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09/01/2016 06:28:00

Salemi: rifiuti e Hospice, le notti insonni del Sindaco Venuti

 Si fa presto a dire “buona amministrazione”, se poi tra le buone intenzioni e la realizzazione ci si mette di mezzo il proverbiale mare. Che non sempre si presenta con acque tranquille per consentire una rotta costante. Spesso, costringendo ad una navigazione a vista. Del resto, non amava dire il filosofo di Treviri che la strada che porta all'inferno è lastricata di buone intenzioni? Perché dovrebbe fare eccezione l’esperienza politica del giovane sindaco di Salemi Domenico Venuti? E se, poi, qualcuno ci mette del suo per remare contro, il quadro rischia di diventare più a fosche tinte di quanto non lo si immagini. E’ il caso della revoca di un finanziamento di circa 5 milioni di Euro, destinato ai comuni di Castelvetrano e Salemi, necessario all’acquisto di mezzi e attrezzature finalizzati all’avvio finalmente della raccolta differenziata. Un finanziamento europeo, per il tramite della Regione Siciliana, all’interno della programmazione dei fondi comunitari 2007/13. La quota spettante al comune di Salemi era di 1 milione e 600mila euro circa. La richiesta, avanzata nel 2013 dalla Belice Ambiente, che rischiò di decadere a causa della rinuncia al finanziamento da parte del Comune di Mazara del Vallo, venne recuperata, come ebbe ad evidenziare in una nota ufficiale del febbraio del 2015, il commissario dell’Ato Sonia Alfano, “ grazie all’interesse di qualche neo-sindaco, il cui importo finanziato al 90% ammontava a circa 5.700.000,00 (cinquemilioni e settecentomila) a valere sul PO-FESR 2007-2013”. Evidente l’allusione al sindaco di Salemi, da pochi mesi insediatosi. Già nel mese di maggio del 2014 era stato manifestato l’ interesse da parte dell’amministrazione salemitana, ufficializzato poi il tre agosto successivo con una richiesta di subentro nella certificazione e una dichiarazione di disponibilità sottoscritta da Venuti, dopo che era stato modificato un precedente accordo che prevedeva l’utilizzo dei mezzi da parte di tutti gli altri comuni dell’Ato. Nel documento di agosto veniva sottoscritto l’impegno a produrre tutti gli atti necessari riguardanti l’acquisizione “della titolarità del progetto finalizzato alla fornitura di mezzi a attrezzature per la raccolta differenziata limitata ai soli territori dei comuni di Castelvetrano e Salemi”. Non solo. Ma anche tutta una serie di altri impegni: Come, ad esempio a “prevedere nel piano d’intervento, eventualmente rimodulandolo, l’utilizzo di tutta l’attrezzatura appena avuta conferma da parte dell’Assessorato”; “ad adottare crono-programma con impegno a concludere l’intervento entro il 31.12.2015”; “ad assumere l’impegno al cofinanziamento e alla stipula di idonea fidejussione subentrando all’Ato, per la parte relativa al Comune di Salemi”. A cui seguì la delibera 54 della giunta comunale del 22 aprile 2015. Veniva approvato il progetto definitivo. Tutto, dunque, sembrava veleggiare verso un approdo sicuro. E così appariva. La Corte dei Conti dava il suo nulla-osta. Ma è proprio da questo momento che il mistero più fitto comincia ad avviluppare l’intera vicenda e che tanto scalpore ha suscitato sull’opinione pubblica e che, a quanto pare sta mobilitando le opposizioni. Del resto di che meravigliarci? Non siamo nella terra di Pirandello? Il riferimento al drammaturgo agrigentino in questa occasione ci pare più che mai appropriato. Il repertorio è vasto. Si va dal “così è, (se vi pare)” , al “gioco delle parti” o allo sconsolante “ma non è una cosa seria”. Scelga il lettore. In sintesi, questo l’epilogo della storia. A dicembre, il dirigente regionale del settore rifiuti ha firmato il decreto di cancellazione del finanziamento. Lapidaria la motivazione. A causa di un ritardo procedurale che non consente, per scadenza dei termini, un’ulteriore proroga. Nel senso che le amministrazioni interessate, Salemi e Castelvetrano, non avrebbero provveduto entro il 31 dicembre a perfezionare la pratica. E quindi, la bocciatura senza appello. Un finanziamento tanto corposo quanto inseguito, svanito con un colpo di timbro burocratico. Ma i sindaci delle due città, Felice Errante e Domenico Venuti, non ci stanno! In un documento congiunto hanno categoricamente affermato di essere rimasti all’oscuro di tutto e di avere appreso solo dagli organi di stampa della revoca del decreto. “Nessuna notifica ufficiale ci è mai pervenuta” hanno scritto. Ma i due sindaci vanno oltre. Dopo la firma del decreto di finanziamento avvenuta il 28 maggio 2015, e l’approvazione da parte della magistratura contabile, dicono che nessuna notifica è arrivata ai due Enti, condizione essenziale, questa, perché avrebbero potuto avviarsi le normali procedure previste dalla legge, per arrivare alla fase finale di una gara d’appalto ed aggiudicazione. Una vicenda ai limiti del surreale, si dirà, ma questa è la verità che viene sostenutadai due primi cittadini. Che hanno manifestato anche l’intenzione di adire alle vie legali. Finisce così miseramente la storia di 5milioni e 700mila euro tanto faticosamente “ritrovati” ma incredibilmente tanto facilmente sfumati nel nulla alla vigilia di questo nuovo anno. Ma, a ben pensare, in un clima di tagli generalizzati, la “ dimenticanza” della notifica potrebbe avere una logica perversa, ove si pensi che una parte del finanziamento avrebbe dovuto avere una quota a carico della Regione, mentre il 10% sarebbe stato a carico del Comune. Per Salemi, 170mila euro.

