Dopo ben quattro giorni di trattative estenuanti, Unicredit e l'organizzazione sindacale FABI hanno firmato un accordo che prevede - a fronte di 3900 esuberi - 1300 nuove assunzioni e 600 stabilizzazioni di lavoratori con contratto d'apprendistato. E' una operazione che si inscrive in un piano industriale di snellimento del gruppo, che vuole chiudere oltre 800 filiali per il rilancio della redditività.
Unicredit e sindacati hanno raggiunto l'accordo sul piano industriale. L'intesa invece prevede appunto l'assoluta volontarietà delle uscite e un meccanismo di turnover indispensabile anche in Sicilia dove da circa 10 anni non si assume nessuno. Inoltre nell'orizzonte triennale del piano è stata data garanzia che non si procederà a nuovi esuberi o piani di uscita. E' stato raggiunto anche un accordo sugli inquadramenti, sulla cassa sanitaria e sul premio 2016 che sarà corrisposto per 600 euro in contanti e 800 euro sotto forma di welfare. "Un accordo importante e positivo" viene definito anche dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, con la banca che conferma come "a fronte del raggiungimento degli obiettivi dell'accordo di riduzione del personale, Unicredit si è impegnata a non attivare ulteriori piani di esuberi nel periodo 2017/2019, anche al fine di creare nel personale senso di stabilità e fiducia".
In Sicilia i tagli saranno importanti: si stimano quattrocento esuberi e la chiusura di ottanta filiali. Soltanto negli ultimi dieci anni si sono persi quasi tremila posti che diventano novemila se si estende l’orizzonte agli ultimi venti anni.