La foto di rito del sindaco di Marsala Giulia Adamo a Roma, dopo aver ritirato la Bandiera Blu, è da incorniciare. Il sorriso espolosivo. La felicità, per la seconda bandiera di fila. L’anno scorso è toccato a quella di Città europea del vino. Quest’anno la Bandiera Blu. L’ultiuma volta che Marsala ha ricevuto la bandiera blu è stata nel 2008. Allora sindaco di Marsala era Renzo Carini. Poi il nulla. Ma cos’è la Bandiera Blu? E la merita Marsala?
Viene consegnata ogni anno dalla Fee, “Foundation for Environmental Education” e lo scopo, si legge sul sito, “è quello di promuovere nei Comuni rivieraschi una conduzione sostenibile del territorio attraverso una serie di indicazioni che mettono alla base delle scelte politiche, l’attenzione e la cura per l’ambiente”.
Come funziona? Ogni Comune rivierasco, sia mare che lago o fiume, può candidarsi al premio della Bandiera Blu. Dovrà rispondere a un questionario inviato dalla Fee e fornire tutte le informazioni richieste. Perchè sono diversi i parametri di valutazione per l’assegnazione delle bandiere blu. Esattamente 33, alcuni imperativi, altri sono linee guida. La pulizia delle acque, il rispetto delle leggi sullo smaltimento delle acque reflue, la presenza di scarichi fognari nella zona balneare, l’eliminazione di barriere architettoniche e l’accessibilità alle spiagge per disabili, diversi servizi per la fruizione delle spiagge, l’attivazione della raccolta differenziate nella spiaggia candidata. E diversi altri criteri. La Fee chiede, il Comune risponde.
A Marsala il sindaco Adamo si è lodato parecchio su questo premio. “E’ il risultato dell’ottimo lavoro messo in campo dall’Amministrazione”. Ma chi controlla i documenti prodotti? Perchè, ad esempio, sulle fognature, il Comune ha cominciato un lunghissimo iter per la costruzione della conduttura fognaria nella zona dei lidi fino alla stazione di pompaggio di casabianca. Ma ancora si è a niente. E ogni due-tre mesi la pompa si rompe, e la zona a ridosso del “Fortino” e della Colmata viene chiusa alla balneazione.
E’ scientificamente attendibile la Bandiera Blu? Ogni anno ci sono diverse polemiche attorno all’assegnazione delle bandiere blu. Perchè ad esempio si premiano alcuni comuni e non altri. In provincia di Trapani prende la Bandiera Blu Marsala, che ha una miriade di case abusive e scempi sulla costa, ma non San Vito Lo Capo. Chiediamo aiuto a Wikipedia, che spiega cosa sia il premio, ma anche che è oggetto di critiche.
“La FEE non possiede laboratori o strumenti per effettuare analisi, e demanda il controllo alle singole Autorità per il Territorio di ciascuna regione, lasciando aperti possibili dubbi sulla reale veridicità dei risultati. Inoltre, la quasi totalità della documentazione che viene richiesta alle amministrazioni locali è basata su autocertificazione, che espone al potenziale rischio di mistificazioni”.
Questo si legge sull’enciclopedia online. Il tutto si baserebbe su delle autocertificazioni inviate dai Comuni. Autocandidature. E senza considerare, paradossalmente, l’ambiente circostante. Perchè al di là della raccolta differenziata, dei servizi, delle acque più o meno pulite, le spiagge marsalesi hanno qualcosa che non va. Ossia che stanno scomparendo, con la battigia in continua erosione. E poi, soprattutto, nascoste dalle case, molte delle quali abusive, costruite negli anni in maniera selvaggia a ridosso della spiaggia.
Negli anni sono state tante, e in diversi Comuni d’Italia, le polemiche sulla scelta di premiare alcune città e non altre. Ma è soprattutto sul valore scientifico della Bandiera Blu che si sono espresse molte critiche. Nel 2010 era stato addirittura l'allora Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo a dire che le Bandiere Blu non erano attendibili. Legambiente è molto scettica. Il fatto è che la Fee si basa sui documenti che producono i Comuni, dicevamo, e sembra più una sorta di pubblicità che un attestato alla bellezza dei luoghi. “Sul loro riconoscimento pesano di più alcuni indicatori legati alla gestione amministrativa piuttosto che a quella ambientale delle spiagge”, spiega Sebastiano Venneri responsabile nazionale della sezione “Mare” di Legambiente. “Diciamo che la Fee racconta un’Italia diversa da quella che raccontiamo noi con i nostri dossier e con le Guide Blu”. Perchè Legambiente ogni anno presenta la guida alle spiagge in collaborazione col Touring Club, oltre al dossier Mare Monstrum, che raccontano punto per punto lo stato di salute dei mari e delle coste. “Utilizziamo parametri differenti, e analizziamo tutti i comuni costieri”, spiega ancora Venneri. In sostanza, spiegano da Legambiente, la Fee si affida principalmente alle autocertificazioni prodotte dai Comuni anzichè condurre indagini sul campo.
“Uno dei parametri che per noi è di particolare importanza per l’assegnazione delle Vele nella Guida Blu è la presenza di riserve naturali ben curate nel territorio comunale - spiega Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia. San Vito Lo Capo ad esempio da anni è tra le località più virtuose ottenendo le 5 Vele nella Guida Blu perchè la riserva dello Zingaro è molto tutelata”. Marsala invece anzichè acquistare punti li perderebbe secondo i canoni di Legambiente. “Per come la Riserva dello Stagnone è stata gestita dalla Provincia di Trapani e per i presupposti che il Comune da anni vuole mettere in campo, con gare di Kite e navigazione nella laguna, non potremmo dare a Marsala l’accesso alla Guida Blu, per non parlare dell’abusivismo costiero”, conclude Zanna. E Marsala di Vele nella Guida Blu di Legambiente non ne ha. Non ne sventolano. Sventola soltanto la Bandiera Blu, ma quanto vale?