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31/07/2014 06:20:00

Due anni di Adamo a Marsala. La guerra contro l'informazione libera

Giulia Adamo a Marsala ha stabilito due primati. E’ stata la prima donna a ricoprire la carica di sindaco della città. La prima in assoluto. Ma nel suo palmares può “vantare” anche un altro primato, questa volta in tutta Italia. E’ stato il primo sindaco che a nome della città ha fatto causa a una testata giornalistica e al suo direttore. Il rapporto del sindaco Adamo con la stampa non è stato molto sereno. Almeno con quella libera. Guai a parlare dei conflitti di interesse legati ai mezzi dell’Aimeri che vanno a fare benzina nei distributori di famiglia, guai a parlare delle indagini sul porto di Marsala, guai a criticare l’amministrazione. Insomma, limitatevi al copia e incolla, con Giulia Adamo. Da qui la guerra di Adamo all’informazione libera comincia pochi mesi dopo la sua vittoria. Comincia a fine 2012, quando una delibera di giunta dà incarico ad un avvocato di preparare la querela contro questa testata (allora ci chiamavamo Marsala.it) e il direttore Giacomo DI Girolamo.

Un attacco alla libertà di stampa che sembra non avere precedenti nella storia del pur tormentato rapporto tra giornalisti e potere in Italia.
Per la prima volta in Italia un’ Amministrazione Comunale chiede i danni ad un giornalista, e non per un articolo, ma, più genericamente, per la sua attività. Per la serie: mi dai fastidio anche solo se esisti. La cifra chiesta nella citazione in sede civile è di 50 mila euro.

50.000 euro possono sembrare troppe? No, secondo il Comune di Marsala. Infatti non solo www.marsala.it ha il vizio della “linea editoriale di critica” nei confronti dell’Amministrazione Comunale ma bisogna tenere conto anche della crisi.
Cosa c’entra la crisi? Certo, non fa che aumentare il danno al Comune di Marsala. Il danno è “palpabile - scrive l’avvocato - tanto più in un contesto storico di grande difficoltà per tutte le  istituzioni a causa della crisi economica e della crisi di credibilità”. Ricapitolando: se un Sindaco non è credibile, non solo è colpa della stampa, ma bisogna pagare i danni. Ovviamente il tutto pagando avvocati con i soldi del Comune, quindi dei contribuenti.
Nella citazione in giudizio il Comune di Marsala passa in rassegna alcune delle inchieste più popolari di www.marsala.it. Ne sono citate una decina.
La citazione è in nome e per conto della Città di Marsala. Non si era mai vista una cosa del genere. Della vicenda se ne sono occupate tutte le associazioni come Ossigeno per l’Informazione, Fnsi, Articolo21, l’Ordine dei Giornalisti e la stampa nazionale. Tutti hanno espresso solidarietà per una azione pretestuosa con l’obiettivo di affossare una testata e la libertà d’informazione che in questo periodo è continuamente minata. L'ex sindaco Adamo ha risposto alla sua maniera alla "fama" ottenuta dalla sua azione: "Ma io ho finanziato un festival del giornalismo d'inchiesta". Appunto. Poi, anche i cittadini, a Marsala, hanno respinto il comportamento dell’ormai ex sindaco. Attraverso una protesta pacifica per le strade della città. Il consiglio comunale poi si è dissociato dall’atto della Giunta, prima convocando un consiglio comunale aperto sulla libertà di informazione, poi votando un atto ufficiale in cui si dichiarva l’estraneità del consiglio all’azione legale presentata dal sindaco in nome del Comune. Neanche con il consiglio comunale Adamo ha avuto un rapporto idiliaco. Non si è fatta vedere molto a Sala delle Lapidi, e questo ha fatto infuriare parecchie volte i consiglieri. “Non ho tempo di occuparmi di sciocchezze e polemiche”.

Adamo non ha soltanto chiesto soldi, con un atto di bullismo istituzionale, nel nome della città di Marsala. Ma anche in proprio. E questa volta chiedendo 150 mila euro, sempre per danno di immagine, non alla città di Marsala, ma alla sua.