La cooperativa sociale onlus “Sole”, sfiorata nell’indagine di Procura e Guardia di finanza che lo scorso novembre è sfociata nel maxi-sequestro, per evasione fiscale e truffa allo Stato, di beni, società e liquidità per 127 milioni di euro al “gruppo Michele Licata”, batte cassa all’uscio dei Comuni di Petrosino, Marsala e Mazara. Con decreti ingiuntivi emessi dal Tribunale di Marsala su istanza dell’avvocato Pietro Saladino, si intima, infatti, il pagamento di quanto previsto dalla Regione per l’ospitalità fornita dalle strutture di accoglienza della coop “Sole”, presieduta da Roberto Cordaro, genero di Michele Licata, a giovani migranti. Alla coop erano state sequestrate alcune quote detenute da soci che al momento del sequestro non erano più tali. La “Sole”, comunque, non è stata sequestrata. Non è, infatti, nel gruppo delle società gestite dall’amministratore giudiziario Antonio Fresina e continua a operare come prima, nonostante il suo principale responsabile sia tra gli indagati. Seppur con responsabilità e contestazioni molto meno gravi rispetto a quelle mosse da Procura e Fiamme Gialle a Michele Licata. Al Comune di Petrosino, in particolare, i legali della coop chiedono il pagamento 169.557 euro per “fatture non saldate per il soggiorno di minori stranieri non accompagnati”. Il decreto ingiuntivo segue la “diffida” inviata, nel luglio 2015, dallo studio legale associato marsalese “Gruppuso Pantaleo Saladino”. Allora, la richiesta fu di 148.694 euro. “Per quanto ci riguarda – afferma il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone - riteniamo che la richiesta non sia fondata per delle irregolarità riscontrate dai nostri uffici. Pertanto abbiamo intrapreso azione legale contro la richiesta di pagamento. Il nostro interesse è tutelare l'ente Comune e stiamo parlando di soldi della collettività. Quindi, su questo fronte siamo pronti a intraprendere ogni azione con scrupolo e determinazione”.