I fatti di cronaca, le inchieste, la politica, la caccia a Matteo Messina Denaro. E poi notizie più curiose. Sono le top news del 2016 di Tp24.it. Una carrellata dei fatti più seguiti dai nostri lettori quest’anno e su cui abbiamo dedicato molta attenzione, con approfondimenti e aggiornamenti.
Ogni anno, in estate, c’è un rito. Scoppia a Marsala il caso del Lido San Teodoro. Anche il 2016 è stato molto turbolento, da quelle parti, per le vicende che riguardano il lido, la tutela dello Stagnone, con gli ennesimi sequestri e azioni giudiziarie, e l’intervento della politica.
Ogni anno le polemiche sul comportamento dei titolari del lido, Ombretta Nizza e Giuseppe De Vita, sono sempre più infuocate.
Ci troviamo intanto in un posto incantevole. Siamo all’interno della Riserva dello Stagnone, nella parte che congiunge la terraferma alla più grande delle isole della laguna, Isola Grande, appunto. Qui nel corso degli anni si è formata una lingua di sabbia che permette, a volte senza neanche bagnarsi le caviglie, di attraversare il mare e approdare sull’isola Lunga. Quando la marea è bassa il passaggio diventa una vera e propria spiaggia in mezzo al mare. Quella che dovrebbe essere la bocca nord della laguna, che permette il ricambio dell’acqua. Il posto, dicevamo, è molto frequentato. Si è sparsa la voce sulla bellezza selvaggia dell’Isola Grande e sul caratteristico passaggio.
Sulla terraferma c’è il lido Laguna dello Stagnone. E sono frequenti i battibecchi tra i titolari del lido e i bagnanti che vogliono passare per andare all’isola lunga. Quest’anno oltre alle polemiche si è passati alle mani. All’ennesimo pressante invito, infatti, a bagnanti di passaggio a non attardarsi troppo sulla spiaggia se non disposti a pagare per un lettino o un ombrellone, è scattata la lite. Una violenta lite che avrebbe visto protagonisti, da un lato, Giuseppe De Vita, marito della titolare dello stabilimento balneare (Ombretta Nizza), e un suo dipendente, e dall’altro due bagnanti.
I titolari non ci stanno a passare per “irregolari” e per “aggressivi” e si sono difesi dicendo di esser stati loro aggrediti.
A fine estate il lido è stato sequestrato dalla Capitaneria dopo la denuncia presentata dal Movimento 5 Stelle. Poi però il tribunale di Trapani ha accolto parzialmente la richiesta di riesame fatta dall'avvocato Frazzitta, che assiste i titolari del lido e ha dissequestrato buona parte dell’area. Parzialmente perchè rimangono sotto sequestro una porzione di passerella che ricade sulla spiaggia, sei ombrelloni con sedie e tavolini collocati in acqua, i servizi igienici e il manufatto utilizzato come ripostiglio, una cisterna idrica, un impianto di depurazione.
Da molti anni nel tratto di spiaggia sulla terra ferma, dopo le due Torri, c’è una costruzione in legno. E’ un lido messo su, parecchi anni fa, da Salvatore De Vita e la moglie Ombretta Nizza. E’ un lido in legno, appunto, con sdraio e giochi per bambini. Nel corso di questi anni hanno avuto diversi problemi anche giudiziari. La storia va avanti da anni. Gli interessi, su quel tratto di mare erano tanti. Ci sono i De Vita che hanno la concessione per il lido, e poi l’azienda Sosalt della famiglia D’Alì - Staiti attraversava, con i camion, quel tratto di mare lungo 500 metri dall’acqua bassissima - si può attraversare anche a piedi - dalle saline presenti sulla più grande delle Isole dello Stagnone. Nel 2008 De Vita fu arrestato: estorsione. Chiedeva, con la moglie, soldi agli autisti dei camion che passavano di lì anche quaranta volte al giorno. Per la Procura di Marsala era estorsione, voleva il pizzo. Per De Vita no. Intervistato dalla nostra redazione, disse alcune frasi che sono poi state alla base della sua difesa “Io ho un lido, e subisco danni dal passaggio continuo dei camion. E’ normale che chieda dei soldi. Ma vi sembra possibile che uno chiede il pizzo e si fa pagare con l’assegno?”. Il pagamento sarebbe stato di 7000 euro in un anno e di 8000 euro nell’altro. Il tribunale di Marsala poi ha assolto i due coniugi. Loro annunciano battaglia contro quelli che definiscono i signori del sale. Questa vicenda è molto ingarbugliata, e l’abbiamo raccontata qui, compresa la storia del processo in cui era imputato De Vita per furto di ciabatte… Questa la storia con la Sosalt. Il lido però nel corso degli anni subisce diversi provvedimenti. Viene sequestrato e dissequestrato più volte. I titolari vengono denunciati per abusivismo. Quel lido, in sostanza, deve essere smontato dopo l’estate, in base alla concessione. Concessione che secondo molti non sarebbe valida. “Sono i nostri nemici, quelli che sono invidiosi”. Ci sono stati però periodi in cui il lido è stato con la concessione sospesa e ha comunque continuato ad esercitare . Le sanzioni e le interdittive sono state tante in questi anni.
