di Leonardo Agate -
Candido stamattina 14 giugno si reca alla Contrada Amabilina negli Uffici Comunali che là hanno sede, per alcune necessità. Per prima cosa, va all’Ufficio Toponomastica, perché deve chiedere l’attribuzione di un nuovo numero civico. Essendoci stato altra volta in un giorno di non ricevimento, si era appuntato nell’agenda i giorni e gli orari di apertura. Così stamattina, prima delle 11, ora di chiusura, va nella stanza dell’ impiegato, ma non lo trova.
Un collega dell’impiegato gli dice che non sa se l’altro verrà. Comunque lui non può dare alcuna informazione, perché si trova sì in questa stessa stanza, ma ha funzioni diverse.
Candido aspetta fino alle 11, poi decide di andare via. Ma ha avuto dall’impiegato una dritta: potrebbe andare a chiedere al Dirigente, al piano di sopra.
Candido sa che l’informazione non è praticabile, perché in altre occasioni ha tentato di andare a parlare con il Dirigente, senza mai riuscirci. Non c’è mai: i suoi collaboratori rispondono che non sanno quando verrà e se verrà. Tiene la direzione di diversi Settori, è occupatissimo di qua e di là. Candido ha chiesto più volte di avere fissato un appuntamento, ma i collaboratori del Capo rispondono che non sono autorizzati a farlo.
Preso atto che la possibilità di chiedere l’attribuzione di un nuovo numero civico, stamattina è andata buca, Candido approfitta dell’occasione di trovarsi là, nell’edificio di quei Settori Comunali, per chiedere informazioni su alcuni certificati di destinazione urbanistica, richiesti da oltre un mese, e ancora non esitati. L’impiegato giusto stavolta c’é, ed è lo stesso che prima gli ha riferito dell’assenza dell’impiegato della Toponomastica.
L’impiegato dei Certificati di Destinazione Urbanistica risponde che il rilascio dei Certificati è fermo perché il Dirigente non sa come comportarsi con le prescrizioni del nuovo Piano Paesaggistico. Fa approfondimenti, riunioni e incontri ma non decide cosa far scrivere sui Certificati che riguardano le particelle catastali interessate dal Piano. Per quanto riguarda il resto del territorio comunale, c’è un una lunga graduatoria di richieste che non permette di essere esitata nei tempi regolamentari. Alla fine l’impiegato dà la stessa dritta di prima: Candido potrebbe andare a chiedere al Dirigente.
E siamo punto e accapo, come al giuoco dell’oca: andare a chiedere a quel Dirigente che non c’è mai e che non fa prendere ai suoi collaboratori alcun appuntamento.
Anche questa mattina, Candido torna a casa con le pive nel sacco. Tenterà un altro giorno. Nell’uscire dall’edificio Comunale, nota la macchia mediterranea e le erbacce incolte e secche del giardino che immette all’edificio. Lo fotografa. Il giardino, in questi giorni di caldo, potrebbe prendere fuoco da un momento all’altro. Forse il Dirigente, nascosto chissà dove, sta preparando per il Sindaco la solita ordinanza estiva, diretta ai privati, per far abbattere le erbe secche nei terreni lungo le vie. Chissà se quest’anno aggiungerà, come destinatario, il Sindaco stesso, legale rappresentante del Comune, per evitare l’incendio della sterpaglia del giardino davanti agli Uffici Comunali.
I fatti raccontati non sono frutto di fantasia, ma reali. Solo il nome del protagonista, Candido, è falso e affonda le sue radici nelle peripezie dei personaggi omonimi di Voltaire e di Sciascia.