L’ex direttore del carcere di Castelvetrano, Paolo Malato, marsalese, è stato assolto con formula piena dal giudice per le udienze preliminari Annalisa Amato dall’accusa di omissione di atti d’ufficio in concorso. E con lui dalla stessa accusa sono stati assolti anche il medico del carcere castelvetranese, Sebastiano De Vita, anche lui marsalese, e quattro appartenenti al corpo di polizia penitenziaria: il comandante Giovanni Antoci, il sovrintendente Gaspare D’Avaro e gli assistenti capo Salvatore Mistretta e Vito Salluzzo. A chiedere l’assoluzione dei sei imputati, difesi dagli avvocati Donatella Buscaino, Giuseppe Culicchia, Rino Salvatore Di Caro, Giovanni Messina, Claudia Muscarella e Palermo Patera, era stato anche il pm Giulia Alessandro. I fatti inizialmente contestati sono relativi al periodo tra la fine del 2013 e l’aprile 2014. La vicenda è relativa al telefono cellulare del medico del carcere, che secondo l’accusa non sarebbe stato consegnato agli agenti di polizia penitenziaria al corpo di guardia. Il direttore del penitenziario e le quattro guardie erano stati, quindi, accusati di non aver impedito l’ingresso del telefono cellulare nella zona delle celle. Dove ci sono i detenuti, che com’è noto non possono comunicare con l’esterno. Nel processo, svoltosi con rito abbreviato, gli avvocati difensori hanno, però, sostenuto che non c’è alcuna prova che il telefono abbia varcato il limite previsto dall’ordinamento penitenziario.