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31/12/2017 06:00:00

Marsala, la danza di Zappalà con "Romeo e Giulietta 1.1". Ancora poco pubblico in sala

di Katia Regina. Il terzo spettacolo del cartellone invernale, voluto dal direttore artistico Moni Ovadia, è andato in scena venerdì 29 dicembre, e anche stavolta la notizia è la scarsità di pubblico. Più o meno duecento spettatori, in un teatro che, ricordiamolo, conta più di mille poltrone. Qualcosa continua a non funzionare, su questo fronte. Qualcuno dovrebbe cominciare a correre ai ripari, consultare esperti e capire quali azioni intraprendere per coinvolgere più pubblico. Perché sarebbe un vero spreco lasciare quelle poltrone vuote per il resto della stagione.

Detto ciò, parliamo ora di danza, anzi di letteratura. Sì perché tutto comincia da lì. Shakespeare, il più grande drammaturgo della cultura occidentale, scrive una delle più struggenti storie d’amore tra due giovani italiani, ma che ve lo dico a fare… tutti conosciamo questa storia, e tutti ci siamo commossi per la bellezza dei dialoghi tra i due amanti, fino al tragico epilogo.

Ma la danza è una declinazione artistica che fa parlare i corpi. Le parole del grande drammaturgo non servono in scena, sono tutte raggomitolate, sotto forma di emozioni, nella testa del regista coreografo, trasferite sui corpi di chi danza e interpreta, attraverso la propria corporeità, sentimenti provati o anche solo immaginati.

Roberto Zappalà ha raccontato la sua versione di Romeo e Giulietta, si è sbarazzato di ogni riferimento scenico o temporale che potesse fare orientare il pubblico. E qualcuno dalla platea, ha sperato fino alla fine di vedere comparire almeno il noto balcone. Musiche audaci, aderenti alla sua idea di giovani “corpi sfocati” nella prossemica paranoica di un oggi inquieto, incapace di passione nei confronti della vita.

Un disagio tutto contemporaneo, da 1.1, avverte il titolo. A soccorrere la narrazione del dramma postmoderno arriva un altro grande “drammaturgo” tutto italiano, Luigi Tenco, che presta la poetica raggelante di “Cara Maestra” alla voce di Valeria Zampardi. E davvero non serve altro. I giovani amanti di Zappalà si raccontano disegnando arabesque tracciati dai loro corpi avvinghiati nell’eterna danza dell’amore.

Sublimano la carnalità nel gesto, semplice, di slacciarsi le scarpe. Una sensualità, finora ignota, condensa l’aria sul palco, lo oltrepassa, scende sul pubblico, lo investe. La più straziante storia d’amore di tutti i tempi si perpetua, ogni giorno. Siamo tutti Romeo e Giulietta, ci avvisa l’autore, ed è bello crederci… almeno per una sera. 

Coreografia e regia, luci e costumi Roberto Zappalà
Musica John Cage, Sergei Prokofiev, Pink Floyd, Elvis Presley, Luigi Tenco, Josè Altafini
Interpreti Gaetano Montecasino, Valeria Zampardi
Testi a cura di Nello Calabrò
Direzione tecnica Sammy Torrisi
Management Maria Inguscio