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29/11/2013 07:00:00

Ascesa e degrado del centro storico di Marsala. Così all'Antico Mercato regna l'anarchia

Bell’Italia ha definito Marsala la “Piccola Parigi del Sud”. Un titolo da copertina, un titolo che ha fatto inorgoglire l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Giulia Adamo, che, però, pochi mesi prima l’uscita del servizio da nove pagine aveva fatto tanto di pubblicità sul mensile turistico, al costo di 5000 euro.  La Piccola Parigi, con un centro storico stupendo. Bellissimo, e ci mancherebbe. Ma che va rilanciato in maniera seria. Senza alcuna strategia e programmazione non si va da nessuna parte. O forse sì, solo sulle pagine di Bell’Italia.
Storia esemplare di come stia andando a rotoli il centro storico è quella dell’Antico Mercato di Marsala. Nato da un’idea di alcuni giovani imprenditori, commercianti e professionisti marsalesi per fare dell’Antico Mercato del pesce il luogo elegante della movida a Marsala.
Oggi invece quel posto è in tempesta, una jungla in cui tutti fanno quello che vogliono, dove si incontrano spesso brutte facce dedite alla rissa e alle ubriacature. Insomma, non è più un luogo piacevole  come nelle intenzioni originali. 
L’ultimo episodio è avvenuto qualche giorno fa, quando il gestore di un locale è stato picchiato da un cliente un po’ alticcio. Il ragazzo era un po’ su di giri, e quando il titolare del pub gli ha chiesto di non fare troppi casini allora lo ha preso a cazzotti. Non è la prima volta che all’Antico Mercato succedono episodi di questo genere, tanto che la vicenda ormai non fa più notizia. Per un periodo in quel luogo, che è pubblico, giravano anche dei "buttafuori". Adesso i commercianti hanno deciso di scrivere una lettera alle forze dell’ordine per chiedere maggiori controlli. Già, i titolari. Forse però la responsabilità è anche loro. Doveva essere un luogo IN, l’Antico Mercato, è diventato per molti un luogo OUT. Perchè?
Nel 2009, quando è nato tutto c’erano tanti buoni propositi. L’allora amministrazione Carini aveva concesso i locali con un costo annuale irrisorio per chi ne aveva fatto richiesta. Si tratta di piccoli box, in totale erano 18, che sarebbero stati utilizzati per pub, vendita di souvenir, prodotti tipici ecc… L’affitto annuale va da 628,71 a 987,12. Un prezzo eccezionale, per incoraggiare a fare impresa.
All’interno del progetto dell’Antico Mercato, c’era Benny Musillami, che adesso ricopre la carica di assessore ai Lavori Pubblici nella Giunta Adamo. Musillami aveva un suo box, con degli amici. Poi ha ceduto tutto. Da architetto inoltre aveva firmato quasi tutte le Dia (Dichiarazioni di inizio attività) dei locali presenti nell’Antico Mercato.
Proprio sui box nel corso degli anni c’è stato un crescente cammino verso l’anarchia. Molti titolari dei locali facevano un po’ quello che volevano, su tutti i fronti. Aiutati in questo anche dalle distrazioni del Comune. Ad esempio, inizialmente l’Antico Mercato era stato pensato come un posto non solo di movida ma anche di attrazione turistica.