In un regime imperante di tagli indiscriminati e privi di una ragionevole gerarchia, rischia la sopravvivenza la nota struttura ospedaliera “Raggio di Sole”. L’Hospice di Salemi (guidato Gaspare Lipari e Salvatore Giuffré, un tandem di medici riconosciuto unanimemente per il livello di grande abnegazione profusa) per il quale tante parole e tanto inchiostro si sono sprecati nel corso di questi ultimi mesi, rischia di chiudere.

Tutti pronti a tesserne le lodi nei convegni e negli articoli di stampa. Sempre additato nei discorsi di parata come il fiore all’occhiello della sanità trapanese se non addirittura regionale. Ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti concreti, tutto si blocca e non si trovano i soldi necessari per pagare un numero di personale adeguato alla sua funzionalità. E così si rischia che “il fiore” possa appassire, quando meno te lo aspetti. Se lo scrivi, però, ti smentiscono. E c’è sempre qualcuno, anche sindacalista, che sostiene che si tratta di un problema di manutenzione edilizia della struttura, quando invece il problema vero è la carenza cronica del personale! In effetti, da qualche mese, come già abbiamo scritto in altra occasione, il personale è stato trasferito al 4° piano dell'ospedale di Salemi per permettere la ristrutturazione dell'Hospice. E in concomitanza c’è stata anche una riduzione dei ricoveri. Dai 10 abitualmente ospitati, a 5 pazienti. Carenza di personale Oss, che è ( detto per inciso) tutto a tempo definito, significa che da 11, quali erano un tempo, siamo scesi ai 3 + 1, di oggi. Con evidenti e forti limitazioni fisiche. Una situazione che non ha permesso di potere effettuare una normale turnazione. Con l'arrivo dell'estate e relative ferie del personale non si è più potuto coprire, prima i turni notturni poi anche molti turni pomeridiani ed i festivi. E’ facile intuire che in un Hospice è fondamentale il lavoro degli Oss e degli infermieri (mobilizzazione dei pazienti, cura e prevenzione dei decubiti, assistenza alla nutrizione, igiene, frequenti cambi di biancheria etc etc.). Ma il “niet” dell’Asp è stato inesorabile. Viene sempre invocato il famigerato decreto Balduzzi che vieta l'assunzione, anche a tempo determinato di personale paramedico. Costringendo, di fatto, il dottore Lipari a ridurre. negli ultimissimi mesi, sempre più il numero dei ricoverati, da 5 ad una media di 2/3, o meno! E mantenere questi numeri è stato possibile solo grazie al sacrificio dei pochi Oss e infermieri che, per amore di tale servizio, hanno effettuato mattina e notte nella stessa giornata. Con la conseguenza di aumentare enormemente il numero di ore prestato settimanalmente e che l'amministrazione, pur avendolo promesso, non lo ha voluto o potuto, tradurre in lavoro straordinario. Se poi si aggiunge il fatto che l'Italia ha dovuto recepire, nel novembre scorso, una normativa europea che limita fortemente il numero di ore prestate settimanalmente dal personale, la fritta è fatta! A questo punto neanche con doppi turni giornalieri era più possibile offrire una corretta assistenza ai pazienti ricoverati. Da qui, la decisione per di sospendere momentaneamente i ricoveri pur mantenendo attivi DH ed Ambulatori. Una decisione “ob torto collo” e fatta passare come un occasione per permettere piccoli lavori di manutenzione e di disinfestazione. Intanto sembrerebbe che sia stato promesso da parte dell'Asp, un aumento degli Oss di qualche unità e di un infermiere in tempi definiti ''a brevissimo”. Si vedrà, nei fatti, qual è l’unità di tempo utilizzata dall’Azienda Sanitaria.  Da profani quali siamo, e bene sapendo che ci sarà il difensore di turno pronto a bacchettarci, ci sia concessa una banale considerazione. E’ mai possibile che non ci fosse a disposizione del personale paramedico in un qualsiasi nosocomio della provincia da destinare momentaneamente, con apposito ordine di servizio alla struttura dell’Hocpice, in attesa di soluzioni più stabili e definitive? Ci sembra improbabile. Ci risulta, ad esempio, che in quello di Salemi ci sono reparti, con meno ricoverati, che hanno a turno 2/3 Oss con un servizio di ausiliari esterno privato. “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, era solito dire qualcuno, ma, alla luce di queste evidenti contraddizioni, ci chiediamo come mai strutture che funzionano egregiamente debbano trovarsi in uno stato di perenne precarietà. Anche su questo tema, Domenico Venuti, consapevole di essere, come sindaco, anche la massima autorità sanitaria locale, sa che anche su questo versante dovrà spendersi per averla vinta su chi crede di potere remare contro gli interessi di una comunità.

Franco Ciro Lo Re