Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/07/2016 06:30:00

Aeroporto di Birgi. I nodi Airgest e Ryanair e le possibili soluzioni che non arrivano

Il futuro dello scalo aeroportuale di Birgi è sempre più incerto e, come sappiamo, non dipende solo esclusivamente dalla volontà di chi lo gestisce. L’Airgest, infatti, affronta una difficilissima situazione economica con i suoi conti ormai in rosso. La società alla guida dell'aeroporto trapanese, dopo aver chiuso con un utile di un milione e mezzo di euro il 2013, ha chiuso gli ultimi due con una netta inversione di tendenza. Nel 2014 le perdite hanno superato i quattro milioni e mezzo, mentre nel 2015 sono state di due milioni. I debiti ammontano a 15 milioni di euro, la conferma è arrivata qualche giorno addietro dallo stesso presidente Franco Giudice, e a breve se non si procederà ad una ricapitalizzazione si potranno garantire gli stipendi dei dipendenti solo fino a fine anno. La parte grossa la dovranno fare i soci privati, visto che il socio di maggioranza, la Regione Sicilia, non può intervenire. In queste condizioni, però, l’Airgest non è più in grado di pagare quanto stabilito dall’accordo di co-marketing con Ryanair che scadrà il 31 Marzo 2017. Accordo che deve essere onorato ancora da diversi Comuni che devono versare le proprie quote. Le amministrazioni comunali in questo momento non se la passano molto bene, e su Ryanair chiedono qualcosa in più, ad esempio di poter decidere sulle tratte preferendo quelle estere, in questi anni ridimensionate a favore di Palermo. Ritornando all'Airgest, una delle possibili soluzioni per il rilancio di Birgi  potrebbe essere quella di cercare nuovi finanziatori e l’ingresso di altri soci privati o sponsor. 

Un percorso che sarebbe già cominciato ma che si annuncia molto lungo. Sostenitore di questa scelta è il senatore Antonio D’Alì, che in questo senso ha invitato la Camera di Commercio a mettere subito in vendita le proprie azioni. Possibili aiuti, auspicati da più parti, e anche dalla politica locale e regionale che per troppo tempo è stata a guardare, dovrebbero arrivare, o dai palazzi della politica romana o da Bruxelles, ma sono solo ipotesi, perché di investimenti certi, infatti, non ce ne sono.

Nei giorni scorsi a Roma si e' tenuta la conferenza di servizi sulla continuità territoriale e sulla destinazione dei 20 milioni di euro approvati con un emendamento alla Legge di Stabilità, in cui si e' ipotizzato che di questi 20 milioni, 5 siano destinati alle isole di Pantelleria e Lampedusa e gli altri vadano agli aeroporti di Comiso e Trapani per favorirne lo sviluppo attraverso l'istituzione di voli a tariffe scontate per i siciliani. Mercoledi' 20 luglio ci sara' un nuovo incontro operativo. Sulla destinazione delle risorse, il deputato Nino Minardo (NCD) ha chiesto al ministro Delrio e all'assessore regionale ai Trasporti Pistorio di non penalizzare un territorio a dispetto di un altro e di distribuire i fondi in uguale misura tra la Sicilia orientale e quella occidentale.
Anche da parte del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Simona Vicari c’è la conferma che saranno attenzionate le esigenze degli aeroporti siciliani di Trapani e di Comiso.
A Bruxelles la Commissione Europea ha proposto una modifica del Regolamento sugli aiuti di Stato e ha avviato le consultazioni sul procedimento che punta ad agevolare l’utilizzo di alcune tipologie di finanziamento pubblico da destinare a porti ed aeroporti, riducendo al minimo la cosiddetta fase di controllo.

 Sulle sorti dell’aeroporto di Birgi, tra i vari interventi politici, nei giorni scorsi, commentando il suo rinvio a giudizio per le spese pazze all’ARS, c'è stato anche quello dell’ex sindaco Marsala ed ex presidente della Provincia Regionale di Trapani Giulia Adamo, intervenuta con una sua lettera inviata alla nostra redazione in cui ha lanciato i seguenti interrogativi:

“Come mai nessuno protesta per l'assurda decisone del Governo regionale di non considerare "Struttura Srategica" il terzo aereoporto della Sicilia, che non solo è stato uno dei pochi elementi di sviluppo della Provincia di Trapani, ma che ha introdotto un elemento di competizione nel sistema aereoportuale siciliano, costringendo le Compagnie aeree ad abbassare i costi. Altra domanda di Giulia Adamo: “Dove sono finiti o come sono stati spesi i 2 milioni di euro che, la Regione( su mia proposta) ha trasmesso alla Provincia di Trapani per sostenere nuove rotte e promuovere l'Aeroporto?"

 

Per il deputato regionale Nino Oddo, invece, si dovrebbe provare una unità d’intenti con la Gesap, la società che gestisce Punta Raisi. Suggerendo per gli aeroporti di Trapani e Palermo un possibile scambio alla pari di azioni per far nascere un polo aeroportuale unico nella Sicilia occidentale. Ciò consentirebbe di avere un rapporto privilegiato con Ryanair per evitare conflittualità sulle tratte e per aumentare anche i voli internazionali su Birgi. Creando anche l'opportunità di vendere pacchetti turistici da buyer che promuovono insieme Palermo e Trapani.

Guarda avanti ed è più pragmatico l’intervento del presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno, che auspica per l’Aeroporto che ci sia al più presto la nomina del presidente del Libero Consorzio, fatto che potrebbe essere un’opportunità, soprattutto perché potrebbe fare da sintesi e da filtro rispetto a queste tante idee e visioni future che ci sono sullo scalo e che al momento non hanno portato a nulla di concreto. Bongiorno qualche giorno fa ha detto di essere abbastanza positivo anche sul fatto che Ryanair nonostante riceva i soldi con molto ritardo è disposta a rimanere. Qui la sua dichiarazione: “Diciamo che ci sono le condizioni per potere andare avanti. Non hanno sbattuto la porta in faccia a nessuno. Vorrebbero rimanere, bisogna adesso capire come farli rimanere. Senza girare intorno alle questioni, qui si tratta di definire un accordo nuovo con Ryanair e capire chi potrà sostenerlo finanziariamente”.

Insomma, per Birgi sembrano esserci sul tavolo tante idee, tante possibili soluzioni, ma fin quando non si sbroglieranno i nodi Airgest e Ryanair e si riuscirà a garantire un accordo con Ryanair o con altri vettori che confermeranno l’attuale piena operatività anche dalla primavera del 2017, questo territorio e i suoi operatori economici continueranno a vivere nell’incertezza e con la paura di poter perdere una sicura fonte di sostegno.