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05/01/2016 06:35:00

Dammuso abusivo sequestrato a Pantelleria. Sei indagati, tra cui una marsalese

 È il sogno di tutti avere un dammuso a Pantelleria, ma i rigidi vincoli cui è sottoposta l'isola rendono quasi impossibile la realizzazione del sogno. E allora, la proprietaria di un appezzamento di terreno, su cui vi sono i resti di un giardino pantesco (tipico recinto in mura in pietra per riparare gli agrumi dal vento) ha escogitato il sistema per realizzare un dammuso di oltre 100 metri quadrati. Acquisita la testimonianza di due anziani parenti, ha presentato alla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Trapani e al Comune di Pantelleria un progetto per la ristrutturazione di un “edificio esistente privo di copertura”, attraverso la totale demolizione e ricostruzione. Ciò in località Mursia, su un terreno collinare con vista mozzafiato sul mar Mediterraneo. Scrive il progettista nella sua relazione tecnica: “Il vecchio fabbricato risale sicuramente ad epoca antecedente il secondo conflitto mondiale, successivamente, in seguito al crollo di una parte della copertura avvenuto a causa dei bombardamenti alleati che colpirono l'isola di Pantelleria nell’anno 1943, è stato abbandonato”. E così, nel 2010, dopo aver ottenuto il nulla osta dalla Soprintendenza di Trapani e la concessione edilizia dal Comune di Pantelleria, iniziano i lavori. Tutto sarebbe filato liscio se, alla fine del 2015, non fosse intervenuta la Procura della repubblica di Marsala, in quel momento ancora diretta da Alberto Di Pisa, che ha voluto vederci chiaro. Da un primo esame degli atti e dei documenti presentati dalla proprietaria e delle autorizzazioni rilasciate da Soprintendenza e Comune, sembrava che tutto fosse in regola. Ma dopo gli interrogatori degli anziani proprietari di case e terreni limitrofi, si è scoperto che i ruderi oggetto dell’approvata ristrutturazione non era altro che i resti di un giardino pantesco! Ciò è stato confermato anche dal consulente tecnico del pubblico ministero. Accertata, quindi, la illiceità, almeno secondo l’accusa, della realizzazione e considerato che i lavori edili erano ancora in corso, la Procura di Marsala ha disposto il sequestro preventivo d'urgenza del “manufatto”, ormai quasi completato. Sequestro, eseguito dal distaccamento del Corpo Forestale di Pantelleria, poi convalidato dal gip Francesco Parrinello. E così, per l’ "artificiosa" realizzazione di un dammuso, sono stati iscritti sul registro degli indagati per truffa, falso, abuso edilizio e deturpamento di bellezze naturali la proprietaria, Bice Loredana Pineda, di 44 anni, nativa di Pantelleria ma residente a Marsala (è moglie di un maresciallo dei carabinieri di Marsala), il progettista, l’ingegnere Antonello Ferrante, di 54 anni, i due anziani che rilasciarono la “falsa dichiarazione”, Francesco e Giovanna Pineda, rispettivamente 83 e 92 anni, e il dirigente del VI Settore del Comune di Pantelleria che ha rilasciato la concessione edilizia, l’ingegnere Gaspare Inglese, di 39 anni. Ma non è finita qui. Successivamente, infatti, sarebbero stati rimossi i sigilli per continuare i lavori (copertura di alcuni tetti). Così, a seguito di accertamento di Corpo Forestale e Guardia di finanza di Pantelleria, per violazione dei sigilli sono indagati sia la proprietaria del realizzando dammuso che il fratello, il 51enne Bartolomeo Pineda, abbastanza conosciuto sull’isola in quanto proprietario di una nota discoteca. A tutti è stato notificato l’avviso conclusione indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Tra gli avvocati difensori ci sono Stefano Pellegrino, Nino Caleca, Maria Roberta Piccione e Gaetano Di Bartolo.