L’azienda sanitaria provinciale di Trapani è stata condannata dal giudice del lavoro a corrispondere 18 anni di stipendio ad un lavoratore precario cui non era stato rinnovato il contratto. Il giudice Mauro Petrusa ha accolto, infatti, le richieste dei difensori del lavoratore, avvocati Giuseppe Adragna e Franco Manzo, dichiarando l’«illegittimità del termine» opposto nel contratto stipulato dall’Asp e ha condannato l’Azienda sanitaria a corrispondere al lavoratore «una somma, a titolo risarcitorio, di ammontare pari alle retribuzioni nette che sarebbero state percepite laddove l’assunzione fosse avvenuta a tempo indeterminato».
«I conti sono presto fatti - affermano, dopo la sentenza, i due legali che hanno assistito il precario -: il nostro cliente ha 49 anni e quindi ha diritto ad una risarcimento pari a 18 anni di stipendio, tanti quanti gliene mancano per andare in pensione: circa 250 mila euro». Il precario, un operatore sociosanitario, aveva sottoscritto, negli anni, 4 contratti a tempo determinato, l’ultimo dei quali cessato nel 2012, per un arco di tempo superiore a 36 mesi complessivi.