C’è fermento nella politica marsalese dopo il duro attacco di sette consiglieri di maggioranza nel confronti del sindaco Alberto Di Girolamo. La luna di miele tra il primo cittadino e i suoi consiglieri è finita e nuovi equilibri si possono determinare in consiglio comunale. Con accordi trasversali, di cui il sindaco non sarà a conoscenza, con cambi di casacca, passaggi dall’uno all’altro gruppo, da maggioranza a opposizione a viceversa, per finire col fondere le due fazioni e venire a costituire così delle maggioranze variabili. Il tutto in vista dell’appuntamento più importante per la città. Quello dell’approvazione del piano d’intervento sui rifiuti. L’amministrazione comunale e il consiglio comunale dovranno definire come sarà la raccolta rifiuti a Marsala per i prossimi anni. Un appalto da 100 milioni di euro, che toccherà le tasche dei cittadini e tanti interessi che si muovono fuori da palazzo VII aprile e dal quartiere spagnolo.
In vista di questo appuntamento, per il sindaco Di Girolamo i malumori della sua maggioranza possono essere pericolosi. La rottura potrà portare i consiglieri a non votare il piano d’interventi, ritardarne l’approvazione e costringere l’amministrazione a prorogare il contratto con Aimeri Ambiente.
Sono sette i consiglieri comunali che hanno firmato il documento con cui si dicono che d’ora in poi voteranno gli atti “secondo coscienza” (come ad ammettere che prima si votava ad occhi chiusi). E la presa di distanze dal sindaco dopo la nomina del nuovo assessore Rino Passalacqua a due mesi dalle dimissioni di Nino Barraco.
Quello i consiglieri di maggioranza contestano è “il metodo politico adottato dal primo cittadino, che sembra aver dimenticato che la sua vittoria elettorale è frutto di una sinergia di forze politiche strutturate, animate dalla fiducia nella sua persona e dalla condivisione del suo programma elettorale, oggi più volte disatteso”. I sette dissidenti sono Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale, il suo vice Arturo Galfano, Ginetta Ingrassia, Luana Alagna, Letizia Arcara, Oreste Alagna, Ignazio Chianetta. Tutti hanno avuto qualcosa da protestare al sindaco Di Girlamo in questi mesi. Chianetta è il nuovo entrato in maggioranza, anche se non lo dà a vedere, dopo il passaggio al Psi. “Un’amministrazione comunale che pretende di trattare noi consiglieri di maggioranza come servi sciocchi di un sistema che di democratico ha ormai ben poco - continua il duro documento dei consiglieri. Non è più tollerabile che atti preconfezionati non preceduti da confronto e condivisione giungano in aula consiliare. Pertanto noi consiglieri sottoscrittori, memori del programma elettorale che abbiamo condiviso meno di un anno fa, voteremo gli atti solo se lo riterremo opportuno e vantaggioso per la città, che siamo chiamati a rappresentare e tutelare, senza barattare il bene della nostra città con alcun tipo di accordo”.
Tutto ciò ha sollevato una gran caciara in consiglio comunale. Non sono esclusi adesso movimenti trasversali e regolamenti di conti interni. Il primo potrebbe avvenire nel gruppo Cambiamo Marsala, la lista voluta dal sindaco, in cui è stato eletto Arturo Galfano. Il vice presidente del consiglio comunale, visti i continui battibecchi con il sindaco, e il suo ruolo di guida, assieme a Sturiano, della fronda anti-Di Girolamo, potrebbe lasciare il gruppo, come gli chiede il suo collega Daniele Nuccio per una sorta di incompatibilità. Galfano potrebbe approdare nel gruppo di Sturiano, ma a quel punto non potrebbe fare il vice presidente del consiglio comunale. Potrebbe passare in maggioranza, o meglio nel gruppo dei dissidenti, Nicoletta Ferrantelli, aderendo a Democratici per Marsala, il gruppo di Sturiano. Nel frattempo Michele Gandolfo, jolly d’area socialista, chiede le dimissioni di Enzo Sturiano da presidente del consiglio comunale. “Posso anche mettere in discussione il mio ruolo, non sono attaccato alle poltrone”, aveva detto Sturiano in consiglio comunale. E Gandolfo ha preso a balzo la palla. Sono pochi i consiglieri a difendere il sindaco a Sala delle Lapidi, e anche nel Pd da tempo si stanno facendo alcune considerazioni. Un gruppo che non progredisce, che sta, come il partito a Marsala. Sta, fermo, nell’attesa di un nuovo congresso che porterà alla elezione del nuovo segretario. Perchè Di Girolamo è il sindaco-segretario, una carica quella di vertice del Pd cittadino incompatibile per statuto del suo stesso partito con quella di sindaco. E dal Pd nelle ultime settimane non sono mancate le frecciatine di Antonio Vinci proprio nei confronti del suo sindaco: “Non ci coinvolge, ci chiama solo per scaricare le responsabilità quando c’è da aumentare le tasse”.
La minoranza, che si vede coinvolta anche in voci che riguardano un possibile passaggio dell’Udc nella compagine di governo, sta a guardare cosa combinano i consiglieri di maggioranza. “E’ arrivato il momento –commenta Giovanni Sinacori- in cui l’Amministrazione Di Girolamo si disincagli dalla secca in cui si trova per i tanti errori sin qui commessi. Noi comunque non ci montiamo la testa. Non voglio pensare che la minoranza, da opposizione, sia diventata maggioranza. Noi abbiamo perso le elezioni e restiamo opposizione, anche se le nostre idee e i nostri progetti non sono certamente di secondo livello, anzi. E continueremo a dare voce agli elettori che hanno perso, dei quali siamo fieri ”. Per Pino Milazzo invece “il sindaco non ha progetti da portare avanti, calpesta le più elementari regole della democrazia, non ha avuto la sensibilità di venire in aula, un plauso a questi consiglieri che hanno sottoscritto il doumento che hanno avuto la forza di diventare consiglieri liberi”.
Tutto ciò mentre in consiglio comunale dovrà arrivare il piano d’intervento sui rifiuti. Un piano che verrà sottoposto all’esame dei consiglieri, che in questo clima hanno l’occasione di giocare uno scherzo al sindaco Di Girolamo.