Tre funzionari pubblici e un imprenditore sono finiti sotto processo per corruzione, davanti il Tribunale di Marsala, per una perizia di variante nell’ambito dei lavori di restauro dell’ex Collegio dei Gesuiti di Salemi.
Variante che fece notevolmente lievitare il costo dei lavori e che sarebbe stata redatta e approvata dietro pagamento di “mazzette” da parte dell’imprenditore.
Quest’ultimo è il catanese Sebastiano Fabio Vecchio, 44 anni, socio “di fatto” e collaboratore della “Ma.Ru. Costruzioni”. Gli altri tre imputati sono due funzionari del settore tecnico del Comune di Salemi, gli ingegneri Giuseppe Placenza, di 61 anni, e Vincenzo Leone, di 65, e il responsabile del settore tecnico provinciale di Trapani del Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche Sicilia-Calabria, Maurizio Coroneo, di 63 anni. A difenderli sono gli avvocati Paolo Paladino, Angelo Vita, Carlo Atru Ryolo, Caterina Bivona e Mario Bellavista. La curatela fallimentare della “Ma.Ru. Costruzioni” è parte civile. Secondo la Procura di Marsala, nel marzo 2011 Sebastiano Fabio Vecchio avrebbe dato una “mazzetta” di 1500 euro all’ingegnere Placenza, direttore dei lavori appaltati dal Comune, per la redazione di una “perizia di variante” al progetto originariamente approvato “con un incremento del valore contrattuale dell’appalto di 364.072,22 euro”. Una variante che il tecnico comunale scriveva essersi resa necessaria “a seguito dei rinvenimenti imprevisti o non prevedibili (rimozione e sostituzione integrale dell’intonaco dei prospetti del cortile principale, e sostituzione delle coperture delle ali 1 e 2 del Collegio)”. Ma da un’ordinanza sindacale del 22 aprile 2010, fa notare l’accusa, emerge che “non si trattava di rinvenimenti imprevisti o non prevedibili”. E questo perché “la sostituzione integrale dell’intonaco del cortile principale era già prevista in progetto” e le condizioni del tetto e del sottotetto “erano già note prima dell’inizio del cantiere e documentate da un repertorio fotografico allegato al progetto originario”. Una mazzetta di “almeno 10 mila euro”, poi, l’imprenditore avrebbe l’avrebbe consegnata all’ingegnere Leone, capo del settore Lavori pubblici, per l’approvazione della variante. Ma decisamente più sostanziosa, e cioè “almeno 80 mila euro” scrivono gli inquirenti, sarebbe stata la mazzetta data dall’imprenditore catanese all’ingegnere Maurizio Coroneo affinché questi apponesse la sua firma al definitivo “parere favorevole” alla variante.