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14/03/2017 06:00:00

Marsala, artisti locali e Amministrazione: basta polemiche è tempo di proposte costruttive

Proviamo a fare il punto della situazione sulla vicenda che vede contrapposti un gruppo di artisti marsalesi e l’Amministrazione comunale. Tutto nasce da un malinteso, o comunque una frase infelice o espressa in malo modo: gli artisti devono lavorare gratis, avrebbe detto il sindaco di Marsala l’estate scorsa. Non è ancora chiaro se si tratta di una frase di un discorso più ampio o se addirittura non sia mai stata detta. D’innanzi all’incertezza, andiamo oltre e passiamo alla richiesta di un incontro da parte degli artisti che, nel frattempo, si erano aggregati per chiedere spiegazioni. A quell’incontro si è giunti ad una prima conclusione: gli artisti potevano riunirsi entro uno spazio pubblico per discutere e formulare proposte da sottoporre all’Amministrazione, che, in quel periodo, affrontava il dibattito in aula consiliare per l’approvazione del bilancio. Un dettaglio non da poco, considerando che senza questo strumento non sarebbe stato possibile programmare alcunché.

Intanto, all’interno del neonato Cantiere culturale, cominciavano le prime divergenze di veduta rispetto all’idea di un progetto culturale per la città strutturato e duraturo. Un fatto endemico quando a confrontarsi sono più di tre persone, in questo caso oltre trecento, ancor più se artisti o operatori culturali che, in quanto a ego, non sono secondi a nessuno. Il gruppo si sfoltisce ma resiste.

Con l’approvazione del bilancio, e siamo già a novembre, arrivano i fondi e si può finalmente ottemperare ad una delle richieste fatte dal cantiere: nominare un direttore artistico dei teatri. Arriva come un fulmine a ciel sereno Moni Ovadia. Sgomento. Un artista di questa levatura non puoi discuterlo, una collaborazione gratuita che non consente margini di discussione. La prima cosa che deve fare, per statuto, quella di creare un cartellone invernale per i teatri cittadini. Fatto. Forse troppo in fretta. Ma il ritardo giustifica ogni cosa, o quasi. Le cose fatte con la premura, si sa, sono suscettibili d’errore, di leggerezza se vogliamo. Ecco dove appigliarsi, e i motivi non sono mancati. Il direttore artistico non è tenuto a dialogare con le maestranze del posto, tuttavia lo fa, sollecitato dagli amministratori. Prova a fissare delle date per incontrarli, ma l’imponderabile è sempre in agguato. Problemi di salute. Il malumore monta, in alcuni casi esonda. Nel frattempo gli spettacoli registrano un timido risultato di pubblico, a volte bene altre meno. Spettacoli di qualità che a Marsala non sarebbero certo arrivati se non per contratto.

Sì, ma il progetto culturale dov’è? Acquistare degli spettacoli non è cosa così complicata, in teoria potrebbe farlo anche l’assessore alla cultura. La presenza di Moni Ovadia però potrebbe consentire, agli artisti locali, un momento di confronto e la possibilità di fare una produzione locale che dovrebbe essere circuitata attraverso la formula dello Stabile diffuso. Bene, siamo tutti speranzosi.

Nel giorno del confronto con gli artisti locali se ne presentano una decina. A fare da portavoce di quasi tutte le compagnie locali è Giacomo Frazzitta, avvocato e artista, saltato sul treno del malumore qualche giorno prima. Si dilunga con la lettura di una serie di punti da indirizzare all’Amministrazione. Appunto. Non era quello il luogo né il caso. Nonostante ciò Ovadia ascolta con educazione e pazienza e chiosa dicendo che per occuparsi di tutte quelle cose avrebbe dovuto prendere residenza in città, soluzione non percorribile dal momento che la sua collaborazione non è neppure retribuita. Volendo tralasciare l’imbarazzo, possiamo ora parlare di cosa bisogna fare per questa città, per costruire davvero un progetto culturale che esuli dal direttore artistico e restituisca la responsabilità agli organi competenti: l’Amministrazione.

È la politica che deve costruire le condizioni per farlo, il direttore artistico può aiutare, segnalare, mettere le proprie risorse e competenze a servizio di un progetto che deve partire dalla volontà politica. L’amministrazione Di Girolamo non brilla in quanto a comunicazione, è evidente, tra fraintesi e incapacità di confrontarsi serenamente, da ambo le parti, siamo arrivati ad un punto in cui, o salta tutto o si riparte davvero, con buona volontà da entrambe le parti. Le realtà artistiche marsalesi sono davvero tante e notevoli, la possibilità di rilanciare un territorio, l’economia, può passare anche da qui, da questo versante, creando sinergie con gli l’imprenditoria buona e già nota oltre i confini del territorio. Sedersi in cerchio, parlare, sviluppare idee supportate da competenze. Ispirarsi a quanti ci sono riusciti, e gli esempi non mancano. L’alternativa a tutto ciò è continuare ad accusarsi, a mettere in atto rappresaglie schiocche e inutili. Insomma, potrebbe essere questa l’ora della palla al centro