Seppur con la formula del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale (‘’mancata o insufficiente formazione della prova’’), un giovane marsalese di 21 anni, Andrea Bonafede, è stato assolto dal Tribunale dall’accusa di avere tentato di abusare sessualmente della sua ex ragazza (A.G.), all’epoca ancora minorenne (17 anni). Per l’imputato, il pm Sabrina Carmazzi aveva chiesto la condanna a 5 anni di carcere. L’ex fidanzata, costituitasi parte civile, è stata assistita dall’avvocato Vito Cimiotta, mentre a difendere l’imputato è stata Ivana Milazzo. In una delle ultime udienze, Bonafede si era difeso affermando di non ricordare nulla di quanto accaduto nell’estate 2011. ‘’Non ricordo questo episodio – ha dichiarato l’imputato - e non ricordo nulla in particolare che sia accaduto a luglio 2011>. Il giovane ha, inoltre, affermato di non ricordare di essere stato a casa della sua ex fidanzata il giorno (14 luglio 2011) in cui sarebbe avvenuta la tentata violenza sessuale, ma ha aggiunto di aver notato che all’epoca la sua ragazza era piuttosto ‘’fredda’’ con lui. Tanto che un mese dopo la loro relazione si concluse. Nella stessa udienza, furono ascoltati anche la sorella, la zia e alcuni amici di A.G., che hanno detto di ricordare che quella intrattenuta tra i due giovani fosse una relazione tranquilla. Nessuno di loro, quindi, è stato in grado di fornire informazioni utili sui fatti contestati.
Donna condannata per furto di assegni 46 per mila euro a un’anziana vicina di casa
Il giudice monocratico Sara Quittino ha condannato a un anno e mezzo di carcere (pena sospesa) una donna di 44 anni, Santa Giuseppa Rallo, processata con l’accusa di avere rubato ad un’anziana vicina di casa diversi assegni bancari per un valore totale di 46 mila euro. Assegni che sarebbero stati rubati tra il 2003 e il 2008 grazie al fatto che l’imputata aveva un rapporto di grande confidenza con la vittima, l’85enne Maria Rosalia Accardi, e quindi facile accesso al suo appartamento. Entrambe le protagoniste della vicenda abitano, infatti, nello stesso palazzo (seppur a piani diversi) di via Abele Damiani. L’anziana si è costituita parte civile. Ad assisterla l’avvocato Giacomo Lombardo. Oltre che di furto, l’imputata era accusata anche di falso. Avrebbe, infatti, avrebbe falsificato la firma della pensionata. La Rallo ha deciso di patteggiare la pena per mitigare conseguenze giudiziarie che potevano essere più dolorose. Con il patteggiamento, infatti, la condanna è sicura (di fatto, è un’ammissione di colpevolezza), ma la pena è ridotta a un terzo del massimo previsto dal codice penale.