La signora che da quarant’anni trascorre le sue vacanze a Triscina, in una di quelle strade che scendono al mare (a volte letteralmente), è molto sincera:
“Abbiamo buttato un mare di ferro e cemento”.
Sono materiali indispensabili per contrastare le forze della natura che "pretendono di impadronirsi" delle coste. Difendere il patrimonio edilizio sembra infatti l’imperativo categorico dell’unica
borgata d'Italia nata completamente abusiva che tenderebbe a trasformarsi nell’unica borgata d'Italia
interamente sanata.
Ma a volte sembra che la natura non sia disposta ad aspettare i tempi delle demolizioni e tenti “prepotentemente” di riprendersi le coste.
Intanto la Procura ha chiesto ai comuni se nei bilanci comunali ci siano già dei fondi per
cominciare le demolizionio se abbiano avviato le procedure per inserire gli stanziamenti economici per le demolizioni disposte dall’autorità giudiziaria. Mentre l’
assessorato regionale Territorio e Ambiente ha diffidato i comuni ad “assumere i provvedimenti repressivi di competenza”.
Si dirà: e se non ci sono soldi?
L’assessore all’Urbanistica di Trapani,
Antonino Giglio ha dichiarato che
si procederà con le demolizioni individuando, di volta in volta, le somme necessarie da più capitoli di bilancio. Secondo l’assessore, infatti, i proprietari delle case abusive avrebbero commesso più infrazioni riferibili a più voci di bilancio.
Egidio Morici
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