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28/01/2016 06:30:00

Salemi. La scala (im)mobile e la Ztl delle polemiche nel “Borgo più Bello”

Paese che vai Ztl che trovi.

E, puntuali come i treni giapponesi, divampano sempre le polemiche ogni qualvolta un’ Amministrazione comunale si mette in testa d’ istituirne una.
Le Zone a Traffico Limitato (Ztl) diventano così l’oggetto prediletto per esercitare un minimo di opposizione al sindaco di turno che se ne intesti una. Diversamente sarebbe l’afasia più imbarazzante.

L’inevitabile scontento provocato, come da copione, tra esercenti e residenti, viene di solito cavalcato con argomentazioni, che una volta si sarebbero definite di “distrazione di massa”. Nessuna che affronti le cause di fondo. Rimanendo in superficie, si limitano agli effetti. Polemiche che diventano più o meno roventi in proporzione al validità del progetto elaborato.

In ogni caso, si ripete, sul proscenio di una angusta politica cittadina, l’eterno e stucchevole gioco delle parti.

E così succede, ad esempio, che se a Palermo è il Pd a picchiare duro definendole ”un pessimo regalo di Natale per le famiglie palermitane”, altrove, dove governa il sindaco renziano, è Forza Italia o il 5Stelle ad alzare le barricate.

Non poteva fare eccezione Salemi. Dove è in corso uno scontro di opinioni sull’argomento. I temi di più ampio respiro si preferisce rinviarli a data da destinarsi.

L’entrata nel club dei “borghi più belli d’Italia”, che non dovrebbe essere considerato come un punto di arrivo, dovrebbe dare l’abbrivio a iniziative le più innovative e spingere tutti a spendere energie per l’elaborazione di progetti concreti di più ampio respiro con spirito autenticamente imprenditoriale. Unico modo per scongiurare una irreversibile fase di declino verso cui sembra avviarsi la città. Che certamente non può essere questo fantomatico progetto Piano Cascia, di cui da sempre si parla e nessuno sa con precisione cosa dovrà essere!

Al contrario, molti sembrano ignorare la notizia secondo la quale recenti studi socio-economico-demografici hanno inserito il paese degli “Illusi” di Catania in un vasto elenco di comuni destinati a scomparire nei prossimi cinquanta anni.

Non è un paese per giovani, da più parti si sente ripetere. Un paese per pensionati e impiegati comunali, si dice. Non sappiamo l’ultimo dato anagrafico aggiornato. Ma un invecchiamento della popolazione è palpabile. Una desertificazione umana inarrestabile, dopo che politiche urbanistiche scellerate incentivarono la gente ad andare via. Chi nel Nuova Zona, una sorta di ghetto. Chi nelle compagne con l’ostentazione di pretenziose ville costruite con denaro pubblico, e pomposamente battezzate, da qualche sindaco responsabile dell’esodo, come una improbabile Zona Residenziale (una volta, molto semplicemente erano le più umane zone di villeggiatura).

Le vie del Centro Storico, che non sono solo quelle attorno al Castello, all’interno del cosiddetto “anello”, appaiono ormai come i corridoi di un Museo en plain air , dove si sente solo il tubare di stormi di piccioni, di giorno, e lo squittire di enormi ratti, la sera.

Il vociare di bambini scorrazzanti o il chiacchiericcio di comari spettegolanti è solo un lontanissimo ricordo.

Dove una volta c’era una botteguccia con due scaffali, un bancone, il quadernetto e il lapis per segnare debiti e crediti, una donnetta sempre avvolta, d'inverno e d'estate, da uno scialle sfilacciato, con poca roba e quasi tutta per terra in una vaga idea anticipatrice di un moderno market, olezzante profumo d'arance e di pane appena sfornato, di stimolante odore di mortadella e di acre varecchina, misto a puzzo di gatto e di muffa, ma che rappresentava il "paese delle meraviglie" per i ragazzini abbacinati da grandi bocce di vetro colorato con caramelle, lecca-lecca, gianduiotti, palline variopinte di "mastica-mastica", ora trovi solo una porta scolorita sbarrata da assi inchiodate.

E dove un anziano barbiere lavorava all'inizio della strada, puntando tutto sui prezzi bassi e sul calendarietto profumato con donnine seminude ( momenti di estasi per i giovani e meno giovani) in concorrenza con quello più avanti, al quale affidavano i capelli, barba e baffi quasi tutti i professionisti e gli impiegati e che per questo sulla tariffa andava giù pesante, oggi la fa da padrone un improvvisato e malmesso posteggio per auto.

Tutto questo per dire che ci sono i motivi per fare, a pochi mesi dall’entrata in vigore della zona a traffico limitato e piano sosta, un primo bilancio. Liberi da pregiudizi ideologici, però. I residenti, ci pare, hanno tirato le somme, hanno fatto il punto di tutto ciò che non va e hanno disegnato eventuali altre soluzioni.

