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04/06/2018 07:12:00

Salvini: 'Basta con la Sicilia campo profughi d'Europa". Ieri arrivati in 129 a Trapani

Tour siciliano in vista delle amministrative del neo ministro dell'Interno che promette: "Sui migranti non terremo una linea dura, ma di buon senso".

Annuncia di volere bloccare il «business» che ruota attorno ai migranti, rinfocola la polemica con le Ong definite «vice-scafisti», placa la folla di Catania che chiede di cacciare «i clandestini» e rassicura i suoi fans: «La Sicilia non sarà più il campo profughi d’Europa». È il new deal del neo ministro dell’Interno Matteo Salvini che, dopo le ovazioni domenicali ricevute sotto l’Etna, corre verso la «frontiera» su cui misurare l’azione di governo, l’hotspot di Pozzallo, meta continua di disperati, annunciando la svolta: «Il mio impegno è fare rispettare le leggi che esistono. Non terremo una linea dura, ma di buon senso. È un dovere salvare donne e bambini, ma l’Africa in Italia non ci sta. Non c’è casa e lavoro per gli italiani, figuriamoci per mezzo continente africano...».

 

Lo ripete mentre attraversa il lembo più a Sud dell’isola, non lontano dal Cara di Mineo dove Salvini annuncia di tornare come aveva fatto l’anno scorso: «Ma spero che sarà l’ultima volta». Un modo per far balenare l’ipotesi di una chiusura di questo accampamento che ha ospitato fino a 4 mila disperati. Ovvero di una sua trasformazione in Cie, in un centro per gestire le espulsioni, come promette da leader della Lega, pur senza criticare il predecessore al Viminale, Marco Minniti: «L’anno scorso ne ha fatto 7.000, non possiamo attendere 100 anni per espellere 700 mila persone...».

STRAGI. Il Mediterraneo continua ad inghiottire vite umane: in due naufragi, al largo della Turchia e della Tunisia ieri sono morte almeno 55 persone - ma nel caso della Tunisia il bilancio potrebbe essere molto più pesante dei 46 corpi recuperati prima dell’imbrunire ieri sera - tra cui sei bambini affogati nell’Egeo orientale.

La strage più drammatica è avvenuta nell’ovest del Mediterraneo, dove sono almeno 46 i migranti morti (altri 67 tratti in salvo), tunisini e di altre nazionalità africane. Il naufragio è accaduto la notte scorsa al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia. Le unità di soccorso della marina tunisina sono intervenute dopo l’Sos per un peschereccio in difficoltà. Secondo fonti della sicurezza locale e di un superstite a bordo dell’imbarcazione viaggiavano circa 180 persone (un’ottantina provenienti da paesi africani, oltre ai tunisini), il che fa temere un numero di vittime più alto.

E nove migranti, tra cui i 6 bimbi, sono morti dopo che il motoscafo sul quale viaggiavano è affondato al largo delle coste turche. Il mezzo - riferisce l’agenzia turca Anadolu - avrebbe registrato un’avaria nel distretto di Demre, all’estremità del golfo di Antalya, zona molto frequentata dai turisti. Cinque persone sono state tratte in salvo e una è tuttora dispersa. Secondo l’altra agenzia turca, Dogan, i migranti stavano cercando di raggiungere l’Europa anche se la meta precisa non è nota. L’approdo in un paese Ue più vicino alla loro rotta sarebbe stata la piccola isola greca di Kastellorizo, di fronte alla cittadina turca di Kas. Le identità e la nazionalità delle vittime non sono state rese note.

Mentre avvenivano questi drammi, i servizi di salvataggio marittimo spagnoli salvavano 240 migranti partiti dal Nord Afica a bordo di 11 barche. Uno degli immigrati è annegato. Lo riferiscono gli stessi servizi i quali precisano che gli agenti hanno notato un cadavere galleggiare dopo aver salvato 41 migranti da un barcone che stava affondando. Gli altri sopravvissuti sono stati recuperati dalle altre imbarcazioni avvistate negli ultimi due giorni.

129, invece, i migranti giunti ieri mattina al porto di Trapani a bordo del pattugliatore della Marina militare britannica «Protector», impiegato nell’ambito del dispositivo europeo Frontex. Sono stati recuperati in varie operazioni di soccorso a largo della Libia e di Lampedusa e poi trasferiti sulla unità navale britannica che avrebbe dovuto condurli a Messina ma che invece è stata dirottata a Trapani per la presenza, nella città dello Stretto del vice premier Luigi Di Maio.

Secondo le ultime stime dell’Onu, sono 660 i migranti morti quest’anno mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Nei primi 4 mesi del 2018 mentre un totale di 22.439 migranti hanno raggiunto le coste europee. 

RACITI. “Sono sicuro che Salvini ha trovato una Sicilia in cui non è in corso nessuna invasione, in cui i sindaci – da Ammatuna a Pozzallo a Martello di Lampedusa – fanno bene il loro mestiere, in cui le navi delle ong hanno salvato numerose vite e in cui non c’è nessuna pacchia da interrompere.”

A dichiararlo è Fausto Raciti, segretario del Pd in Sicilia.

“In attesa che si ricordi che è necessario sostituire il Cara di Mineo con strutture più adeguate può però, tornato a Roma, chiamare il suo collega alle infrastrutture e ricordargli che manca solo la delibera del Cipe per far partire i lavori per la Catania-Ragusa: quello sì che cambierebbe la vita di molti siciliani”.