Tante cose si muovono, come sempre sul fronte della piaga delle migliaia di case presenti nel nostro territorio costruite abusivamente, soprattutto sulla costa, entro i 150 metri dal mare, in una fascia dove la legge prevede la inedificabilità assoluta e pertanto l’abbattimento degli immobili. Ma in realtà con la complicità di molti politici e di molte amministrazioni, nulla è stato mai fatto, e oggi il territorio risulta devastato.
La Procura di Marsala, su iniziativa del sostituto Dino Petralia, si è mossa questa estate facedo firmare un protocollo di intesa a tutti i comuni della circoscrizione del tribunale di Marsala per accelerare le pratiche di demolizioni. Il protocollo è stato firmato con grande entusiasmo, ma ben poco si è mosso.
Anche la Procura di Trapani, comunque, si sta dando da fare. Ma il fatto è che queste azioni sembrano tutte limitate all’iniziativa dei magistrati, con le amministrazioni che cercano sempre di perdere tempo.
Si muove anche la Regione Siciliana che ha diffidato in particolare il Comune di Alcamo a “a «emettere provvedimenti repressivi e sanzionatori in materia di abusivismo edilizio”. Ed è per questo che il Comune ha già individuato 57 case da demolire. Si tratta di 23 immobili ricadenti in zone sottoposte a vincoli urbanistici. Ventisei non soggetti a vincoli urbanistici, uno acquisito e già demolito, sette con sanatoria in corso. Le abitazioni individuate dall'Ufficio tecnico sono state realizzate nelle contrade Bosco d'Alcamo, Catanese, Timpi Rossi, Spirito Santo, Palmeri, Calatubo, Vitusi, Maruggi, Valle Nuccio, Scampati, Tre Noci, Morticelli, Canalotto, Mazzone, Faranda e nelle vie Baviera, Arco Itria, Fardella, Bovio, Bixio, Mistretta, Soldato Alfredo, Pio XII e Fardella. Ci sono, tra queste, abitazioni ad esempio costruite nel letto dei fiumi e dei torrenti…
A Castelvetrano, invece, si registra una nota dei consiglieri, Tommaso Bertolino, Gianpiero Lo Piano Rametta e Francesco Martino, che scrivono: «Il fenomeno dell'abusivismo edilizio sanabile e non, è certamente da ricercare nella mancata attività di pianificazione territoriale protesa alla redazione, stesura o revisione, di strumenti urbanistici al passo con le dinamiche socio-culturali ed economiche di un vasto e variegato comprensorio come quello castelvetranese. Riteniamo che iniziare le demolizioni non significa risolvere il problema». Le abitazioni abusive da abbattere nella sola frazione marinara di Triscina sono 500, per effettuare l'operazione, complessivamente, servono 15 milioni di euro.
«Considerata - aggiungono i consiglieri comunali del gruppo indipendente - la complessa e spesso contrastante e contraddittoria produzione di atti e provvedimenti amministrativi emessi in materia di pianificazione e non, che non ha consentito e nè consente ad oggi una chiara e univoca interpretazione della disciplina urbanistica vigente nel nostro territorio, ci sovviene un quesito circa il perchè dell'inerzia di certa politica o di certi dirigenti. Indubbiamente risulta molto più semplice accusare il "cittadino" quale vandalo e unico responsabile del fenomeno abusivismo, piuttosto che individuare possibili soluzioni da attuare attraverso, per esempio, l'elaborazione di Piani territoriali finalizzati alla riqualificazione, tutela e valorizzazione delle coste siciliane e non come è stato fatto fin'ora attraverso l'emanazione dei vari condoni che si sono succeduti negli anni».