“In Sicilia, il bilancio del primo biennio di Garanzia giovani può essere considerato positivo”. È la valutazione di Caterina Chinnici, eurodeputata S&D e componente della delegazione della commissione Controllo dei bilanci (Cont) inviata in Sicilia e Calabria per verificare i risultati del progetto europeo volto a favorire l’occupazione dei giovani che non studiano né lavorano.
Chinnici sottolinea i risultati positivi del progetto “sia per il numero di persone partecipanti, il più alto in Italia con il 16% del totale, sia perché la disoccupazione giovanile è scesa del 3%”. Tuttavia, aggiunge l’europarlamentare, “è indispensabile valorizzare le azioni più direttamente orientate all’inserimento lavorativo, rimaste finora molto in secondo piano rispetto a quelle formative”. In altre parole, per Chinnici servono più “misure come l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, previste ma di fatto non ancora attuate, o come l’apprendistato e i bonus alle aziende per l’assunzione post-tirocinio”.
Per Giovanni La Via, componente della delegazione in quota Ppe, la visita in terra siciliana – la tappa in calabria è in programma domani – è servita a verificare che “grazie all’Europa abbiamo creato, anche in aree disagiate, opportunità e impegno dove prima c’erano disoccupazione e disorientamento”.
Anche il popolare europeo, però, ammette che il bilancio di Garanzia giovani non ha solo aspetti positivi. Ricordando i “circa 178 milioni di euro” messi a disposizione dall’Ue per il progetto in italia, parla di “un massiccio investimento di risorse che non ha portato forse gli effetti sperati”, dal momento che la crescita occupazionale registrata è inferiore agli effetti registrati in altre realtà europee.
Secondo La Via bisogna “rimettere in moto il meccanismo”, e l’auspicio è che, “nella parte residua della programmazione, le risorse comunitarie vengano utilizzate in maniera più efficace, con maggiori successi occupazionali e, in definitiva, con ricadute più importanti per il territorio siciliano”.