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01/12/2015 06:00:00

Sicilia, scatta domani la protesta di tutti i precari

 Settimana calda sul fronte dei precari in Sicilia. Da domani a Palermo scattano nuove proteste: chi vuole la stabilizzazione, chi non è pagato da mesi. Ma quanti sono i precari in Sicilia? Proviamo a fare i conti.  Ci sono gli Lsu dei Comuni. Sono circa18.500, la maggior parte in servizio da una ventina d’anni. Costano circa 300 milioni all’anno e per lo più usufruiscono di un contratto che, a seconda dei casi, scade allafine di quest’anno o dell’anno prossimo.  Precari della sanità. Sono circa duemila e lavorano grazie a contratti che vengono rinnovati nella maggior parte dei casi ogni sei mesi. La Regione ha previstole stabilizzazioni attraverso concorsi che però devono essere banditi. Precari della Regione. Lamaggior parte dei precari regionali è stata stabilizzata nel 2011. Restano circa 600 lavoratori a tempo determinato.  Consorzi di bonifica. Sono circa un migliaio e costano 10 milioni all’anno. Molti di loro non prendono lo stipendio da mesi.  Ente sviluppo agricolo. I cosiddetti “trattoristi” sono poco meno di 500. Dovrebbero lavorare ogni anno per 178 giorni al costo di circa 10 milioni. Ma quest’anno le risorse disponibili hanno permesso di garantire solo 151 giornate. Forestali. Sono la categoria maggiore. Costano circa 300 milioni all’anno.  Poi ci sono i lavoratori delle Opere Pie, 2000 persone, i precari dell’Irsap.

Va ricordato che Palazzo Chigi  ha dato il via libera a un emendamento alla legge di stabilità firmato da tutti i deputati dem che prevede la stabilizzazione dei 22 mila precari degli enti locali siciliani. Prevista la creazione di un’Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato. Si creerà così un unico grande bacino di (ex) precari che saranno soggetti anche a mobilità

Da mercoledì Cgil, Cisl e Uil daranno il via alla più grande mobilitazione degli ultimi anni. La mobilitazione nasce dalle emergenze che si sono moltiplicate a causa dei problemi di bilancio della Regione. Per questo motivo i confederali porteranno in piazza da mercoledì all’11 dicembre tutti i precari degli enti locali e della Regione. I primi, mercoledì appunto, saranno i lavoratori delle Opere Pie: circa 2.000 persone che non prendono lo stipendio da mesi, in qualche caso quasi da un anno. L’appuntamento per loro è sotto Palazzo dei Normanni. Il giorno dopo sarà la volta dei lavoratori – non solo i precari ma anche i funzionari di ruolo – dell’Irsap,l’ente regionale che ha preso il posto dei vecchi consorzi  di sviluppo industriale. Protesteranno sotto l’assessorato alle Attività produttive. L’11 dicembre è fissato lo sciopero generale di tutte le categorie. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl porteranno in strada i 600 precari della Regione, i 18.500 dei Comuni, i duemila della sanità e i circa 4 mila Lsu in servizio in vari enti. Sarà una protesta in cui saranno coinvolti circa 22 mila precari. Si potrebbero aggiungere  circa mille precari dei consorzi di bonifica e i circa 500 dell’Ente sviluppo agricolo:i primi attendono lo stipendio da mesi, i secondi dovevano lavorare per 178 giorni ma si fermeranno a 151. «La situazione è drammatica – dicono i sindacati – Non si riesce ad avere una interlocuzione vera e costante col governo impegnato su questioni di potere e poltrone che poco appassionano i siciliani e chi non percepisce lo stipendio. L’elenco delle vertenze aperte – aggiungono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – è lungo. Per questo proseguiremo con azioni di protesta e di lotta e con nuovi scioperi anche sulle altre questioni irrisolte a cominciare dall’assurda situazione in cui si trovano le ex Province e per rilanciare i rinnovi contrattuali». La preoccupazione è aumentata all’arrivo delle prime notizie sul bilancio che la Regione sta predisponendo per il 2016:in assenza di un accordo con Roma su aiuti che valgono un miliardo e 400 milioni, i tagli raggiungerebbero il miliardo e 800 milioni. La prima bozza prevede lo svuotamento quasi totale dei capitoli che finanziano i precari degli enti locali (circa 300 milioni all’anno),i tremila Pip di Palermo (30 milioni all’anno) e tutti gli enti regionali, che a loro volta impiegano i fondi per lo più per pagare il personale. Non c’è budget per il momento nemmeno per i 24mila forestali,che già quest’anno hanno faticato a raggiungere i circa 300 milioni necessari.