"Lo terranno in carcere due settimane, poi tornerà libero". E' questo uno dei commenti più ricorrenti rispetto al fatto di cronaca raccontato ieri da Tp24.it: un uomo, nel quartiere di Amabilina, ha picchiato selvaggiamente la compagna, e poi, non pago di averla ridotta sul divano stesa e incapace ad alzarsi, ha preso della cera bollente e gliel'ha messa sulle labbra, ustionandola.
La donna è riuscita a scappare e a chiamare aiuto, e i carabinieri sono intervenuti e hanno arrestato l'uomo, ma c'è da chiedersi, ancora una volta, dove sono le istituzioni. E' quello che si chiedono i cittadini, che guardano tutto questo con sconforto: troppo spesso abbiamo visto il caso di uomini violenti allontanati solo per qualche giorno, e poi tornati in famiglia a fare più danno di prima.
L'uomo si chiama Vito Salvatore Russo, ha 38 anni, e con lucida determinazione ha preso un cucchiaio, ha acceso una candela, ne ha sciolto la cera
e poi l’ha versata sulle labbra e sulla lingua della propria compagna. Vito Salvatore Russo, alla vista dei carabinieri ha tentato di fuggire.
Ma è stato bloccato e arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona ed il patrimonio ed è emerso che da tempo aveva ripetuti comportamenti violenti ai danni della compagna. Sulla vicenda interviene l’Unione Donne di Trapani con una dichiarazione della presidente provinciale Valentina Colli:
“L’ennesimo atto di violenza consumata tra le mura domestiche non puó lasciarci indifferenti. Con forza dobbiamo riportare al centro il problema della violenza sulle donne. Continuiamo ad affermare che la violenza maschile è innanzitutto un fatto di potere, costruito culturalmente nei secoli, e che solo la decostruzione di una mentalità patriarcale potrà arginare: occorre rigorosa certezza della pena, ci vuole contrasto alla violenza agita, ma soprattutto prevenzione di quella futura. Occorre che chi si occupa di questi temi sappia di cosa sta parlando, che costruisca reti e non agisca in solitaria, che abbia a disposizione dalle Istituzioni - che devono presiedere ai Diritti e al Bene Comune - strumenti e risorse. Dobbiamo ricostruire un nuovo modo di essere Uomini e Donne nella Società a partire dalle famiglie, spesso indifferenti o persino tolleranti; dalle scuole, che sempre più si trovano a doversi sostituire come agenzia educativa. Ma soprattutto partendo dalle Istituzioni: devono misurarsi con il genere femminile e rispettarlo. Le istituzioni a tutti i livelli facciano la loro parte: Le Convenzioni internazionali, le normative non basta firmarle ma vanno rese operative, dalle Regioni ai Comuni. Si occupi di questo anche la politica locale, se ne parli anche in questa campagna elettorale verso le Regionali: che il contrasto alla violenza ulle donne e la valorizzazione delle stesse nei ruoli sociali diventi il tema di cui parlare e l’urgenza da risolvere”.
Sulla vicenda interviene anche la parlamentare marsalese Antonella Milazzo: “Occorre fornire supporto, logistico ed economico, ai Centri antiviolenza attivi nel nostro territorio, occorre istituzionalizzare e rafforzare la Rete di Relazioni prevista dall’art. 5 legge regionale 3/2012. Ho chiesto al Commissario dell’Asp Trapani, Dott. Bavetta, di accelerare l’apertura del c.d.codice rosa presso il Pronto Soccorso del P.O. Borsellino, per fornire alle donne vittime di violenza cure ed assistenza adeguate”.