Alcuni vanno al sodo e avvertono, ci sembra di avere capito, il Comune che se quelle soluzioni non è disponibile ad adottarle, loro passeranno alle vie di fatto, con tanto di carte bollate e richiesta di risarcimento danni.

Secondo il nostro modesto parere, occorre ascoltarli. Chiudersi a riccio non giova a nessuno.

Alcuni sono certi, infatti, che il danno ci sia stato perché - spiegano – nei fatti si è determinata una minore disponibilità di stalli per i residenti i quali pur avendo il diritto a posteggiare, il posto auto lo trovano raramente. Argomentazioni, queste, non campate in aria. Come pure non si capisce perchè il pass debba venire a costare circa 50 euro. Sostenere che il costo delle marche va ad impinguare le casse statali e non quelli comunali piuttosto che un’attenuante, ci pare invece un’aggravante. Occorrerebbe dissipare la percezione che molti hanno. Che, cioè, l’ordinanza della Ztl sembra una manovra iniqua che mira essenzialmente a rimpinguare le casse del Comune. Non solo. Viene detto da chi si oppone che essa rischia di aumentare la crisi delle attività commerciali del centro in quanto la città non è ancora fornita di sufficienti aree di parcheggio nelle zone limitrofe.

Collegato, infine, a queste problematiche rimane il permanere dell’ “ immobilità” della Scala Mobile. Un iter tormentato quello delle scala mobili che collegano il parcheggio “Schillaci” con la centralissima Piazza Libertà. Dai nostri vecchi appunti ricordiamo di avere scritto nell’aprile del 2013 che per essere fruibili mancava solo il certificato di sicurezza della struttura, richiesto all’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) di Catania. In quel vecchio articolo scrivemmo pure, hainoi!, che gli uffici comunali stavano iniziando a lavorare per redigere il bando per l’assegnazione dei locali che si trovano nella struttura.

Una vera odissea. I lavori furono appaltati nel lontano 2007 alla ditta salemitana Icosem.  Avrebbe dovuto completarli entro il 2008. Ma poi si andò di proroga in proroga. Ci fu anche una perizia di variante al progetto voluto dell’ufficio comunale del settore Lavori Pubblici. L’opera, costituita da una struttura a doppia altezza con terrazzamenti, è caratterizzata da due scale mobili e due ascensori. L’importo complessivo era di 1.800.000,00 euro circa, di cui il 90% finanziato dall’Assessorato regionale alle Opere Pubbliche. La restante parte a carico del comune di Salemi. Ai tempi dei Commissari prefettizi tutto sembrò, quindi, in dirittura di arrivo. L’ingegnere sovraordinato Rosario Ortega fu categorico. Solo un paio di mesi, e poi le scale avrebbero incominciato a salire e scendere. Di mesi ne sono passati 23, ma la Scala Mobile rimane Immobile! Non solo. Nei giorni scorsi è stato oggetto di un ennesimo intervento di tecnici ( da chi vengono pagati?) e di un ennesimo atto vandalico. Come si può vedere dalle foto, una porta dell’ascensore è stata scardinata. Ma nel corso di questi anni non è il primo episodio. Tutta la struttura, che rimane incustodita, è diventata anche un vespasiano a cielo aperto. Le telecamere non registrano le immagini?

In una nostra recente intervista al sindaco Domenico Venuti, alla domanda su quali sono i motivi veri che impediscono il suo funzionamento, il primo cittadino ci disse testualmente : “Non me lo spiego neanche io, visto che di fatto funziona. Si tratta di un problema burocratico che, nonostante le sollecitazioni, l'ufficio non è riuscito a risolvere. In assenza di una risposta tempestiva, mi avvarrò di una consulenza esterna per mettere un punto a questa situazione.”.

Misteri siculi. Non è un caso che in Sicilia, nel corposo elenco di incompiute, la scala mobile di Salemi, figura tra le 8 opere completate ma ancora non fruibili.

E’ stato oggetto anche dell’attenzione di un turista del Nord. Nel suo blog ha scritto: “Sono stato a Salemi; non c'ero mai stato prima. Un bellissimo castello, un centro storico delizioso, ma, appena si arriva, nella piazza principale, vieni invitato a posteggiare in un apposito spazio posto sotto ... vado ... posteggio e ... trovo una scala mobile per ritornare in piazza: ma la scala mobile immobile! Anche l'ascensore era immobile! Appena salito (a piedi) in piazza chiedo ai passanti: da quando è stata realizzata ... mai messa in esercizio, rispondono. Ma ... a parte l'impatto ambientale in una zona fortemente caratterizzata dalla storicità degli edifici ...una volta realizzata ... non si poteva mettere in esercizio? Ma perché i suoi cittadini permettono tutto questo?”

Già. Perché i cittadini di Salemi permettono tutto questo?

 

Franco Ciro Lo Re