Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati del foro di Marsala ha proclamato cinque giorni di astensione dalle udienze, civili e penali. Lo sciopero si protrarrà da lunedì a venerdì, bloccando, di fatto, l’attività giudiziaria per una settimana. Le motivazioni della protesta sono in un documento che è stato inviato anche al ministro della Giustizia. Si contesta, innanzitutto, l’accorpamento alla sede centrale di Marsala delle sezioni staccate di Castelvetrano e Mazara, evidenziando la conseguente ‘’notevole mole di affari, civili e penali, provenienti dalle due sezioni soppresse’’. Ciò, dicono gli avvocati, ‘’ha comportato gravi disfunzioni, per la poca capienza dei locali e soprattutto per la non adeguata organizzazione delle cancellerie’’. Le ‘’criticità’’ denunciate si registrerebbero spesso anche a causa della carenza di personale amministrativo (talvolta impegnato anche in udienza e quindi assente dall’ufficio) e riguardano vari settori del Tribunale. Lamentati notevoli ritardi nell’evasione delle richieste dei legali, che denunciano anche ‘’frequente tensione tra avvocati e funzionari di cancelleria’’, alcuni dei quali si sarebbero mostrati ‘’poco rispettosi’’. Gli avvocati, si continua, ‘’sono generalmente mal sopportati’’ da chi opera nelle cancellerie. E in una nota inviata lo scorso 9 dicembre al presidente del Tribunale Gioacchino Natoli e al dirigente amministrativo Abrignani si parla addirittura di ‘’comportamenti costituenti fatti di reati’’. Di avvocati ‘’offesi o ingiuriati’’. Ma ce né anche per i magistrati (‘’Alcuni non rispettano gli orari d’inizio delle udienze, con ritardi a volte notevoli, senza alcun avviso tempestivo’’). Tutte problematiche affrontate alcuni giorni fa nel corso di un incontro con il presidente Natoli e altri magistrati. Un confronto che, a quanto pare, è stato piuttosto vivace.
Processo per accoltellamento. Moglie dell’imputato: ‘’Il coltello l’aveva l’altro’’
MARSALA – ‘’E’ stato il tunisino a presentarsi a casa nostra armato di coltello. Mi marito non gli ha teso alcun agguato’’. E’ quanti ha dichiarato, in Tribunale, l’ucraina Sviaialana Svirwozenka, moglie del 42enne marsalese Michele Angileri, processato con l’accusa lesioni gravissime ed estorsione in danno del tunisino Alì Habib. Quest’ultimo abitava con la sua famiglia in un appartamento di proprietà della madre dell’imputato, nella zona di via Rubino. Tra l’aprile il maggio 2012, però, secondo l’accusa, Angileri avrebbe intimato all’inquilino di lasciare la casa, minacciando addirittura di ammazzarlo. Ne scaturì una zuffa sfociata nell’accoltellamento (all’addome e al viso) del nordafricano, al quale, al Pronto soccorso, furono applicati 15 punti di sutura. Ma secondo Sviaialana Svirwozenka, i fatti non sono andati come Habib li ha raccontati ai carabinieri. ‘’Eravamo a casa – ha dichiarato la moglie di Angileri - e Alì si è presentato alla porta. Ha bussato insistentemente e ha sfondato la porta. Poi, è arrivata mia suocera e lui l’ha minacciata con un coltello’’. Per l’avvocato difensore Stefano Pellegrino il tunisino si atteggia a vittima ‘’per non pagare i canoni di locazione’’.