"Sono il prestanome dell'onorevole Fratello". Uno dei testimoni-chiave dell'inchiesta sul racket dei migranti si chiama Lorenzo La Rocca, abita ad Alcamo.
Ecco si presenta in un'intervista di Attilio Bolzoni di due anni fa: «Sono stato amministratore unico della cooperativa Letizia fin dal 2007, ma ero un prestanome dell'onorevole Norino Fratello».
E che ruolo aveva?
«Ero una specie di tuttofare, il vero padrone era l'onorevole».
Quanti centri controllava l'onorevole Fratello?
«Due. Prima ospitavano anziani e disabili, poi sono entrati i migranti. Ogni tanto l'onorevole veniva in cooperativa e mi ripeteva: "Devi dire a tutti che la cooperativa è tua e che io sono solo un consulente". Però le carte di credito le aveva lui e anche suo fratello. Ed era sempre lui a disporre dei conti. Un giorno mi sono accorto che c'è stato un prelevamento di 90mila euro in sole 48 ore. Con i soldi della cooperativa pagava anche assicurazioni di auto e affitti di appartamenti».
Come venivano trattati i migranti?
«L'onorevole non faceva altro che dirmi: "Dobbiamo frenare, frenare"... Voleva dire: risparmiare. C'erano giorni che invece di pranzo e cena ero costretto a servire solo un pasto, i 100 grammi di pollo diventavano 50 grammi. E poi l'acqua di bidone veniva travasata in bottigliette di minerale».