Pippo Sparla se ne va. Non è più consulente esterno a titolo gratuito del comune di Marsala. Non è più nemmeno presidente dell’istituzione Marsala Schola.
Si è dimesso inviando una nota al sindaco Giulia Adamo che è rimasta amareggiata dalla scelta del suo consulente gratuito.
La decisione di andarsene Sparla l’ha presa dopo l'inchiesta di www.marsalait e la lettera che Libera, a firma del coordinatore provinciale Salvatore Inguì, ha inviato al sindaco. In sostanza Libera chiedeva al sindaco Adamo chiarimenti sulla situazione di Sparla. Che chiarimenti? Quelli sul suo passato. Pippo Sparla infatti negli anni 80 compariva negli elenchi della loggia segreta Iside 2, scoperta a Trapani. La loggia Iside 2 vedeva tra gli iscritti politici, manager, banchieri, professionisti, ed esponenti di Cosa nostra. Sparla nei primi anni 2000 aveva anche patteggiato una pena ad un anno, sospesa, nell’ambito di un’inchiesta sugli asili nido a Trapani che portò allora al suo arresto e a quello di altre persone tra cui il sindaco Laudicina. L’inchiesta poi finì con l’assoluzione di tutti gli altri coinvolti. A Sparla rimase il patteggiamento. Libera, riprendendo di fatto l’inchiesta di Marsala.it, aveva sollevato qualche perplessità sull’opportunità degli incarichi di rilievo a Sparla in un’Amministrazione che si è sempre detta fautrice della trasparenza. Giulia Adamo in conferenza stampa, mercoledì scorso, aveva annunciato una risposta di Sparla.
E la risposta è arrivata. Eccola qua. Sparla nella lettera inviata al Sindaco dice di essere stato “destinatario di pesanti attacchi da parte di alcuni “soggetti” che, rispolverando una vicenda giudiziaria che mi ha sfiorato circa trent’anni addietro, i cui contorni pensavo di avere definitivamente chiarito sotto ogni profilo ha accostato il mio nome a personaggi e contesti che nulla hanno mai avuto a che vedere con la mia persona”. L’ormai ex consulente del sindaco si riferisce alla vicenda della Loggia Iside 2. “Pensavo che, avendo reso noto di non avere mai fatto parte della massoneria o di logge segrete agli stessi organi di informazione che hanno divulgato tale infondata notizia ed alla stessa Associazione Libera – alla quale, per tempo, era stata addirittura consegnata copia del provvedimento del Tribunale di Trapani del 1990 con il quale si dichiarava il “non doversi procedere” nei miei confronti per tali “fatti”, la situazione fosse definitivamente chiusa. Così tuttavia non è stato!” Poi c’è l’attacco all’associazione antimafia: “Vengo a conoscenza, con rammarico, che l’Associazione Libera, non soddisfatta del suddetto provvedimento di proscioglimento, con un’azione di evidente natura politica malcelata da una fragile facciata di “eticità”, ha “condizionato” la propria partecipazione al “Festival dei beni confiscati alla mafia”, evento che il Comune di Marsala sta organizzando unitamente al Comune di Milano, all’interruzione di ogni rapporto di collaborazione tra codesta Amministrazione e il sottoscritto”.
Sparla allora informando delle sue dimissioni scrive che non riece “minimamente a tollerare l’idea che la mia collaborazione con codesta Amministrazione possa divenire, seppur in mancanza di ogni concreto e ragionevole presupposto, fonte di pregiudizio per l’azione dell’Amministrazione e per l’immagine della Città di Marsala”.
