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31/01/2016 21:00:00

Mafia, uno studente siciliano su cinque pensa sia impossibile da eliminare

Il 76 per cento degli studenti siciliani interpellati sentono parlare del fenomeno mafioso come "qualcosa da combattere, da disprezzare o evitare con attenzione", mentre uno studente su cinque pensa sia "qualcosa con cui convivere perchè non si può eliminare". Sono alcuni dei dati emersi da un'indagine svolta tra gli studenti siciliani coinvolti nel progetto "Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili" realizzato dal centro studi Pio La Torre con il sostegno del dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della presidenza del Consiglio dei ministri. A illustrare i risultati è il gruppo di monitoraggio e valutazione del progetto durante la manifestazione conclusiva che si è svolta nell'aula magna del liceo classico "Giovanni Meli" di Palermo.

Il progetto, realizzato con l'obiettivo di prevenire le diverse forme di illegalità e sensibilizzare i più giovani, ha coinvolto circa 400 studenti tra i 16 e i 21 anni di 14 scuole dell'Isola, compreso un gruppo di giovani del centro diurno del dipartimento per la giustizia minorile di Palermo. Il 39 per cento degli studenti ritiene la mafia più forte dello Stato, il 34 per cento "ugualmente forti" mafia e Stato, mentre solo il 16 per cento pensa che sia lo Stato a essere più forte. "Quasi tutti i ragazzi interpellati nelle nostre rilevazioni - dice Laura Borino, componente dello staff del progetto - sanno chi sono i giudici Falcone e Borsellino, Padre Puglisi, Pio La Torre o, sul fronte opposto, il boss Totò Riina. Più della metà, però, prima dell'avvio del progetto, ha ammesso di non conoscere figure come Antonino Caponnetto, Emanuela Loi, Placido Rizzotto e quasi la metà ignorava chi fosse Rocco Chinnici".

Nel corso dell'anno, oltre a partecipare a un ciclo di conferenze sul fenomeno mafioso, gli studenti hanno fatto visita alla Cantina "Centopassi", in un bene confiscato nell'Alto Belice corleonese. I ragazzi hanno anche conosciuto la vita di Pio La Torre attraverso una mostra fotografica itinerante nelle scuole e con la partecipazione a dei laboratori teatrali basati sulla piece "Pio La Torre orgoglio di Sicilia" appositamente scritta e donata al centro dallo scrittore Vincenzo Consolo. "La visione di Vincenzo Consolo - spiega Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre - ha permesso ai ragazzi di approfondire la propria coscienza antimafia. Quel 39 per cento secondo cui la mafia è più forte dello Stato ci indica la strada da percorrere insieme alle scuole, le agenzie educative più importanti, per contrastare, seguendo l'esempio di Pio La Torre, ogni connivenza tra mafia e parte della classe dirigente, in qualunque epoca".

"Il progetto ha lasciato il segno - spiega Giovanni Frazzica - perché nel sondaggio agli studenti è stato anche chiesto se, grazie a questa iniziativa, hanno iniziato a parlare di mafia o di legalità con persone con le quali di solito non lo facevano, e il 73 per cento degli studenti hanno detto sì". Alla domanda "Ti è mai capitato di avvertire concretamente la presenza

della mafia nella tua città?", il 34 per cento risponde "abbastanza", il 25 per cento "poco", il 21 per cento "molto". Tra gli studenti che hanno risposto, 137 continuano a riporre maggiore fiducia negli insegnanti, seguono i magistrati (95 preferenze) e, al terzo posto, forze dell'ordine (57 preferenze). Ultimi nella classifica risultano essere: sindacalisti (26 preferenze), parroci (10), politici nazionali (8), politici locali (3). 

 

Fonte: Repubblica