In piena crisi Schengen, l'Hotspot di Trapani aumenta la sua capienza. La notizia è di qualche giorno fa e ad annunciarla è stato lo stesso prefetto Leopoldo Falco, presente domenica durante lo sbarco di 723 migranti, giunti a Trapani a bordo della Siem Pilot del dispositivo Triton.
Nell'immediato per 400 di loro è stato disposto il trasferimento all'Hotspot, mentre la restante parte sono stati smistati nelle altre regioni di Italia. «In pochi giorni abbiamo portato la capienza dell'Hotspot di Trapani da 200 a 400 posti. Siamo nelle condizioni di lavorare con il personale Frontex, Easo ed Eurojust per snellire le procedure in due, tre giorni. Abbiamo fatto un piccolo miracolo, ma adesso c'è bisogno di uno sforzo comune, due o tre strutture non possono farsi carico dell'arrivo di migliaia di persone». Al momento, all'interno dell'Hotspot di Milo, sono trattenuti 13 migranti di nazionalità marocchina - ai quali, in attesa di essere rimpatriati, è stata dedicata una sezione apposita – ed è recente l'episodio di 120 migranti respinti, poi riaccolti nell'Hotspot ed assegnati alle strutture d'accoglienza. «Siamo intervenuti rapidamente – prosegue Falco – il problema è stato sul porto di Palermo e c'è stato un difetto di informazione ai migranti. Finora non era mai accaduta una cosa analoga. Prima dell'apertura degli Hotspot, di queste operazioni, se ne occupava la Questura di Trapani. Adesso è lavoro dell'Easo, per quanto riguarda i migranti siriani, e dell'Unhcr per tutti gli altri».
In settimana poi si era scritto dell'apertura di un Hub. «Con i grandi numeri rischiamo di andare in difficoltà – continua il prefetto Falco – ed è per questo che con il Ministero si sta cercando di individuare una soluzione per realizzare un Hub nel quale, coloro i quali hanno diritto alla protezione internazionale, possono sostare per 3-4 settimane prima di essere trasferiti nei centri. L'Hub dovrebbe avere sui 150 posti e potrebbe essere pure uno degli attuali Cas. Questa soluzione ci permetterebbe di evitare l'affanno degli autobus e degli spostamenti decisi in pochi minuti». Una scelta che, nei piani dell'Unione Europea, dovrebbe prevedere l'avvio del piano di relocation. Si tratta della ricollocazione - nei restanti paesi d'Europa - dei migranti che arriveranno nei prossimi mesi.
Infine c'è la questione accoglienza, che la scorsa settimana ha visto la pubblicazione del nuovo bando di gara per la gestione dei centri. «Il bando era necessario per adeguarsi alle indicazioni dell'Anticorruzione di Cantone – prosegue Falco – e spero che possa essere utile per colmare alcune lacune. Sarà un bando imponente, è composto da 19 pagine, ci sono decine di allegati. La commissione si baserà su più criteri, abbiamo inserito il monte ore e abbiamo tolto l'assegnazione al minimo ribasso». Una sfida al business delle coop.
Marco Bova
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