“Mi sfuggono le ragioni della scesa in campo dell’Associazione Libera - continua Sparla - e di una sua così grave presa di posizione considerato che ritengo senza falsa modestia che detta Associazione avrebbe dovuto invece apprezzare gli sforzi profusi dallo scrivente, in linea con gli obbiettivi fissati dalla S.S., per la tutela della trasparenza e della buona amministrazione ed i risultati agli stessi consequenziali. Né posso ragionevolmente pensare che alcune reale incidenza sulle determinazioni assunte dalla medesima Associazione possa aver avuto la sentenza di patteggiamento per la vicenda giudiziaria in cui sono stato coinvolto nel 2001, vicenda peraltro successivamente conclusasi nei confronti di tutti gli altri miei coimputati, con una sentenza di assoluzione”. Anche su questo fatto Sparla dice di aver chiarito tutto, poi continua parlando della sua integrità morale “ampiamente acclarata dagli incarichi di prestigio ricoperti, anche nell’ultimo decennio, in vari consessi locali e nazionali, non ultimo come componente del Nucleo tecnico istituito, presso la Prefettura di Trapani, per la valutazione delle agevolazioni richieste dalle vittime dell’estorsione e dell’usura, incarichi che penso non mi sarebbero stati conferiti se non fosse stata preliminarmente verificata la mia correttezza e la mia idoneità”.
“Del resto - continua Sparla attaccando la stampa - tentare di dare dimostrazione di integrità morale a chi sovverte il principio di “presunzione di non colpevolezza” in quello di “presunzione di colpevolezza” e pone in essere un vero e proprio linciaggio mediatico, trincerandosi convenientemente dietro quei sacri principi del diritto di cronaca e della libertà di stampa in realtà violentati, mi sembra assolutamente inutile, ben consapevoli che tali soggetti continueranno comunque nella propria deliberata e gratuita azione di demolizione della mia immagine. Ovviamente, costoro dovranno assumersi la responsabilità delle proprie “etiche” azioni”. Sparla chiude con sperando che le dimissioni “possano in qualche maniera serviere ad attenuare il clima di tensione e ridurre le polemiche nei confronti dell’Amministrazione”.
Dopo la lettera di Sparla il sindaco Giulia Adamo è rimasta amareggiata, e ha mandato una sua nota indirizzata a Libera, in cui tra le righe si legge che il rapporto si è un tantino inclinato.
Nei giorni scorsi, in confereza stampa, il sindaco aveva detto: “Non ci risulta che Pippo sia stato condannato per quanto riguarda Iside, anzi il giudice ha dato il non luogo a procedere, chi ha detto diversamente se la vedrà in tribunale”. Infatti nessuno ha detto diversamente. E’ stato semplicemente ricordato che il presidente di Marsala Schola, un ente che gestisce qualcosa come 6 milioni di euro, e consulente gratuito in materia di burocrazia negli anni ottanta risultava essere iscritto a una loggia segreta. “Uno può essere anche nell’elenco, ma se non viene neanche indagato che problema c’è? Non è stato neanche rinviato a giudizio”. Nessun problema per il sindaco Adamo. E sul patteggiamento sulla vicenda degli sili nido: “c’è una richiesta di patteggiamento su un falso per non restare in galera, tant’è che tutti gli altri che sono rimasti in galera poi sono stati assolti.” Il sindaco nell’occasione ha giudicato “misera” la notizia del conflitto di interessi sollevato dal servizio di Report alla Camera di Commercio di Trapani. La lente di Report si è concentrata su Camera di Conciliazione Srl, una società di mediazione civile (la mediazione civile adesso è obbligatoria, dopo la riforma del 2010 voluta da Alfano), con sede a Mazara del Vallo, e che ha tra i suoi soci Luigi Laudicina, nipote di Pippo Sparla, Gaetano Vita e Daniela Pace, giovane figlia di Pino, presidente della Camera di Commercio. Gaetano Vita è presidente del collegio dei revisori della Camera di Commercio. In pratica, è colui che controlla i conti di Pace, ma è anche socio della figlia di Pace. Un bel conflitto di interessi. La vicenda di Sparla si chiude con le sue dimissioni e con il sindaco che ne elogia il lavoro. “Abbiamo fatto una serie di semplificazioni burocratiche che Libera non può non apprezzare assieme a noi. Per noi la trasparenza, la giustizia e l’antimafia non è una cosa di facciata”. Il sindaco però trova la spiegazione a tutto, alla richiesta di Libera, alle inchieste di Marsala.it. A modo suo. “Pippo sparla dà fastidio perchè è competente”.