Anche la vendita “fittizia” di un appartamento, di proprietà di un cognato della presunta vittima di prestiti a strozzo, per saldare i debiti. E’ emerso nel corso dell’ultima udienza del processo che in Tribunale, a Marsala, vede imputati, per usura ed estorsione, il 56enne commerciante marsalese di prodotti per l’agricoltura Paolo Mirabile, il fratello Francesco e la sorella Giovanna. Ma è Paolo Mirabile il personaggio principale della vicenda. Come spiegano, infatti, i loro difensori, gli avvocati Maurizio D’Amico e Giacomo Pipitone, Giovanna e Francesco Mirabile avrebbero un “ruolo marginale” nella vicenda. Sono coinvolti “solo” per un mutuo e un finanziamento. I fatti contestati ai tre imputati sono relativi al periodo 2008-2010. L’indagine fu avviata dopo la denuncia di una presunta vittima. Secondo l’accusa, i Mirabile avrebbero approfittato delle difficoltà economiche di alcuni imprenditori, pretendendo interessi annui fino al 190%. A fronte dei prestiti di denaro, sarebbero stati pretesi in garanzia assegni bancari, cambiali o fideiussioni. Diverse presunte vittime si sono costituite parte civile. Ad assisterli sono gli avvocati Francesca Lombardo e Giuseppe Gandolfo. Quest’ultimo rappresenta anche l’Associazione “Paolo Borsellino onlus” Marsala. Parte civile anche l’Associazione Antiracket e Antiusura di Trapani, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Novara. A difendere Paolo Mirabile (agli arresti domiciluari dall’aprile all’ottobre 2013) sono gli avvocati Stefano Pellegrino e Diego Tranchida, secondo i quali si è trattato soltanto di “rapporti economici” tra venditore di prodotti per l’agricoltura e clienti. Ma l’avvocato Francesca Lombardo evidenzia che i Muscarella, ad esempio, non sono agricoltori, ma “svolgono attività commerciale nel settore di vendita al dettaglio di abbigliamento”. E nell’ultima udienza ha testimoniato Gaetano Giacalone, cognato di Nicolò Massimo Muscarella, che ha raccontato per diversi anni ha aiutato il parente dandogli assegni che poi questi dava a Paolo Mirabile per avere in cambio denaro liquido. Secondo l’accusa, però, a tasso da usura. Giacalone ha parlato anche della vendita, pare fittizia, della sua abitazione a Giovanna Mirabile, che per l’acquisto, nel 2008, avrebbe chiesto, insieme al fratello Paolo, un mutuo bancario di 108 mila euro. L’operazione sarebbe servita a saldare i "debiti" di Muscarella verso Paolo Mirabile.