Olga Nassis, candidata alle prossime Elezioni Europee nella Lista L’Altra Europa con Tsipras nel collegio isole. Di origini greche, ma italiana e siciliana a tutti gli effetti.
Sto in Sicilia da quando avevo 5 anni. I miei genitori sono greci e negli ultimi tempi ho vissuto tra la Grecia e l’Italia e questo mi ha dato modo di vedere quello che l’Europa ha provocato in Grecia, un vero disastro umanitario. E al contempo sto vedendo gli stessi passi ripercorrerli qui in Sicilia.
E’ molto particolare questo paragone che lei ha fatto. Atene-Palermo, o Atene-Roma. Perchè queste somiglianze?
Sono due realtà che hanno gli stessi problemi strutturali in termini di debito pubblico, economici e anche culturali. Il sud d’Europa, la Sicilia e la Grecia, rappresentano lo stesso concetto di Europa e di democrazia ed è singolare che bisogna ridifendere la democrazia a distanza di duemila anni ripartendo dalla Grecia.
E da Tsipras.
Il nostro progetto politico nasce attorno alla figura di Alexis Tsipras che è il leader della sinistra greca che nell’arco di dieci anni è passato dal 4% fino ad arrivare a essere il partito di maggioranza relativa. Attorno a questa figura, che è il nostro candidato alla presidenza della Commissione europea si è costruita una rete, ed è l’unico progetto politico che ha una connotazione fortemente europeista e internazionalista.
Come sta andando la vostra campagna elettorale?
Ovunque vada ricevo riscontro positivo e interesse. Il disagio è sempre più forte, la Grecia ormai è un paese stuprato e con le spalle al muro ma anche qui l’austerità e l’aumento delle imposte sta provocando il medesimo disagio. L’elettore è consapevole, a proprie spese, di quello che sta accadendo, pertanto sono tutti consapevoli del fatto che è necessario cambiare questa Europa, prima che sia troppo tardi.
Sono ancora giorni drammatici sul fronte degli sbarchi in Sicilia. Su una cosa i partiti sono tutti d’accordo, cioè che questo è un problema europeo e non solo italiano. Qual è la vostra posizione?
Più che un problema, le migrazioni sono un fenomeno strutturale del genere umano. Tentare di impedirle è una cosa inaccettabile. L’Europa come fortezza è il primo concetto che noi rinneghiamo. Il Mediterraneo dovrebbe essere avamposto di pace e la porta d’Europa. In questo momento invece è diventato un cimitero di anime o ancora peggio una discarica di esseri umani. E la Sicilia, la prima porta dell’accoglienza, ne sta subendo le conseguenze. E’ necessario ripensare l’accoglienza, considerandola non più un’emergenza ma come un fenomeno strutturale. Con una pianificazione europea e una riforma della legislazione. Occorre aprire un canale umanitario per evitare che si consumino le tragedie che si sono consumate finora, pensando a un diritto d’asilo europeo. Fino a questo momento si applica il diritto del paese di accoglienza, alimentando le lungaggini, con i migranti che attendono fino a due anni per avere riconosciuto il diritto d’asilo. Invece si sta alimentando quella sciocca economia dell’accoglienza basata su gare a ribasso dove le condizioni umane sono inaccettabili.