Tutti i progetti redatti dall’allora giunta Carini prevedevano non solo locali con autorizzazione a vendita di bevande e alimenti, ma anche quelli per i souvenir, per associazioni, artigiani e così via. Prima è stata fatta una delibera dal Comune di Marsala che stabiliva, appunto, il numero di attività alimentari e non alimentari. Poi il Comune ha fatto un bando di gara per assegnare i locali e anche individuarne la destinazione d’uso. Sia la delibera che il bando specificavano che il box assegnato doveva essere utilizzato esclusivamente per la destinazione d’uso indicata. Bene, il bando però non ha avuto il successo sperato. Allora qui c’è il pasticcio. Perchè si decide di dare in affitto i locali a quelle persone che avevano presentato domanda di concessione dopo la scadenza. Le indicazioni dovevano rimanere quelle già espresse in sede di gara. Invece no, perchè succede che uno dei box, il numero 26, è stato alla fine affittato a Pietro Savalla con una destinazione d’uso diversa rispetto a quella di origine. In sostanza, un box in cui era prevista la semplice vendita di souvenir poi è stato affittato per la vendita di alimenti. Un piccolo grande pasticcio. In tutto ciò è sorprendente che questo pasticcio sia sfuggito all’architetto che ha firmato la Dichiarazione di inizio attività, che sarebbe stato, appunto, l’attuale assessore Musillami. Inoltre il box in questione è stato chiuso per parecchio tempo, circa un anno, e il titolare mantiene ancora la concessione. Ma nelle indicazioni del Comune non viene prevista la chiusura per così tanto tempo dei locali, pena la revoca della concessione. Il criterio è semplice: noi Comune ti diamo a un prezzo stracciato un locale in cui poter cominciare la tua attività ma deve essere continuativa, altrimenti se non hai interesse la concediamo a un altro giovane che vuole fare impresa. Semplice. La concessione poi non può nemmeno essere ceduta. Si può però cedere un ramo dell’azienda che ha ottenuto la concessione. E’ la stessa cosa. Questo è un po’ quello che succede, il rapporto distorto che c’è con le poche regole all’Antico Mercato. Non è una questione di poco conto, in una città dove il Sindaco Giulia Adamo questa estate ha convocato in fretta e furia la stampa per annunciare un piano straordinario contro la disoccupazione. Ebbene, con grande meraviglia di tutti, il piano consisteva nel bando di concessione per ben sei (!) chioschi in alcuni luoghi della città. Non solo non si è aperto nessun chiosco, ma se il Sindaco, o l'assessore Musillami, avesse fatto una verifica delle condizioni dei box del Mercato, poteva sortire maggiore effetto.
Ma torniamo a noi. Il Comune di Marsala all’inizio ai concessionari aveva posto alcune semplici condizioni. Provvedere alla guardiania, (ossia i titolari dei locali avrebbero dovuto stipulare un contratto con una delle tante agenzie di sicurezza privata che ci sono a Marsala per avere una vigilanza durante le ore di chiusura ) manutenzione dei locali, e stipulare una polizza di assicurazione dei box. Alla pulizia ci avrebbe pensato il Comune e l’Aimeri, ogni giorno. Perchè ogni giorno all’Antico Mercato si svolge, appunto, il mercato. Pesce, frutta verdura, tutto quanto. Finite queste attività, nel pomeriggio, arriva Aimeri e pulisce tutto per la sera. Ma la pulizia lascia molto a desiderare. I gestori dei locali hanno più volte chiesto una maggiore attenzione all’Aimeri. Ma nulla di fatto. Quelli dell’Aimeri arrivano, prendono la spazzatura (spesso non tutta) buttano un po’ d’acqua e vanno via.
Dicevamo che all’Antico Mercato succede di tutto, negli anni i gestori hanno provato a darsi delle regole che loro stessi hanno disatteso. E così vai col decibel libero. Perchè in tutto ciò il Mercato è diventato una discoteca. Si voleva la movida? Eccola qua, in pieno centro storico le casse che pompano fino a tarda notte. Eppure all’inizio i gestori dei pub si erano detti: “se vogliamo mantenere questo posto tranquillo non dobbiamo alzare i decibel. Niente batterie, e niente dj”. Come non detto, nel giro di poco tempo è arrivato il primo gruppo, con batterista al seguito. Allora si è chiuso un occhio ed è stato deciso di ammettere le batterie e la musica un po’ più dura, c’è sempre un popolo da far divertire. Ma alternandosi. Ossia i locali, almeno quelli più vicini tra loro, non avrebbero dovuto organizzare serate con gruppi e dj lo stesso giorno. Altrimenti ci sarebbe stato troppo casino, anche perchè il Mercato è un luogo praticamente chiuso, che fa da cassa di risonanza. Come non detto, passa poco tempo e si comincia a fare come si vuole. Nessuna regola, nessuna alternanza, nessun rispetto dei limiti di volume e orario previsto dalle ordinanze dell’amministrazione.
L’Antico Mercato è una struttura davvero incantevole, datata XVI secolo. Un posto storico, che andrebbe tutelato. Ogni fine settimana invece si trasforma a certe ore in un campo di battaglia, con zone più o meno incasinate. Adesso, proprio, servirebbe una regolamentazione seria sull’utilizzo di quel posto. Su come bisogna fare la pulizia, sul volume della musica, sulla sicurezza e la vigilanza, sull’utilizzo dei box. Su come, insomma, quel posto debba tornare a essere civile. Come in ogni “Piccola Parigi” che si rispetti.