Imprenditori, avvocati d’affari, bancari e banchieri esteri, cracker, consulenti finanziari e mediatori creditizi, consulenti aziendali, ragionieri e dottori commercialisti, immobiliaristi, periti assicurativi. E’ questo l’esercito della truffa sgominato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo ieri mattina. 27 le misure cautelari. In 4 sono finiti in carcere, gli altri ai domiciliari, uno è ancora ricercato. Otto società sequestrate, per un valore totale di circa 10 milioni di euro. Questi sono i numeri dell’operazione “Cala spa”. L’inchiesta è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo (Procuratore Aggiunto dott. Leonardo Agueci, Procuratore Aggiunto dott. Bernardo Petralia, Sostituti Procuratori dott. Calogero Ferrara, dott. Antonino Di Matteo e dott.ssa Marzia Sabella).
I reati contestati, a vario titolo sono, “riciclaggio, truffe, accesso abusivo a sistemi informatici o telematici e furti”, 15 degli arrestati dovranno rispondere anche del reato di “associazione per delinquere”.
Quella scoperchiata ieri si tratta di “una ben strutturata associazione per delinquere i cui appartenenti, ciascuno con specifiche competenze professionali, si adoperavano in complesse operazioni finanziarie illecite”, scrivono gli inquirenti.
La centrale operativa era a Palermo, dove è partito il blitz, ma i complici all’organizzazione provenivano anche da altre città. Agli arresti domiciliari sono finiti anche quattro marsalesi, due professionisti di Castelvetrano, e un ex ispettore di polizia di Custonaci.
GLI ARRESTATI
I nomi degli arrestati portati in carcere: Lorenzo Romano, Palermo 1965, consulente finanziario per le imprese; Dario Dumas, Palermo 1965, perito assicurativo; E.F., Corleone, 1972, imprenditore; Francesco Spataro, Palermo 1959, bancario.
Ecco i nomi degli arrestati ai domiciliari: Giuseppe Spataro, Palermo 1962, disoccupato; Calogero Marino, Palermo 1944, consulente finanziario; Francesco Scimone, Palermo 1969, mediatore immobiliare; Natale D'Amico, Bagheria 1962, titolare di agenzie immobiliari; Antonio Atria, Castelvetrano 1966, avvocato; Francesco Ilari, Custonaci 1960, ispettore di polizia in pensione; Giuseppe Andrea Mandalà, Palermo 1981, consulente assicurativo; Gioacchino Balistreri, Marsala 1948, consulente del lavoro; Giorgio Stassi, Palermo 1961; Alessandro Aiello, Palermo 1976; Giuseppe Burrafato, Palermo 1965, commerciante; F.S., Capaci 1969, programmatore informatico; Antonio Alagna, Marsala 1964, imprenditore; P.P., Pordenone 1966, consulente finanziario; Robert Da Ponte, Usa 1949, banchiere svizzero; Nicola Stagi, Viareggio 1967, imprenditore; Giovanni Perrone, Castelvetrano 1963, imprenditore edile; Eros Sivieri, Torino 1965, imprenditore; Germano Zanrosso, Vigevano 1957, imprenditore; Alessandro Feo, Palermo 1970, consulente finanziario; Francesco Sances, Marsala 1967, commerciante; Matteo Licari, Marsala 1957, commerciante.
DALLA MAFIA ALLA CRICCA
L’inchiesta “Cala Spa” nasce da un’altra indagine che, nel febbraio 2009, ha condotto all’Operazione “Senza Frontiere”, con l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 appartenenti a Cosa nostra. Le investigazioni avevano consentito di ricostruire le dinamiche operative della famiglia mafiosa di Villabate.
L’analisi dei soggetti in contatto con gli ambienti mafiosi villabatesi faceva orientare le attenzioni investigative nei confronti di Romano Lorenzo, abile uomo d’affari risultato essere a capo di una associazione per delinquere dedita alla commissione di reati contro il patrimonio e la pubblica fede.
IL GRAN COLPO (FALLITO) AL MPS
C’è anche il tentativo di sottrarre 40 milioni di euro al Monte dei Paschi di SIena, attraverso l’accesso abusivo al sistema informatico del Gruppo.
