Quando in Sicilia, delle aziende che operano nell’ambito dell’energia rinnovabile, percepiscono contributi pubblici, è quasi scontato che la Guardia di Finanza metta il naso sulle operazioni che vengono fatte.
Poi il naso glielo mette la Corte dei Conti. Come è successo per la Energia Pulita Srl e il suo amministratore Giuseppe Sala De Cesare. L’azienda e il legale rappresentante sono stati condannati, in solido, dalla sezione d’appello della Corte dei Conti a restituire circa 248 mila euro, più la rivalutazione monetaria dal febbraio 2006 e le spese legali. Il tutto per una presunta truffa sui contributi europei per la realizzazione di due impianti a biomasse per produrre energia elettrica a Salemi e Modica.
Si tratta di un ultimo filone dell’inchiesta che alcuni anni fa coinvolse anche Nino Scimemi, imprenditore salemitano molto noto, e con interessi nelle energie rinnovabili. Nel processo penale Scimemi e altri vennero prosciolti per l’intervenuta prescrizione dei reati. Poi la procura generale della Corte dei Conti avviò un procedimento parallelo, sulla base delle indagini delle Fiamme Gialle e degli atti del processo penale.
In primo grado i giudici contabili assolsero la Energia Pulita srl e il suo amministratore De Cesare, nonostante secondo la procura generale ci fosse un danno erariale di oltre 6 milioni di euro. In secondo grado le cose sono andate diversamente. Adesso azienda e amministratore sono stati condannati per le fatture gonfiate per la realizzazione delle opere edilizie nei due impianti. In particolare la sentenza di secondo grado recita che ci sono stati danni erariali per 13 mila euro, per lo stabilimento di Salemi, e per 235 mila euro per Modica.
Si tratta di due impianti realizzati con fondi europei, che sin dai primi anni 2000 sono piovuti copiosamente in Sicilia per le rinnovabili. L’impianto di Salemi si trova in contrada Bovara, quello di Modica in contrada Fargione.
L’Irfis, l’ente che eroga i finanziamenti, sbloccò già nel 2003 un contributo a fondo perduto di quasi 6,2 milioni di euro Nel 2006 l’azienda dichiarava l’avvenuto completamento dei lavori. Ma qualche tempo dopo ci furono gli accertamenti, con la Guardia di Finanza che perquisì gli uffici e raccolse tutta la documentazione. In seguito alle indagini le Fiamme gialle scrissero di aver trovato delle “anomalie”, e così ne seguì un inchiesta che portò all’arresto di De Cesare e altre sette persone, nonchè al sequestro preventivo degli impianti. Tra gli imputati c’erano anche Nino Simemi e Salvatore Renda. Tutti prescritti diversi anni dopo.
Ma è importante quanto scrive la sezione d’appello della Corte dei Conti su questo caso.
“Per quanto riguarda i lavori edilizi commissionati da “Energia Pulita s.r.l.” alla “G.M. s.r.l.”, il Collegio Giudicante reputa che non possano esservi dubbi sulla sussistenza di sovrafatturazioni, per effetto delle quali sono state sensibilmente “gonfiate” le spese inerenti l’edificazione degli stabilimenti industriali, oggetto dei contributi erogati dalla Regione Siciliana”. La Corte dei Conti ricorda che “la “Energia Pulita s.r.l.”, il cui amministratore di diritto era De Cesare Sala Giuseppe, aveva quale socio di maggioranza (in possesso del 60% del capitale sociale) la “G.M. s.r.l.”, il cui amministratore di diritto era Renda Salvatore e le cui quote societarie erano detenute per l’80% da Scimemi Antonino e per il 20% dalla di lui moglie; in pratica, è stato inequivocabilmente accertato che, in tale peculiare contesto, l’amministratore di fatto sia della “Energia Pulita s.r.l.” che della “G.M. s.r.l.” era il medesimo Scimemi”. La Energia Pulita stipulò con la GM srl due contratti per gli appalti a Modica e Salemi. Successivamente, nel 2006, De Cesare Sala, nella sua qualità di amministratore di diritto e di legale rappresentante della “Energia Pulita s.r.l.”, invia la documentazione delle spese asseritamente sostenute e della conclusione dei lavori.
Vennero allegate anche le fatture, emesse dalla “G.M. s.r.l.”, riguardanti l’effettuazione delle opere edili sia nello stabilimento di Salemi , per complessivi € 2.083.280,00, che in quello di Modica, per complessivi € 1.674.974,00.
Ma la Corte dei Conti rileva che “in realtà, l’effettivo costo di tali opere era stato inferiore a quello fatturato e formalmente dichiarato”.
Infatti “rilevanti indizi delle sovrafatturazioni sono stati desunti dalla Guardia di Finanza e dal Giudice penale, in primo luogo, dalla disamina di alcuni appunti scritti, rinvenuti, a seguito di perquisizione, nell’ufficio di Nassano Paolo (amministratore di diritto della “Age Limited”, fornitrice alla “Energia Pulita s.r.l.” degli impianti e dei macchinari industriali destinati agli stabilimenti di Salemi e di Modica, nonché sodale dello Scimemi e del De Cesare Sala), in cui era indicato che l’effettivo costo delle opere edilizie era stato pari ad € 1.250.000,00 per lo stabilimento di Salemi e ad € 1.170.000,00 per quello di Modica”.
Queste sono soltanto alcune delle cose scoperte. Alla fine i periti quantificheranno il danno erariale complessivo per quasi 250 mila euro.