E' un vero e proprio polverone quello che sta avvolgendo il comune di Erice. La pista ciclabile che avrebbe dovuto far spiccare a vista d'occhio il territorio ericino rispetto a quello trapanese, rischia di diventare un boomerang per l'amministrazione di Erice. Perchè se il sindaco Giacomo Tranchida nella conferenza stampa convocata ieri mattina ha scaricato tutte le responsabilità sull'azienda appaltatrice, la Cantieri Edili srl di Favara non ci sta e rispedisce letteralmente al mittente qualsiasi accusa. Leggete l'articolo fino alla fine, ne vale la pena.
Tranchida dinanzi la stampa ha provato a chiarire i diversi punti della questione, ma alcuni aspetti hanno sollevato ulteriori interrogativi sul legittimo approccio al progetto. «Sicuramente chi ha sbagliato pagherà. L'impresa appaltante, in maniera del tutto autonoma ed arbitraria ha cambiato alcuni tracciati non previsti nel progetto. Non ha provveduto alla sistemazione del fondo stradale e non ha rispettato il cronoprogramma di realizzazione, non appena abbiamo avuto contezza delle cose siamo immediatamente intervenuti. Ad esempio, il colore rosso è stato scelto da me personalmente, ma intendevo con ben altra tonalità». Cliccando qui potere scaricare il documento ufficiale con le contestazioni mosse dal Comune di Erice. Durante il percorso introduttivo della conferenza stampa inoltre Tranchida ha annunciato un azione legale nei confronti degli organi di stampa che hanno diffuso le notizie sulla pista ciclabile per alcune imprecisioni, allungando la minaccia a tutti coloro i quali hanno commentato «con offese» sui social network. «L'importo dei lavori complessivo è di 605 mila euro – ha affermato l'assessore Gianni Mauro – comprende anche la parte realizzata sul lungomare e chiaramente si tratta di un opera pubblica in corso di realizzazione». Poi Tranchida si fa nero. «Quì stiamo tagliando delle teste, l'architetto Denaro non sarà più il direttore dei lavori, e l'azienda pagherà, anche perchè utilizzeremo la fideiussione contrattuale, nei confronti della ditta Cantieri Edili srl di Favara, rea della non corretta esecuzione a “regola d’arte” dei lavori in interesse». Respinte tutte le accuse riguardo il suo operato, il sindaco Giacomo Tranchida ha scaricato ogni responsabilità sulla ditta Cantieri Edili srl di Favara e sul direttore dei lavori appena sollevato dall'incarico.
Fino a qui si è parlato della versione del primo cittadino ericino, ma la vicenda ci permette di capire fino in fondo alcuni dati interessanti. Sul punto, infatti, Giuseppe Capodici amministratore della Cantieri Edili srl di Favara rispedisce letteralmente al mittente tutte le accuse rivolte alla sua azienda. «Il sindaco la storia dovrebbe raccontarla un po' meglio. Per un anno e mezzo, fino a giugno scorso, abbiamo riferito all'amministrazione appaltante le inadempienze del primo direttore dei lavori che hanno causato la paralisi del cantiere». Capodici si riferisce all'arch. Alessio Romito, direttore dei lavori sino al 6 giugno 2014. «Ci sono documenti ufficiali di diffida dell'amministrazione comunale all'ex direttore dei lavori Romito, di mancata redazione della perizia variabile che mirava all'adeguazione rispetto allo stato effettivo dei lavori. Trovandoci in questa situazione anche noi abbiamo chiesto all'amministrazione che il direttore dei lavori fosse rimosso dall'incarico, ma abbiamo dovuto attendere per oltre un anno e mezzo. Il cantiere è rimasto immobile causandoci tantissimi danni, questi danni verranno a galla, il sindaco lo sa che dovrà pagare questi danni e sono cifre consistenti. Il sindaco prima di dare incarichi, specie se si tratta di una suo amico, doveva rendersi conto in 15-30 giorni se questo direttore dei lavori era adeguato». E' qui che Tranchida prende le difese di Romito, poi comunque sollevato dall'incarico. «E' vero che loro hanno segnalato alcune sue inadempienze, ma anche il direttore dei lavori mi ha riferito mancanze dell'azienda favarese». Tuttavia, nonostante un anno e mezzo di impasse e le diatribe con la Cantieri Edili srl di Favara, durante l'inaugurazione del primo tratto di pista ciclabile, l'architetto Denaro era presente in prima fila proprio al fianco di Tranchida e Mauro.
«L'impresa, per questa seconda parte dei lavori – continua Capodici - ha adempiuto alle perizie variabili che sono state approvate dall'amministrazione comunale, per cui non vedo tutta questa fantascienza del sindaco. Se il sindaco si andasse a leggere la perizia variante capirebbe che l'ultima approvazione dell'amministrazione appaltante prevede come primo step dei lavori la pitturazione. Lui rilascia false dichiarazioni su questo. Le posso assicurare che c'erano un paio di tratti con un piccolo dissesto di una basola lungo la cunetta stradale in cui è inglobata la pista ciclabile e qualche altro punto in cui si dovrebbe stendere un po di bitume. Lo abbiamo segnalato all'architetto Denaro, e si è concordato di rinviare ad un secondo momento questo intervento al fine di evitare disagi». Tranchida respinge ancora. «A noi non è stata comunicata nessuna variante, forse al direttore dei lavori è stata comunicata, ma a noi no». Ed'è questa l'ultima frase che, al momento, ci permette di capire una reale inadempienza dell'amministrazione ericina. Infatti, l'architetto Andrea Denaro è un dirigente del comune di Erice ed in questo progetto il suo nome spicca sin dalla prima bozza come Rup, responsabile unico del procedimento. Viene da se che essendo Denaro un membro del comune - oltre che responsabile del procedimento - la variante da lui approvata ha una valenza decisiva. Sarà finita qui?
Marco Bova