Dalle indagini della Dda di Palermo sarebbe emerso che nel marzo 2010, Lorenzo Romano, titolare della “Adivisor Team”, stesse pianificando, assieme ad altri complici, una fraudolenta sottrazione, per quaranta milioni di euro, da conti (denominati rispettivamente “Cassa previdenza nazionale dipendenti MPS” e “Fondo pensione complementare dipendenti MPS”) esistenti presso la sede centrale del Monte dei Paschi di Siena. Il denaro, una volta sottratto, sarebbe stato trasferito in un conto corrente della “Falcon Bank” di Zurigo e da lì, tramite successive operazioni “estero su estero”, in paradisi fiscali oltreoceano.
L’indagine si è svolta anche grazie alle intercettazioni. Alfredo Tortorici e Francesco Spataro vengono intercettati mentre parlano proprio della truffa al Mps.
“TORTORICI: …. ci vogliono almeno due passaggi, perché tra il secondo e il terzo si mette la chiave di chiusura… deve fare un giro dall’altra parte dell’oceano, verso il sud dell’oceano, deve girare le acque per poi rientrare di nuovo eventualmente in una filiale. SPATARO F.: … questo e’ il fondo di una cassa mutua interna dei 32 mila dipendenti (MPS ndr), quindi c’è questo fondo di 40 milioni …”.
Captato il pericolo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo, d’intesa con la Procura della Repubblica di Palermo, hanno allertato la direzione generale del Monte dei Paschi di Siena del concreto rischio che i sistemi di sicurezza informatica della banca potessero essere violati.
RICICLAGGIO DI DENARO SPORCO
C’è anche il riciclaggio di denaro in valuta estera di provenienza illecita tra i reati contestati. Dalle indagini è emerso che Giovanni Perrone, imprenditore edile di Castelvetrano, in passato indagato per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione antimafia “Golem II”, era in possesso di un ingente quantitativo di valuta estera, marchi tedeschi e dollari americani, giacente in un istituto di credito svizzero.
Perrone, collaborato dall’avvocato Antonio Atria, anche lui di Castelvetrano, da Romano e Dario Dumar, hanno tentato di immettere fraudolentemente sul mercato valuta estera fuori corso (1 milione e mezzo di marchi) e certificati di deposito in dollari americani (8 milioni) attraverso la loro vendita ad un prezzo inferiore rispetto al valore di cambio. Nell’operazione avrebbero svolto un ruolo determinante i mediatori finanziari Eros Sivieri, Germano Zanrosso e Nicola Stagi.
Per provare l’effettiva disponibilità delle banconote veniva chiesto di fare delle foto, con accanto un giornale di giornata e il nome.
POLIZZE FALSE
Tra i reati contestati c’è anche il tentativo di truffa attraverso la realizzazione di false polizze fidejussorie, rubando da una filiale Mps di Palermo tutta la documentazione e la modulistica necessaria.
Anche in questo caso, hanno giocato un ruolo determinante soggetti con specifiche professionalità quali impiegati di banca, imprenditori, liberi professionisti e esperti finanzieri, ciascuno con specifici compiti finalizzati alla commissione delle truffe e alla successiva spartizione degli illeciti profitti.
L’affare più remunerativo avrebbe dovuto riguardare ancora una volta il Monte dei Paschi di Siena da cui l’infedele dipendente Spataro Francesco aveva trafugato dei moduli per la stipula di polizze fideiussorie.
In concreto, il gruppo, attraverso false garanzie fideiussorie e avvalendosi di una delle società facenti capo a Fontana, avrebbe effettuato un grosso ordinativo di merce che sarebbe stata rivenduta subito dopo la consegna e mai pagata al fornitore perché, intanto, la società debitrice sarebbe fallita. Emblematica è un’itercettazione: “a livello societario si possono creare tante cose! …Diciamo che attualmente ho per le mani … che gestisco … che mi stanno lavorando a pieno regime, sono 12 società ma ho 22 società messe in lista che … ormai .. diciamo che è una catena di montaggio perché io ogni anno ne programmo due o tre che SI INCENERISCONO (ndr. falliscono) … ormai le ho messe tutte a pieno regime, diciamo. …. Perché la cosa ANOMALA DI QUESTE SOCIETA’ E’ CHE IO NON SPUNTO DA NESSUNA PARTE!!! … Io .. ho fatto, in questi anni, come .. ho fatto sempre cose piccole .. INDOLORE … potrei fare molto di più però oggi quello che manca è il TEAM!! La collaborazione di persone .. che quando parliamo di un progetto, hanno già un progetto … sappiamo se si può fare o meno….”.
