E’ stata la lunga deposizione del luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, che ha dettagliatamente ripercorso tutte le fasi dell’indagine, il primo atto del processo che davanti al giudice monocratico Vito Marcello Saladino vede alla sbarra, per truffa in danno di ente pubblico e falso, Giuseppe Barresi, 60 anni, ex dirigente dell’Anagrafe al Comune di Castelvetrano. Il funzionario, con la scusa di assistere l’anziana madre (la 90enne L.B.), aveva chiesto e ottenuto un congedo retribuito di due anni, attestando, per l’accusa falsamente, la coabitazione con l’anziana, in situazione di handicap grave e bisognosa di cure. Ciò allo scopo di non recarsi in ufficio, incassando però ugualmente lo stipendio, beneficiando della norma che prevede il congedo retribuito, fino a 24 mesi, per quei lavoratori che convivono con un parente disabile grave. Ma dall’indagine, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala e coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, sarebbe emerso che Giuseppe Barresi avrebbe continuato a vivere con moglie e figli nella sua abitazione, in via Ammiraglio Rizzo, e non in quella della madre, in via XXIV Maggio, dove invece vive la sorella. A confermare che non si era trasferito nell’abitazione della madre sono stati anche la sorella e il cognato. Il “falso” cambio di domicilio l’avrebbe ottenuto, secondo l’accusa, proprio grazie poteri che gli derivavano dalla sua carica dirigenziale al Comune di Castelvetrano. Il congedo straordinario retribuito ottenuto dal Barresi è relativo al periodo compreso tra l’1 febbraio 2015 e il 31 gennaio 2017. Il Comune di Castelvetrano si è costituito parte civile. A rappresentarlo è l’avvocato Francesco Vasile. Davanti al giudice Saladino, è stato ascoltato anche Marco Caruso, uno dei due dipendenti comunali il cui esposto ha fatto scattare l’inchiesta. Caruso ha confermato le accuse. In apertura di dibattimento accusa (pm Silvia Facciotti) e difesa (avvocato Cardinale) hanno prodotto una serie di documenti. Intanto, la scorsa estate, tornato in servizio, Barresi è stato nominato comandante della polizia municipale nonostante il procedimento penale a suo carico. E ciò appare piuttosto singolare e sicuramente in controtendenza rispetto a quanto previsto dalla “riforma Madia” che prevedere misure molto drastiche (fino al licenziamento) per quei dipendenti pubblici che si macchiano di gravi colpe. La prossima udienza del processo a Giuseppe Barresi è stata fissata per il 27 aprile, quando saranno chiamati a testimoniare l’altro dipendente comunale che ha firmato l’esposto (Lio Nastasi) e i parenti dell’imputato che in fase d’indagine hanno reso dichiarazioni che, di fatto, hanno incastrato il funzionario comunale, che secondo l’accusa intendeva intascare il lauto stipendio senza andare a lavorare. In caso di eventuale condanna dell’imputato, il Comune di Castelvetrano chiederà la restituzione delle somme percepite da Barresi nel periodo in cui, secondo l’accusa, le avrebbe percepito indebitamente. Le somme sono state quantificate dall’ufficio ragioneria del Comune belicino e dovrebbero ammontare a una cifra compresa tra 29 o 30 mila euro.