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L’asta per la gestione della struttura alberghiera del Giardino di Costanza è fissata dal Tribunale di Marsala per prossimo il 10 Ottobre. Probabilmente la gara andrà deserta. “Certamente noi non parteciperemo - dichiara l'attuale amministratore Andrea Verde - per diverse ragioni. Qui abbiamo fatto in questi mesi una battaglia, per difendere il concetto stesso di Stato, di uso delle risorse pubbliche e di tutela del lavoro. Ma proprio lo Stato, in questa parte di Sicilia, sembra aver abbandonato i suoi cittadini. Il prezzo fissato, 250.000 euro l’anno per due anni è molto alto. Va pagato in anticipo, senza rimborsi in caso di vendita della struttura. Se davvero si volessero tutelare i lavoratori e i creditori, bisognerebbe capire che una struttura così grande ha almeno bisogno di tre anni per riposizionarsi sul mercato, per abbattere e ristrutturare i debiti”. “Mi dispiace - continua Verde - ma decisioni come questa vanificano il nostro lavoro. Nessuno in Sicilia vuole difendere l’occupazione”.
E i lavoratori? Sono, come al solito, l’anello debole di questa catena di truffe e soldi spariti. La struttura, tra impiegati, operai, lavoratori stagionali, dà occupazione ad 80 persone, che hanno pagamenti arretrati per oltre 200.000 euro, e rischiano, dal 1° Novembre prossimo, di andare definitivamente a casa.
E’ per questo che hanno scritto proprio alla vigilia della procedura per l’affitto dell’Hotel Giardino di Costanza una lettera aperta ai curatori, gli avvocati Michele Milazzo e Vincenzo Pantaleo: " L'attuale dirigenza –si legge nella lettera - ha trovato inizialmente molte difficoltà ad operare sul mercato a seguito delle scelte delle precedenti gestioni che hanno causato forti pregiudizi al personale, ai fornitori e alle istituzioni bancarie. L'attuale dirigenza, a nostro avviso, sta riuscendo –sottolineano i lavoratori- nell'intento di recuperare il rapporto con il territorio valorizzando al meglio le risorse umane dell'azienda, creando un ambiente collaborativo e sereno. Una corretta e sana gestione è condizione essenziale per il rilancio dell'azienda e per la salvaguardia dei nostri posti di lavoro. La struttura al momento attuale impiega un numero importante di persone e genera un indotto non trascurabile con i fornitori locali". Così i dipendenti hanno concluso: "in una situazione di crisi del settore e di emergenza occupazionale in Sicilia, non possiamo permetterci il lusso di disperdere il lavoro che si sta svolgendo.
"Chi rappresenta la giustizia deve salvaguardare il lavoro garantendo una gestione sana, trasparente, ben diversa dalle scatole cinesi e delle nebulosità di alcune operazioni finanziarie del passato" è il commento amaro di Andrea Verde. "Non si può perdere un patrimonio che ormai appartiene moralmente alla città e ciò ancor più dopo il fallimento catastrofico, che certamente ha influito sull'economia locale, mi riferisco a fornitori e servizi vari, pertanto vi è un debito morale verso il territorio ed un rapporto di fiducia da ricostruire. Noi l'abbiamo fatto, con un'azione di grande trasparenza, di legalità e di salvaguardia dei posti di lavoro e della stessa struttura portata avanti da me e dai miei collaboratori".