciò parte di un piano lottizzatorio abusivo".
8.00 - Ieri i carabinieri di Marsala e Petrosino, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno proceduto al sequestro delle proprietà dell'imprenditore Michele Licata a Petrosino, in località Torrazza.
L'ipotesi di reato è quella, ancora una volta, dell'abusivismo edilizio e di lottizzazione abusiva, ma, secondo indiscrezioni, si indaga anche su altro, e la Procura sta passando al setaccio tutte le carte che hanno portato all'ottenimento delle autorizzazioni in quella che è un'area umida che dovrebbe essere oggetto di una particolare tutela e dell'opificio che dapprima doveva essere un albergo e che poi è stato invece dichiarato come un caseificio. Va ricordato che lo stabilimento balneare aveva già subito un provvedimento di sequestro, qualche mese fa, perchè non era stata rispettata la prescrizione di smontarlo una volta finita la stagione estiva. Come previsto dal progetto originario la struttura aveva un’autorizzazione temporale ed al termine della stagione estiva (periodo maggio-settembre), lo stabile dell’area ricettiva doveva essere smontato, con il conseguente ripristino dello status quo precedente, entro la data del 30 ottobre 2012. Ma in realtà - secondo i rilievi fatti - la ditta aveva messo su uno stabile con fondazioni in cemento armato, travi e e pilastri in legno lamellare e copertura in pannelli coibentati.
Il sequestro riguarderebbe tutti i 18 ettari di terreno di proprietà della ditta di Licata, la Roof Garden s.r.l.
Michele Licata, classe 1963. E’, per capirci, il proprietario delle più grandi strutture turistiche di Marsala e Petrosino: il Lido Delfino, il Delfino Beach Hotel, la Tenuta Volpara, e il Baglio Basile.
Giusto ieri, a Petrosino, in un clima di grandissima tensione, si è discusso in consiglio comunale dell'atto di indirizzo per l'esproprio della spiaggia.
L'allarme su quanto sta succedendo a Torrazza e nei dintorni è stato lanciato, ormai quasi due anni fa, da www.marsala.it, con alcune documentate inchieste, che hanno fatto seguito ad un movimento popolare di protesta che a Petrosino era sorto al grido di battaglia "La spiaggia di Torrazza è di tutti". Si tratta di un'area sottoposta a vincoli paesaggistici ed a protezione speciale (zona SIC/ZPS denominata “Paludi di Capo Feto e Margi Spanò”), in cui non è consentita la realizzazione di manufatti in cemento armato, entro un limite dalla fascia costiera di 300 m dalla battigia.
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