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01/08/2013 03:22:59

Uno studio sui fondali siciliani per prevenire terremoti e tsunami

Il progetto PRIN chiamato “Geodinamica Attiva” attivato in collaborazione con Carmelo Monaco dell’Università di Catania, con ISMAR-CNR Bologna, con l'Università di Messina, con l'Università di Roma Tre e l’Università di Parma ha come obiettivo quello di quantificare le deformazioni recenti avute sui fondali e determinare quali e quanti sono gli elementi di pericolosità geologica lungo le coste dell’Italia meridionale. I rilievi saranno effettuati dalla nave N/R CNR Urania.

Alina Polonia, dell'ISMAR CNR di Bologna, ha affermato ad Adnkronos, che :” L’obiettivo è quello di dare risposte ed alcune domande come quella relativa alle faglie attive nello stretto di Messina che potrebbero essere responsabili dei maggiori terremoti italiani”. Alcuni carotaggi sono già stati svolti lungo l’Arco Calabro sottomarino a 4000 m di profondità, scoprendo depositi sedimentari legati ai terremoti risalenti al 1908, 1693, 1169. Su questi campioni verranno applicati dei metodi di studio che hanno già permesso di studiare gli effetti che i maggiori terremoti italiani hanno comportato sui fondali marini. Questo studio era già stato applicato per capire gli effetti del più devastante terremoto mediterraneo storicamente conosciuto, ovvero quello del 356 d.C. di Creta. Quel terremoto di oltre 8 gradi di magnitudo, provocò uno tsunami in tutto il Mar Mediterraneo, con uno strato sedimentoso sottomarino di oltre 25 metri.