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17/06/2017 00:00:00

Trapani, il viceministro statunitense Elaine Duke in visita all'hotspot

Condividere le informazioni nel comune interesse per la sicurezza dei rispettivi territori, questa l’esigenza evidenziata dal Vice Ministro USA Homelands Affairs, Elaine C. Duke a capo della delegazione statunitense che, mercoledì 14 giugno, ha visitato l’hotspot di Trapani al fine di conoscere le dinamiche collegate ai flussi migratori e la filiera dei controlli di sicurezza che vengono operati sui migranti soccorsi in mare.
Alla visita, cui erano associati rappresentanti tecnici della Commissione Europea guidati dal Vice Direttore della DG Home Oliver Onidi, ha preso parte il Sottosegretario di Stato Domenico Manzione.

Al briefing, svoltosi in apertura della visita hanno altresì partecipato il Sindaco di Trapani, il Vescovo di Trapani, il Questore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il Vice Comandante della Capitaneria di Porto, il Commissario Straordinario dell’ASP, l’ufficiale di coordinamento per le operazioni in Italia di Frontex, e rappresentanti di EASO ed Europol.
Il Sindaco ed il Vescovo di Trapani hanno preliminarmente rivolto un saluto di benvenuto alle delegazioni presenti.

Il Prefetto, nell’introdurre i lavori, ha presentato gli interventi dei partecipanti al tavolo volti ad illustrare le procedure e modalità operative del sistema italiano di accoglienza ed in particolare dell’hotspot di Trapani che, è giustamente, considerato modello esemplare di riferimento a livello nazionale ed europeo per la tipologia innovativa e l’efficacia operativa delle attività che in essa si svolgono, in primis la preidentificazione ed il fotosegnalamento dei migranti. Ha sottolineato lo spirito di coesione e sinergia che anima la “squadra” degli operatori dell’hot spot, così numerosa e composita, la cui azione e i cui risultati sono la tangibile dimostrazione dell’efficienza del sistema italiano. Inoltre, ha evidenziato come Trapani e la sua provincia abbiano dimostrato indubbia vocazione all’accoglienza tenuto conto che il complessivo sistema dei centri in essa ubicati esprime un rapporto tra presenza di migranti e popolazione residente tra i più alti a livello nazionale.

Nello svolgimento del briefing, il Vice Comandante della Guardia Costiera, il Questore e, per il profilo sanitario, il Commissario dell’ASP hanno illustrato le modalità più dettagliate delle attività, sotto il profilo tecnico-operativo.
La Vice Ministro statunitense, nel ringraziare per l’ospitalità, ha sottolineato l’importanza che riveste per il Suo paese la possibilità di conoscere il sistema italiano di accoglienza e di avviare, per i profili concernenti la sicurezza, un percorso di collaborazione volto a fare fronte ai problemi comuni, evidenziando al riguardo l’esigenza di conciliare il dovere di assicurare agli immigrati un trattamento dignitoso con quello di tutelare, nel contempo, i propri connazionali.
Il Vice Direttore della DG Home della Commissione Europea, nel sottolineare come nella struttura hotspot si sia riusciti a mettere a fattor comune tutte le differenti professionalità garantendo ai migranti il diritto al rispetto della loro storia e mantenendo alti i livelli di sicurezza, ha definito Trapani e l’Italia campioni di accoglienza.
Il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza ha sinteticamente illustrato la recente Operazione di polizia giudiziaria denominata “Skorpion fish” che ha scoperto un’organizzazione dedita al favoreggiamento di immigrazione clandestina e al contrabbando di sigarette, riscontrando contatti della stessa con potenziali terroristi in Tunisia. Essa costituisce un esempio del sistema italiano di circolarità delle informazioni in chiave antiterrorismo.
Ha concluso i lavori il Sottosegretario di Stato Manzione che, nell’evidenziare la complessità delle problematiche emerse dagli interventi, ha invitato la delegazione statunitense a considerare e cogliere lo sforzo davvero imponente che l’Italia compie ogni giorno per fare fronte ad un fenomeno epocale, quale quello migratorio, che non interessa solo l’Italia, la quale però è ormai identificata quale porto sicuro di approdo nella rotta del Mediterraneo, che, allo stato, veicola più dell’ 80% del flusso migratorio.
La delegazione statunitense ha quindi visitato l’hotspot ascoltando con attenzione la descrizione di tutte le procedure ed attività che in essa si svolgono, e riscontrando positivamente l’esaustività delle notizie e delle informazioni fornite, nonché l’efficienza operativa della struttura.