Batte un colpo il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, ed apre la questione morale nel Pd, dopo quanto successo ad Alcamo, con la notifica di un avviso di garanzia al "dominus" del pd trapanese, Nino Papania, per voto di scambio. Tranchida è il primo firmatario di un documento che riporta in calce 29 firme di amministratori e dirigenti locali del PD, tutti pro - Renzi, ed è chiaro che il loro intevento nasce anche in vista delle primarie nazionali del prossimo 8 Dicembre.
«Pur essendo garantisti convinti - si legge nel documento - non esprimiamo solidarietà all'indirizzo di alcun politico coinvolto in vicende di mafia o collusioni affaristiche, pratiche clientelari, non solo nella formazione professionale e peggio ancora in squallide iniziative di scambio di voti. E' bene che la magistratura non si fermi davanti ad alcun santuario della politica nazionale e, in particolare siciliana, da Trapani a Messina. E se qualcuno, vecchio o "nuovo" pensa di salire sul carro di Renzi per salvare la propria pelliccia diciamo che per lui non può esserci nessuna ciccia per il passato o grasso che cola per il futuro».
Il documento di Tranchida è firmato, tra gli altri dal sindaco di Santa Ninfa Peppe Lombardino, dagli assessori del Comune di Erice Gianni Mauro ed Angelo Catalano, dal vicesindaco di Favignana Enzo Bevilacqua e da quello di Custonaci Mimmo Candela. Ci sono anche i consiglieri comunali di Erice Pippo Martines, Pino Agliastro, Paolo Genco e Nino Ingrasciotta, il presidente del consiglio comunale di Santa Ninfa Vincenzo Di Stefano, il consigliere comunale di San Vito Lo Capo Giuseppe Catanese e il coordinatore del Pd di Campobello di Mazara Vincenzo Accardo. L'elenco continua con i consiglieri Gianfranco Palermo (Valderice), Ivano Motisi (Castellammare del Golfo), Nicola Biondo, Benedetto Falcetta e Rosario Pellicane, da Santa Ninfa.
L'ex senatore, intanto, è stato convocato, per il prossimo 20 dicembre, al Palazzo di Giustizia di Trapani per essere sentito nell'ambito del processo a carico dei suoi presunti estorsori. Il procedimento è connesso a quello che vede indagato Papania insieme con altri per voto di scambio. Leonardo e Giuseppe De Balsi, Giovanni Renda, Leonardo Vicari, Francesco Domingo, Enzo Amato ed Antonio Mistretta sono accusati di avere fatto delle pressioni all'ex parlamentare con lo scopo di ottenere un posto di lavoro. Gli ultimi tre sono chiamati a rispondere anche dell'attentato incendiario ai danni della segreteria politica di Papania. Il giudice per le udienze preliminari, in accoglimento di una richiesta del pubblico ministero Rossana Penna, ha disposto l'acquisizione di alcuni verbali relativi al sequestro di schede elettorali effettuato dai carabinieri ad Alcamo. Per il magistrato in quelle carte c'è la prova dei rapporti tra Papania e gli imputati. Il processo proseguirà il prossimo 20 dicembre, quando sarà chiamato a deporre sul pretorio l'ex senatore. Nella stessa giornata sono previste la discussione e la sentenza.