Nizza e De Vita sono stati in guerra con tutti. Anche con la politica. Perchè la Nizza si era candidata alle elezioni amministrative del 2012, a Marsala, nella Lista Lo Curto a sostegno di Giulia Adamo. La sua corsa non fu vittoriosa, ma era finalizzata ad ottenere un occhio di riguardo per le sue vicende.
In questi mesi il consigliere comunale Daniele Nuccio ha condotto una sorta di indagine sul Lido che ha una sospensione della revoca della concessione demaniale. Inoltre ci sarebbe una convenzione fatta ai tempi di Giulia Adamo che permetterebbe la libera fruizione ai bagnanti delle aree in concessione.
Perchè del lido se ne è parlato soprattutto per via dei rapporti che i titolari hanno avuto con i tanti visitatori del posto. In sostanza, i due titolari, diverse volte hanno “cacciato” i bagnanti diretti all’isola lunga perchè non possono sostare nella spiaggia. Spesso è avvenuto con toni molto accesi, infatti nei giorni scorsi si è arrivati alle mani. In questo senso è intervenuta anche Valentina Palmeri deputata regionale del Movimento 5 Stelle che ha chiesto al governo regionale dei controlli. Ma non c’è bisogno di molto per capire come vengono trattati i passanti, e qual è il clima che si respira. In sostanza basta fare un giro, ad esempio, su Tripadvisor per i commenti. Loro, i gestori del lido, si sono sempre difesi, dicendo che sono titolari di una concessione demaniale e che la gente può solo transitare da là, senza sostare, e che negli anni hanno subito diverse ingiustizie. “Dobbiamo pulire noi le sporcizie che lascia la gente che va all’isola Lunga. Le critiche? Arrivano da falliti ignoranti”.
Ecco, che la situazione si ripete ogni anno. E ogni anno ci sono proteste e polemiche per quel lido e quei proprietari che dicono di avere le carte in regola.
La vicenda del lido le Torri a San Teodoro riguarda solo l’ultima parte della laguna dello Stagnone su cui si dibatte sempre per la sua tutela. Quest’anno, è cominciato un percorso per riconoscere Mozia e le Saline patrimonio Unesco.
Con le firme apposte a Palermo da Diego Maggio, quale dirigente del Settore Cultura e Promozione Turistica del Libero Consorzio Comunale di Trapani, e da Aurelio Angelini, direttore generale della Fondazione UNESCO-Sicilia (soggetto di diritto pubblico, presieduto dal prof. Gianni Puglisi), è diventato operativo l’accordo di collaborazione tra questi due Enti e compie finalmente un significativo passo in avanti l’iter finalizzato alla proposizione della candidatura del sito naturale e culturale “Isola di Mozia e area vasta delle saline di Marsala, Paceco e Trapani” per l’inserimento nella Word Heritage List dell’Unesco, vale a dire nell’elenco dei siti dichiarati “Patrimonio dell’Umanità” sulla base dei criteri fissati dalla Convenzione Internazionale.
L’accordo disciplina i rapporti tra i due Enti che mirano congiuntamente a realizzare tutte le procedure necessarie: costituzione del Comitato Promotore (in cui comprendere i soli enti pubblici interessati: ex Provincia e i Comuni di Marsala, Paceco e Trapani), del successivo Comitato Tecnico-Scientifico e dell’eventuale Comitato d’Onore.
Lo stagnone, che è incantevole, è anche malato però e rischia di morire del tutto, con grande pericolo per la flora, la fauna e tutto l’ecosistema che rende l’ambiente unico. Questo a causa della ridotta ossigenazione delle basse acque, per via della chiusura del passaggio nord, con il mancato riciclo dell’acqua che contribuisce alla scomparsa della poseidonia. Il 2017, per lo Stagnone, dovrà essere l’anno in cui cominciare a pensare come salvarlo.