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16/02/2016 06:05:00

Abuso d'ufficio. Assolto l'ex sindaco di Campobello Ciro Caravà

 Accogliendo la richiesta del pm Antonella Trainito (oltre che, naturalmente, degli avvocati difensori), il Tribunale di Marsala ha assolto tutti gli imputati del processo che per abuso d’ufficio vedeva alla sbarra l’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà, alcuni funzionari comunali, un tecnico privato e il proprietario di un terreno. In tutto, 13 persone. Al centro della vicenda una licenza edilizia. A ribaltare le conclusioni dell’accusa, oltre a quanto emerso nel corso del dibattimento, era stata soprattutto una consulenza tecnica difensiva, eseguita dal geometra Antonino Gulotta. Secondo l’iniziale accusa, nel 2008, Caravà e alcuni funzionari, con il rilascio di una concessione edilizia avrebbero consentito a Salvatore Cappellino di realizzare delle opere ricadenti in parte su un terreno non di sua proprietà, ma di Maria Laura Stella e Gaspare Passanante. Furono questi ultimi a sporgere denuncia. In Tribunale, però, lo scorso novembre, il geometra Gulotta ha spiegato che, misurato il terreno dei Passanante, l’estensione risulta conforme a quella dell’atto. Già nel 2006, poi, il muro che separa le due proprietà risultava come limite in una scrittura tra le parti. Si è, inoltre, scoperto gli accertamenti effettuati dal consulente dell’accusa sarebbero stati eseguiti su una aerofotogrammetria “ribaltata”. Oltre a Caravà e Cappellino, alla sbarra sono anche Andrea Moceri, progettista, Francesco Giuseppe Gentile, dirigente dell’Utc, Ignazio Graziani, tecnico che subentrò a Gentile, Giorgio Gurrieri, rup e componente della commissione edilizia insieme con Agostino Montalbano, Pietro Antonio Greco, Stefano Tramonte, Gioacchino Drago, Natalino Agostino Agola, Agostino Gentile e Vincenzo Cuttone. Anche per loro il pm aveva chiesto l’assoluzione. Caravà è stato assolto anche dall’accusa di concussione. Reato che avrebbe commesso, sempre secondo l’iniziale accusa, chiedendo a Maria Laura Stella Passanante di ritirare la querela sporta nei suoi confronti. Lui, in cambio, avrebbe fatto in modo che fosse rilasciata la concessione edilizia richiesta. Anche per questo capo d’imputazione il pm ha chiesto l’assoluzione. Seppure con la formula che in qualche modo ricalca la vecchia insufficienza di prove. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.