I FINTI DIPENDENTI E LA TRUFFA A FINANZIARIE E INPS
Dalle indagini è emerso che il gruppo criminale era impegnato anche in operazioni illecite attraverso il meccanismo delle cosiddette “cessioni del quinto dello stipendio”. La truffa prendeva le mosse dall’individuazione di soggetti disoccupati da almeno due anni (e ciò al fine di lucrare anche i vantaggi fiscali connessi) che, dopo essere stati assunti in una delle società di fatto riconducibili al Fontana, facevano richiesta di prestito personale a società finanziarie, con l’impegno di restituzione in rate da trattenere dalla busta paga.
Il danaro ottenuto in prestito, quantificabile per ciascuna operazione in circa 11.000 euro, veniva spartito fra il sodalizio e i lavoratori, ma non veniva mai restituito in quanto il dipendente veniva licenziato e la società datrice di lavoro dichiarata fallita. Il licenziamento prima del fallimento consentiva anche di lucrare, in danno dell’INPS, l’indennità di disoccupazione quantificabile in circa 9.000 euro per ciascun lavoratore.
LA RAPINA MILIARDARIA DI 20 ANNI FA
Le indagini hanno permesso di accertare la partecipazione di Spataro Francesco alla commissione di una rapina miliardaria messa a segno, il 2 maggio del 1995, ai danni di una filiale del Monte dei Paschi di Siena di Messina.
In quell’occasione Spataro, dipendente di quell’agenzia, fu indagato, ma la sua posizione processuale presto archiviata. Con le recenti indagini sono stati acquisiti nuovi elementi elementi a suo carico in ordine al reato, commesso, a suo dire, da appartenenti a cosa nostra palermitana per conto dei quali aveva svolto il ruolo di “basista”.
LE SOCIETA’ SEQUESTRATE
Dalle indagini sarebbe emerso che E.F., formalmente titolare della sola ditta “FONTANA s.r.l.”, di fatto gestiva una rete fittissima di aziende, intestate a prestanome e operanti in svariati settori economici, delle quali aveva già programmato il fallimento. Quindi, si è proceduto al sequestro penale delle società riconducibili Fontana:
- la società a responsabilità limitata “Mediterranea Contract s.r.l.”, con sede legale a Milano e sedi secondarie a Palermo (PA), Marsala (TP) e Aversa (CE), operante nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi;
- la società cooperativa “Mediterranea Soc Coop A R L”, con sede legale e operativa a Partinico (PA), operante nel settore dei servizi;
- la società a responsabilità limitata “L’uliva s.r.l. unipersonale”, con sede legale e operativa a Caltanissetta (CL), operante nel settore della lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi;
- la società cooperativa agricola “Cantina sociale le due palme”, con sedi legali e operative a Calatafimi Segesta (TP) e Castel Volturno (CE), operante nel settore del noleggio di macchine e attrezzature agricole;
- la società cooperativa agricola “Cooperativa G.F. Agricoltura”, con sede legale e operativa a Vittoria (RG), operante nel settore del commercio all’ingrosso di fertilizzanti;
- la società a responsabilità limitata “Fontana s.r.l.”, con sede legale e operativa a Palermo, operante nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi.
Inoltre, sono state sottoposte a sequestro preventivo:
- la società “Advisorteam”, con sede legale e operativa a Palermo, via San Sebastiano 30, operante nel settore delle assicurazioni e della consulenza per le imprese, di ROMANO Lorenzo;
- la società a responsabilità limitata “SA.FI. s.r.l.” di Villabate, a cui fa capo l’agenzia “Mutui Time” di Villabate, direttamente riconducibile a MANDALA’ Giuseppe Andrea.