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10/02/2017 06:30:00

Giovanni De Santis: "Il Luglio Musicale ed Erice capitale della cultura. Come la penso"

Giovanni De Santis, Consigliere delegato dell'Ente Luglio Musicale di Trapani, Erice non è riuscita a vincere il titolo di Capitale italiana della Cultura. L'ha spuntata invece Palermo. Però l'arrivo in finale per l'Unione dei Comuni Elimo Ericini è già una buona notizia per il panorama culturale trapanese.

 

Mi fa piacere che si sia classificata tra i primi dieci. Per quanto mi riguarda ci siamo posti come obiettivo non quello di agire in maniera episodica ma di realizzare un progetto culturale continuativo e strutturato. Non ho mai condiviso le iniziative estemporanee e lasciate al caso. La cultura è cosa seria e va trattata in maniera professionale.

 

Sta dicendo che questa iniziativa era lasciata al caso?

 

Non voglio essere polemico, è un mio punto di vista relativo al mio raggio d'azione. Il Luglio Musicale fu chiamato in causa in maniera estemporanea, fu utilizzato anche il simbolo dell'ente come partner del progetto senza che noi avevamo condiviso quel percorso.

 

Quindi non eravate partner?

 

No, non ho sottoscritto mai nessun protocollo di partnership. Sono stato avvisato quando è cominciato tutto. Queste progettazioni non si fanno un mese prima della scadenza di un bando. Per una questione di progettazione e serietà della proposta ci si deve preparare con un anno di anticipo, non si può correre. Ho sempre contestato agli enti locali l'approssimazione e le cose realizzate frettolosamente. Siamo abituati a programmare noi. Chi vuol fare le cose estemporanee è libero, ma deve avere la cortesia di non chiedere di aderire a chi fa questo lavoro con programmazione e in maniera continuativa.

 

Lei non ha mai partecipato a nessun tipo di riunione o tavolo tecnico sulla candidatura di Erice?

 

Sono stato invitato ma per deontologia non amo partecipare a iniziative caratterizzate da una certa frettolosità. Partecipare ad un bando per la Capitale italiana della cultura è una cosa estremamente seria.

 

Il dossier presentato da Palermo, ma anche da altre città come Settimo Torinese, evidenzia che c'è stata tanta preparazione.

 

In una corsa di purosangue noi corriamo con l'asino. La verità è una, la cultura viene considerata solo quando ci sono bandi di finanziamento. Nella mia visione invece si deve avere prima un progetto e poi trovare i finanziamenti. Questo è quello che abbiamo fatto al Luglio e ha consentito di triplicare i finanziamenti a noi destinati.

 

Dal sindaco di Calatafimi è arrivata la proposta di riunire di nuovo i comuni dopo questa esperienza, magari per puntare al titolo di patrimonio Unesco.

 

Condivido molto questo spirito, spero che dalle parole si passi ai fatti. Però fare progetti, e magari si vincono per caso può essere la vittoria di Pirro. Poi tutti i riflettori dell'Italia e del mondo si concentrano sul territorio, e poi quando abbiamo i musei chiusi non siamo coerenti.

 

Ma lei parla così perchè con il Comune di Erice ha il dente avvelenato per la vicenda del teatro Tito Marrone che non vi è stato più affidato dalla Regione?

 

Mentre il Luglio Musicale lavora per riaprire e restituire alla collettività uno spazio chiuso da dieci anni, una città che si candida a capitale della cultura ne ostacola il percorso. La cultura serve soldo quando ci si deve utilizzare vicendevolmente quando si deve partecipare ai bandi o perché si deve intraprendere un percorso comune, ad aprire gli spazi, e non a farsi la guerra tra i poveri? Contro Giacomo Tranchida non ho nulla, è un sindaco molto attivo e detesto personalizzare le dispute. La mia visione della prospettiva era completamente diversa dai Comuni Ericini e l'ho palesata in maniera libera.