"I soldi ci sono". La Regione ha un mare di soldi. Un mare. Come quello davanti al porto di Marsala. Un mare di soldi tutti per la città, tutti per Marsala, per il porto, per il sindaco Giulia Adamo. Lo ha gridato, detto, urlato più volte al vento, che imperterrito sta distruggendo le banchine. Lo ripete da due anni, Giulia Adamo. Ma non è proprio così, e lo dice direttamente la Regione Siciliana con una lettera inviata al Comune di Marsala lo scorso ottobre. E’ tutto in allegato alla delibera della giunta comunale di Marsala proposta al consiglio comunale per l’approvazione del nuovo progetto della messa in sicurezza del porto di Marsala. Per l’appunto, il progetto "pubblico" del sindaco Adamo.
A scrivere al sindaco è direttamente il dirigente della Regione Sicilia Giovanni Arnone.
Arnone, e il capo servizio Carmen Lo Cascio, rispondono a una nota del sindaco Adamo sulla richiesta di far diventare il Comune di Marsala stazione appaltante dei lavori di messa in sicurezza del porto di Marsala. La nota di risposta del dirigente Arnone è una totale smentita alle dichiarazioni del sindaco Adamo che, prima di tutto, aveva addebitato al precedente Rup, l’ingegner Gaspare Mollica, la responsabilità del dilatarsi dei tempi dell’iter per l’approvazione del progetto di messa in sicurezza del porto di Marsala. “Non è così”, dice Arnone al Sindaco, difendendo l’operato di Mollica. E aggiunge di aver constatato “il corretto adempimento dell’incarico finora scolto da parte del dirigente in questione” ribadendo la fiducia in Mollica. Sulla richiesta di diventare stazione appaltante da parte dell’Amministrazione Comunale, il dirigente Arnone dà il nulla osta. Ma ricorda che il ruolo di stazione appaltante prevede l’adozione di alcuni provvedimenti indicati dalla legge. Tra gli adempimenti dell’amminsitrazione comunale c’è quello di nominare un Responsabile unico del procedimemento (Rup) “per tutte le fasi del procedimento relative alla progettazione, affidamento ed esecuzione dell’opera”.
Poi arriva lo smacco. La smentita. Quello che tutti sapevano, che il sindaco ha sempre negato. Ossia la mancanza di fondi. Il progetto di messa in sicurezza del porto voluto dal sindaco Adamo secondo quanto sempre detto dal primo cittadino costerebbe 50 milioni di euro, contrapposto a quello della Myr di Massimo Ombra per cui è stato avviato l’iter burocratico già durante l’amministrazione Carini attraverso la legge Burlando. Progetto, quello della Myr, finanziato con fondi privati, bloccato dall’amministrazione comunale guidata da Adamo, che da qualche mese ha riaperto la conferenza di servizio, anche per via della maxi richiesta di risarcimento danni presentata dalla Myr al Tar Sicilia per i ritardi sull’iter. I soldi dicevamo. Ci sono, non ci sono, arrivano, non arrivano? Se lo sono chiesti tutti in questi mesi. Arnone scrive al sindaco che non ci sono. La smentita, nella nota di ottobre, è secca. La parte in questione viene recepita dall’Amministrazione applicando due bei punti interrogativi a lato. “Per completezza di informazione - scrivono i funzionari della Regione - appare il caso di evidenziare che, allo stato attuale nessun appostamento finanziario è previsto nei capitoli di bilancio regionale, sia relativi a fondi nazionali che comunitari, per il finanziamento dell’intervento in argomento e più in generale nel FESR 2007/2013”. Traducendo. Nei libri contabili regionali non ci sono fondi previsti per il porto di Marsala. Nè fondi nazionali, nè dall’Europa. La speranza è l’ultima a morire. La nota continua: “l’intervento potrà trovare eventuale (eventuale è sottolineato,ndr) copertura finanziaria nell’ambito del prossimo ciclo di Programmazione comunitaria 2014/2020, o in altri strumenti di programmazione economica e finanziaria quali l’Accordo di Programma Quadro, il C.I.S. etc”. In sostanza, al momento soldi non ce ne sono, forse, forse, nella prossima programmazione di fondi europei. Ma se ne potrebbe parlare tra qualche anno, visto che i fondi FESR del periodo di programmazione 2000/2006 si stanno rendicontando soltanto adesso.
La lettera si chiude con un elogio all’ingegnere Mollica, congedandolo dal ruolo di Rup, riconoscendo “l’indubbia professionalità dimostrata nell’adempimento del proprio incarico”.