Venerdì 31 marzo nell’aula magna dell’Istituto “A. Damiani” di Marsala si è conclusa l’8^ edizione di Enodamiani 2017 con il convegno “La sostenibile leggerezza del …..vino”, uno sguardo al mondo del vino con sensibilità e capacità tutta femminile. Il convegno è stato indirizzato soprattutto agli studenti e alle studentesse del 5° e 6° anno di viticoltura ed enologia dell’Agrario e del 4° e 5° anno dell’Alberghiero per illustrare loro con quanta passione non disgiunta da enormi difficoltà ci si può dedicare in Sicilia alla coltivazione, produzione e commercializzazione del vino. Ha accolto l’invito l’Associazione “Donne del vino” con la prestigiosa presenza di Lilly Fazio, delegata regionale dell’Associazione ed export manager di Fazio wines (Trapani), Flora Mondello, amministratore delegato di Gaglio vignaioli dal 1910 (Messina), Valentina Nicodemo, amministratore delegato di Judeka(Caltagirone),che hanno parlato di vino e benessere, vino e imprenditorialità siciliana, vino e rispetto dell’ambiente. Oltre alle “Donne del vino” hanno relazionato Lorenza Scianna, giovane enologo di Fondo Antico (Trapani), che ha ben rappresentato agli studenti le difficoltà di questo “mestiere” tradizionalmente maschile, e Maria Grazia Griffo che ha illustrato, attraverso i reperti archeologici di Lilibeo, la diffusione e la conservazione del vino nel mondo antico.
Inoltre l’assessore alla P.I. del comune di Marsala, Annamaria Angileri ha portato il saluto dell’amministrazione comunale e l’apprezzamento per le iniziative , come Enodamiani, che l’Istituto scolastico porta avanti. Il convegno si è concluso con il saluto del Sindaco, sempre vicinoall’Istituto Damiani per tutti gli eventi che vi si svolgono. L’8^ edizione di Enodamiani si conclude con un bilancio positivo, anche se non sono mancate critiche poco benevole e gratuite nei confronti di un corpo docente che si adopera giorno per giorno per qualificare l’insegnamento e trasmettere agli alunni conoscenze, competenze, passione per il lavoro che svolgeranno in futuro,senza tralasciare che la tecnica non è disgiunta dalla cultura e che cultura e coltura hanno la medesima radice: il verbo latino “colere”, infatti, significava coltivare e il senso che si è voluto dare al convegno conclusivo, ma all’Enodamiani tutto, è stato proprio questo, coltivare non solo l’ingegno e il desiderio di conoscere ma anche la voglia di rimanere a lavorare nella propria terra e promuovere il territorio dal punto di vista enologico e turistico-alberghiero.