Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo sulla storia della Colombaia di Trapani, un simbolo, non solo per la città ma per tutta la Sicilia, vista l’importanza storica del castello, riconosciuto nel 2009 dal FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, come uno dei Luoghi del Cuore degli italiani.
Purtroppo, la storia recente della Colombaia, tranne che per un unico intervento di messa in sicurezza, è fatta di abbandono, degrado, furti e atti di vandalismo e da un inesorabile processo di decadimento strutturale, nonostante l’impegno e le iniziative dell’associazione “Salviamo la Colombaia”.
Abbiamo incontrato uno dei promotori, fondatori ed ex vicepresidente dell’associazione, Vito Callotta, in passato assessore al Comune di Erice, che ci ha detto cosa pensa dell'associazione della quale non fa più parte da anni e ha tenuto a dirci, come prima cosa e con un po’ di rammarico, queste sue parole: “Oggi per il bene della Colombaia ci vogliono delle persone diverse alla gestione dell’associazione “Salviamo La Colombaia”. Da troppo tempo non ci sono risultati. E' necessario un ricambio generazionale, delle forze fresche in grado di essere realmente propositive”.
Callotta ci ha raccontato quella che è la storia della nascita dell’associazione, costituita nel 2002 davanti al notaio Manzo, dopo mesi di incontri quotidiani presso una libreria trapanese. A quegli incontri, tra gli altri, ha preso parte anche lo storico Salvatore Costanza e si era proposto di nominarlo presidente dell’associazione, ma dal momento che non ha dato la sua disponibilità per la carica, fu lo stesso Callotta a proporre l’attuale presidente Luigi Bruno. Sono diverse le iniziative proposte in quei primi anni, e fino al 2009 queste si sono svolte sempre in armonia e accordo.
Sono state fatte riunioni con i vertici del demanio nazionale e regionale e l’associazione ha interessato per il passaggio a quello regionale l’attuale assessore regionale Gaetano Armao, all’epoca assessore del governo Lombardo. Altra iniziativa fu quella di chiedere un finanziamento pubblico regionale per la messa in sicurezza e per questo fu chiesto l’intervento degli onorevoli Marrocco e Antinoro. Il finanziamento richiesto, da 600 mila euro iniziali si ridusse a circa 300 mila euro e con quei soldi nel 2009 venne fatta una gara d’appalto che affidò i lavori ad una ditta di Alcamo.
“Dopo quei lavori - ci dice Callotta – abbiamo portato tante persone alla Colombaia, lo stesso Sgarbi è venuto a visitarla. Abbiamo presentato l’idea di un tunnel che la congiungesse alla terraferma, ma da allora la Colombaia è caduta in uno stato di abbandono e non si è provveduto neanche ad istituire un servizio di vigilanza che avrebbe potuto evitare i furti e gli atti vandalici”.
Per Callotta, dunque, se si vogliono ottenere dei risultati in favore della Colombaia è necessario un cambiamento ai vertici dell’associazione, che tra l’altro, ha uno statuto che prevede che, dopo tre mandati, si deve nominare un nuovo direttivo, mentre chi oggi è alla guida dell’associazione lo è sin dall’inizio. Altra cosa che ha voluto sottolineare l'ex vicepresidente è che l’associazione non ha una sede propria dove gli associati possono riunirsi.
“Chi oggi gestisce l’associazione Salviamo La Colombaia dice di aver fatto tante iniziative - continua Callota -. Sì è vero, l’incontro con l’assessore regionale precedente, il Colombaia Day che oggi arriva all’undicesima edizione ma di risultati non ce ne sono stati. Secondo me oggi bisognerebbe coinvolgere persone in grado di proporre idee e programmi nuovi. Mi ripeto, oggi per il bene della Colombaia, chi la gestisce dovrebbe fare un passo indietro. Non ho nulla di personale contro Luigi Bruno e non ho mai pensato di scavalcare nessuno all’interno dell’associazione, altrimenti non lo avrei proposto come presidente ma oggi credo sia necessario l’apporto di forze nuove che diano nuovo impulso, perché la Colombaia rischia davvero di perdersi definitivamente”.